Canzoni di Bruce Dickinson: 3 da ascoltare

Canzoni di Bruce Dickinson

In questo articolo si propongono tre canzoni di Bruce Dickinson da non perdere. Vocalist leggendario degli Iron Maiden, Dickinson ha avuto anche una carriera solista altrettanto impressionante. Uomo dalle mille risorse, Bruce oltre ad essere un cantante straordinario è anche aviatore, schermidore ed esperto di storia. A differenza dei testi cantati per i Maiden, la sua produzione solista offre all’ascoltatore una visione più personale e introspettiva della sua artisticità.

Tears of the Dragon

La prima tra le canzoni di Bruce Dickinson proposte è Tears of the Dragon.  Con ogni probabilità, questa è la canzone più iconica della carriera solista di Bruce. Il brano è estratto dal suo secondo album Balls To Picasso del 1994 e riflette su un momento molto particolare della vita di Dickinson, infatti, proprio in quegli anni si era distaccato temporaneamente dagli Iron Maiden.

Il testo della canzone è caratterizzato per lo più da un senso di riflessione interiore. Dickinson esplora temi quali il cambiamento, la liberazione e la rinascita. Non è un caso che una delle prime cose che è possibile vedere nel video sia questa figura che vaga solitaria alla ricerca di qualcosa.

La parte del brano che risulta essere più evocativa è senz’ombra di dubbio Il ritornello che recita:

«I throw myself into the sea / Release the wave, let it wash over me / To face the fear I once believed»

Con queste parole Dickinson invita chi ascolta ad abbandonarsi al volere dell’universo, a cedere al destino qualunque sia il suo volere. Il mare e le onde di cui canta diventeranno, invece, custodi delle nostre paure pronti a dissolverle in un abbraccio liberatorio.

Cyclops

Cyclops, altro gioiello tra le canzoni di Bruce Dickinson, è tratto dall’album Skunkworks del 1996. Caratteristica peculiare di questo brano è quella di riuscire a mostrare un lato più oscuro e sperimentale del cantante degli Iron Maiden. Il sound di questo brano si discosta leggermente dal classico sound metal per abbracciare le influenze di quelli che sono degli stili più alternative/grunge.

Questa canzone sembrerebbe essere particolarmente enigmatica soprattutto se ci si ferma soltanto alla prima strofa:

«We all have secret lives / In our secret rooms / Living in our movies / Humming our own tunes»

In realtà, il brano ruota interamente attorno alla critica dei paparazzi e alla loro incessante caccia maniacale di uno scoop. Il titolo Cyclops diventa quindi una metafora per rappresentare la macchina fotografica; un occhio onnipresente che segue le star ovunque loro vadano.

«Where are you going? What are you doing? Why are you looking at the camera’s eye?»

Questo il ritornello ipnotico che sottolinea la sensazione di essere perennemente intrappolati e osservati. Dickinson non perde l’occasione per rivolgere critiche anche a quelle celebrità che cadono vittima di questo vortice di attenzioni morbose finendo, quasi inevitabilmente, per perdere la propria identità.

Accident of Birth

Accident of Birth, scritta in collaborazione con Roy Z e Adrian Smith, tra le canzoni di Bruce Dickinson proposte è quella che risulta essere caratterizzata da una narrativa più oscura e asfissiante: si tratta della storia di una famiglia che risiede all’inferno. Uno dei membri di questa famiglia è però nato accidentalmente nel mondo dei vivi. Tuttavia, la famiglia vuole riportarlo indietro mentre lui è riluttante all’idea di fare ritorno. Come è facile immaginare, questo conflitto rappresenta simbolicamente i sentimenti di chiunque non voglia far ritorno ad una famiglia opprimente.

Parallelamente a questa trama immaginaria, la canzone trae ispirazione anche da un’esperienza personale di Dickinson. Infatti, il cantante ha rivelato in un’intervista che durante una conversazione con la madre lei gli confessò che non era stato un figlio voluto e che, in realtà, la sua nascita è stata il risultato di un aborto fallito. Un vero e proprio Accident of Birth.

Ovviamente, questa rivelazione postuma ha dato al brano un significato ancora più profondo alla metafora della lotta contro quei legami familiari soffocanti e al desiderio di libertà.

«Welcome home, it’s been too long, we’ve missed you / Welcome home, we’ve opened up the gates /Welcome home to your brothers and sisters / Welcome home to an accident of birth»

Fonte immagine in evidenza dell’articolo “Canzoni di Bruce Dickinson: 3 da ascoltare”: Depositphotos

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