Born to Die (2012) è l’album della cantante americana Lana Del Rey, che l’ha resa famosa e che l’ha introdotta per la prima volta nella scena internazionale musicale, soprattutto grazie al singolo Summertime Sadness, dedicato a un’amica della cantante venuta a mancare qualche tempo prima. Il filo conduttore delle canzoni di Born to Die di Lana Del Rey è un delicato senso di malinconia e tristezza, emozioni che trapelano non solo in questo album, ma in generale in tutta la sua produzione musicale fino ai giorni nostri. Sono proprio queste però le caratteristiche che rendono la cantante unica, la sola regina della musica alternativa e della “Hollywood sadcore”, come ci dice l’artista stessa.
Scopriamo insieme 4 canzoni di Born to Die di Lana Del Rey da ascoltare assolutamente:
1. Video Games
Primo singolo estratto dall’album e primo ad essere pubblicato in ordine temporale (2011), Video Games è un brano baroque pop. Sin dalle prime note veniamo inebriati da un senso di pace dal suono di alcune campane, il quale si amalgama alla perfezione con la voce delicata della cantante. Lana Del Rey nel brano ci racconta di come il suo ex fidanzato la usasse, come se fosse, appunto, un videogioco: «I say, “You the bestest“/ Lean in for a big kiss / Put his favourite perfume on / Go play your video game».
2. Ride
Questo brano è il primo singolo estratto dalla riedizione dell’album, Born To Die – The Paradise Edition. Ride è un vero e proprio inno al rischio e alla spensieratezza, alla libertà e alla rottura degli schemi al fine di ritrovare sé stessi e le proprio radici. Come ci dice Lana Del Rey all’interno del monologo di Ride, che spesso proietta ai suoi concerti, «Everynight I used to pray that I’d find my people, and finally I did on the open road». Alla fine, da come si evince dalla canzone, la cantante non può far altro che seguire la corrente e sperare che le cose andranno bene, anche se non ne conosce il risultato: «Been tryin‘ hard not to get into trouble, but I / I’ve got a war in my mind / So, I just ride».
3. Gods & Monsters
Altra traccia proveniente dalla riedizione dell’album Born To Die – The Paradise Edition, Gods & Monsters è un vero e proprio manifesto del genere Hollywood sadcore: «L.A., L.A. / In the land of Gods and Monsters / I was an angel living in the garden of evil» dove la cantante crea una sorta di universo parallelo della Los Angeles moderna, in cui dei e mostri danzano insieme agli angeli, puri e intoccabili, nel mondo della corruzione e dell’innocenza. Alla fine però vediamo una Lana Del Rey angelica anch’essa corrotta dai vizi delle star di Hollywood: «This is Heaven, what I truly want / It’s innocence lost / Innocence lost».
4. Bel Air
Sempre rimanendo sulla riedizione dell’album, Bel Air è una delle canzoni dell’album Born To Die che esprime al meglio quel senso sognante ed etereo che caratterizza questo LP: grazie alle sue note delicate che accompagnano i leggeri acuti quasi lirici della cantante, ci trasporta con la mente in un luogo idilliaco, una Bel Air hollywoodiana distopica, paradisiaca, in cui la cantante si ricongiunge al suo amato: «Roses, Bel Air, take me there / I’ve been waiting to meet you / Palm trees, in the light, I can see, late at night / Darling I’m waiting to greet you / Come to me baby».
Fonte immagine in evidenza: copertina di Born To Die Spotify