Canzoni di Canserbero: 4 da ascoltare

Canzoni di Canserbero: 4 da ascoltare

Le canzoni di Canserbero hanno avuto un impatto incisivo sul panorama musicale e culturale latino-americano, in particolare durante il primo decennio del nostro secolo, grazie alla complessità dei temi affrontati nei suoi brani.  

La carriera da rapper di Canserbero, nome d’arte di Tirone José González Orama, si è sviluppata parallelamente al suo interesse politico, rendendolo una figura significativa nell’attivismo del suo paese d’origine, il Venezuela. Musica e attivismo sono due elementi che non possiamo assolutamente separare se vogliamo capire a fondo le tematiche che hanno assicurato il successo alle canzoni di Canserbero. L’artista stesso ha definito il suo interesse sociale e politico come qualcosa di inevitabile e insito nella cultura del rap, di cui è rappresentante indiscusso. Non è un caso, infatti, che la rivista statunitense Rolling Stones gli abbia riconosciuto la prima posizione tra i «50 grandi rapper nella storia del rap in lingua spagnola». Il nome con cui si è fatto strada nella musica, «Canserbero», rappresenta un’allusione al mostro della mitologia greca di guardia all’ingresso degli Inferi: Cerbero, il cane a tre teste che abbiamo imparato a distinguere grazie alla descrizione fatta da Dante Alighieri, accompagnata da diverse illustrazioni. 

Scopriamo insieme 4 canzoni di Canserbero da ascoltare.

1. Maquiavélico 

A contraddistinguere le canzoni di Canserbero è senza dubbio la scrittura dei testi. Sincerità e intensità scorrono in un fiume di parole senza mai fermarsi, e anche laddove la parola si interrompe, resta un’eco di pensieri ad accompagnare l’ascoltatore prima che la voce del rapper riprenda il suo cammino generando nuove riflessioni. È esattamente ciò che succede in Maquiavélico, brano contenuto nel secondo album del cantante venezuelano, Muerte (2012). Canserbero ci presenta, dal suo punto di vista, la fine di una relazione e la reazione emotiva che ne consegue, ovvero il desiderio ossessivo di ritornare ai ricordi di un passato che non si riesce ad abbandonare. Questa ossessione, ad un certo punto, sfocia in un sentimento di pietà verso sé stesso che lo spinge a voler scappare dal dolore attraverso il ritornello: esso si ripete fino alla fine della canzone, scomparendo come scompare, appunto, un’eco. 

«Es maquiavélico meditar a solas donde tú viviste todo con ella
Como una voz que te dice que a las estrellas
Un dedo no puede ocultar, ¡no!»

2. Es épico

Tra le più belle canzoni di Canserbero presenti nel suo secondo album troviamo anche Es épico. L’epicità a cui si allude nel titolo prende forma attraverso la vendetta per l’assassinio di suo fratello, narrata facendo riferimento a diversi personaggi famosi, come Dante, Che Guevara, Beethoven e John F. Kennedy. La vendetta ha un proprio sviluppo narrativo: inizialmente un pensiero ossessivo si impadronisce della mente del protagonista, che ha ormai perso la fede verso il prossimo ed è accecato dall’ira; i pensieri si tramutano poi in azione, raccontata con un parallelismo tra il suono del battito del cuore e quello generato da un proiettile; infine, l’atto estremo dell’omicidio porta alla morte del protagonista stesso, descritta con un viaggio negli Inferi e l’incontro col diavolo

«Él me llevó donde Cerbero (ah)
Que dijo no morderme porque le gusta mi nombre de rapero, ja
Si lo ves de esa forma, pude tener suerte
Irónica es la vida, pero también irónica es la muerte»

3. Pensando en tí

Un’altra delle canzoni di Canserbero che affronta la tematica amorosa è Pensando en tí, uno dei 17 brani musicali del suo primo disco, Vida (2010). A differenza di quanto visto precedentemente, qui l’artista affronta la rottura della relazione in maniera diversa: se in Maquiavélico l’ossessione per il passato viene sostituita da uno sguardo verso il futuro, in Pensando en tí succede piuttosto il contrario. Per trasmettere la complessità (e al contempo la fragilità) dei suoi sentimenti tormentati, Canserbero ricorre a varie metafore: il crollo di cento tessere di domino in fila l’una dietro l’altra, una casa fatta di carta distrutta da una tormenta improvvisa, un bambino di un anno e mezzo che viene spinto senza motivo, un gatto che insegue la sua coda. 

«Como cientos de dominoes en fila
Cuando algún dedo al primero derriba
Como una casa hecha con cartas alta
Hasta que una tormenta sopla su puerta de forma agresiva»

Se in Maquiavélico (successiva di 2 anni) c’è una necessità di distaccarsi dal sentimento morboso e seguire il proprio cammino, qui è evidente la volontà e la speranza di un «vissero insieme felici e contenti», espressa nella ripetizione dei due versi finali.

«Aunque aún todo puede ser diferente
Si nos juntamos y cambiamos este tema por uno que diga
Vivieron felices para siempre
¡Vivieron felices para siempre!
»

4. Mundo de piedra 

Mundo de piedra è l’ultima delle canzoni di Canserbero che consigliamo in questo articolo. Con questo brano le tematiche crude e oscure che caratterizzano il secondo album (Muerte) vengono portate agli estremi. Ancora una volta, a distinguere la canzone è la narrazione dettagliata degli avvenimenti che permette all’ascoltatore di entrare completamente nei tre atti della storia, a ciascuno dei quali corrisponde il punto di vista di uno dei tre personaggi principali: il poliziotto Carlos, la moglie e il figlio. Una famiglia che vive in un mondo di pietra, in una realtà dominata dalla sfiducia, la gelosia, l’indifferenza e l’egoismo. La vicenda inizia alle 2 di notte di un 3 aprile nella città di Caracas, concludendosi con una riflessione sulla decadenza morale e sociale

«Es tres de abril a las dos de la mañana
Carlos debe patrullar de noche toda la semana
Tiene un hijo que ama y una esposa que finge quererla
Los tres viven en un mundo de piedra»

Le canzoni di Canserbero – che toccano anche il reggae, l’hip-hop e l’hard rock – costituiscono un’importante testimonianza della grande carriera dell’artista venezuelano, nonostante a ricordarla ci siano soltanto due album discografici (Vida e Muerte). A sostegno di ciò, non si può ignorare né l’influenza musicale che ha avuto sulle generazioni di cantanti più giovani né il rispetto riconosciutogli da altre figure centrali nel panorama musicale latino-americano, tra cui Nicky Jam e Residente, anche dopo la sua morte. Intorno a questo tragico evento sono state costruite dinamiche molto controverse: archiviate in un primo momento nel 2015 come un caso di omicidio-suicidio secondo cui il rapper avrebbe prima ucciso il suo produttore e poi si sarebbe suicidato, le indagini sono state riaperte lo scorso anno confermando che Canserbero è stato in realtà ucciso dalla sua manager a seguito di una lite. L’unicità del rapper venezuelano resta comunque incisa nella sua produzione discografica.

Fonte immagine in evidenza: Wikimedia Commons

A proposito di Perla Sposito

Laureanda magistrale in Traduzione letteraria presso l'Università L'Orientale di Napoli.

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