Edoardo Bennato è uno dei cantautori più importanti della musica italiana, nonché uno dei maggiori esponenti del rock italiano. Autore capace di far ballare e, allo stesso tempo, di emozionare chi lo ascolta, Edoardo Bennato spesso racconta, attraverso le sue canzoni, argomenti di grande attualità in chiave fiabesca e leggera, con personaggi ripresi dalla letteratura per l’infanzia con il compito di incarnare i pregi o i difetti della società.
Vi presentiamo 3 delle più belle canzoni di Edoardo Bennato:
1. Il gatto e la volpe (1977)
«Quanta fretta, ma dove corri? Dove vai? Se ci ascolti per un momento, capirai. Lui è il gatto ed io la volpe, stiamo in società. Di noi ti puoi fidar.»
Pubblicata nel 1977, e contenuta nella raccolta di canzoni Burattino senza fili, è una delle canzoni di Edoardo Bennato più conosciute e apprezzate. Chi non ha mai cantato a squarciagola, in macchina o ad una festa, il brano sui due furbi truffatori ripresi da Le Avventure di Pinocchio, storia di un burattino, romanzo di Carlo Collodi? Dietro le vesti di questi due animali si nascondono, però, coloro i quali si approfittano dell’ingenuità e dell’inesperienza altrui, fingendosi persone serie e affidabili. In particolar modo, l’autore trasforma i due animali in finti talent scout del mondo dello spettacolo in cerca di talenti da trasformare in celebrità, ma che si rivelano essere, in realtà, due abili ciarlatani in cerca di denaro.
2. Viva la mamma (1989)
«Viva la mamma, affezionata a quella gonna un po’ lunga, così elegantemente anni Cinquanta, sempre così sincera.»
Uscita nel 1989, ed è contenuta nell’album Abbi Dubbi, Viva la mamma, come suggerisce il titolo stesso, è un vero e proprio inno alla donna più importante per un uomo, la propria mamma. Si sa, come lei non c’è nessuno, il legame che lega una madre ad un figlio è forse il più forte che ci possa essere, un amore puro e profondo. Quella descritta da Bennato è la tipica mamma dallo stile e l’eleganza degli anni Cinquanta, indaffarata, a volte severa ma sempre sincera. È la generazione delle mamme del Dopoguerra, sorridenti e con i piedi per terra. Anche questa è una delle canzoni di Edoardo Bennato dalla melodia leggera e spensierata, da ballare appena parte e che non riesci a far uscire facilmente dalla testa.
3. L’isola che non c’è (1980)
«Seconda stella a destra, questo è il cammino. E poi dritto fino al mattino. Poi la strada la trovi da te, porta all’isola che non c’è.»
Pubblicata nel 1980, L’isola che non c’è fa parte dell’album Sono solo Canzonette ed è una delle canzoni di Edoardo Bennato caratterizzate da un ritmo più dolce e delicato. Se le due canzoni sopracitate sono perfette da cantare a squarciagola mentre si balla ad una festa, questo brano è da ascoltare ad occhi chiusi, per riflettere sulle parole e sul messaggio che l’autore cerca di comunicare. È una canzone molto profonda, che riprende l’isola che non c’è di Peter Pan, un luogo utopico in cui non esiste guerra, non ci sono ingiustizie, povertà, dolore, in cui si può essere felici e al sicuro dalla sofferenza. Un luogo che razionalmente non può esistere, ma che con la fantasia si può dipingere di tanti colori. La canzone si conclude quasi con un desiderio dell’autore: quello di continuare a credere che quest’isola possa esistere, che possa esserci un posto migliore nel mondo, e di non smettere di cercarla perché «chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle, forse è ancora più pazzo di te.».
Fonte immagine in evidenza: Wikipedia