Il ricco panorama musicale argentino, conosciuto oggi mondialmente, deve molto all’attività artistica dei personaggi emersi durante il boom culturale degli anni ‘80 e ‘90 del secolo scorso. In questo contesto, le canzoni di Fito Páez hanno avuto un ruolo incisivo, e continuano ad averlo.
Fito Páez, nome d’arte di Rodolfo Páez, è un cantautore, musicista e regista argentino che viene considerato uno dei più importanti rappresentanti del rock latino-americano. Nonostante ciò, il suo interesse nei confronti della musica si è esteso anche ad altri generi, come il folklore, il pop e il tango. Grazie alla sua instancabile dedizione, è riuscito a vincere diversi premi, soprattutto Latin Grammy, per le sue canzoni e i suoi album. Numerosi sono, inoltre, i progetti che lo hanno visto collaborare non soltanto con artisti a lui contemporanei, come Andrés Calamaro e Gustavo Cerati, ma anche con cantanti argentine più giovani, tra cui ricordiamo Lali Esposito.
Vediamo adesso 4 canzoni di Fito Páez da ascoltare assolutamente!
1. El diablo de tu corazón
El diablo de tu corazón è il brano di apertura dell’album Rey Sol, lanciato nel 2000. Tra le canzoni di Fito Páez, questa è una delle tante dedicate alla città argentina, e in cui traspare un legame intimo tra l’artista e Buenos Aires. Sin dal primo verso, infatti, notiamo una domanda rivolta direttamente alla capitale, che viene così personificata. Tale personificazione diventa ancora più chiara quando il cantante rosarino le si rivolge con il vos (pronome di seconda persona singolare usato nello spagnolo argentino).
«Ey, qué te pasa Buenos Aires, es con vos
No es la tecno ni el rock
Es tu parte que vos no conoces
Cuidado la conozco yo»
Nel testo si sviluppa una critica alle circostanze sociali in cui versa la città, contrapponendo un presente violento e corrotto, il cui simbolo è appunto il diavolo, ad un passato florido e più sicuro, rappresentato dagli anni ‘80. Nonostante la rabbia iniziale nei confronti dell’ingiustizia sociale, la chiusura della canzone trasmette un sentimento di speranza nei confronti del futuro.
«Vas a ser feliz
Sacate el diablo de tu corazón
Buenos Aires si
Cortá la mufa de tu corazón
Buenos Aires, si
Vayamos juntos a patear el Sol»
2. 11 y 6
Una delle canzoni di Fito Páez più apprezzate da chi lo ascolta è sicuramente 11 y 6. Contenuto nell’album Giros (1985), questo pezzo racconta una storia d’amore tra due ragazzini di strada. Ed è la strada, per l’appunto, lo scenario principale in cui si sviluppa la narrazione. Attraverso l’abilità descrittiva di Rodolfo, siamo trasportati nelle strade principali di Buenos Aires, e non riusciamo a distogliere lo sguardo da questa giovane coppia, che si incontra casualmente in un bar e che attraversa poi l’incrocio tra via Corrientes e Montevideo.
«En un café, se vieron por casualidad
Cansados en el alma de tanto andar
Ella tenía un clavel en la mano
Él se acercó, le preguntó si andaba bien»
Li spiamo con gli occhi dell’artista, incuranti dello scorrere del tempo e irrimediabilmente attratti dalla loro ingenua complicità. Una complicità che li rende più forti dello stesso Olimpo.
«Miren todos, ellos solos
Pueden más que el amor
Y son más fuertes que el Olimpo»
3. El amor después del amor
Nel vasto repertorio delle canzoni di Fito Páez ve n’è una in particolare che racchiude l’essenza della carriera musicale del cantante, a tal punto da dare il nome non soltanto a quello che è considerato il suo album più riuscito (il settimo), ma anche da ispirare una miniserie netflix sulla biografia della rock star argentina. El amor después del amor (1992) è molto più di un brano che riflette sull’importanza dell’amore: ciò che emerge dai versi di questo capolavoro è l’inevitabile esistenza dell’amore, anche – ma forse sarebbe più corretto dire “soprattutto” – dopo aver sofferto e perso una persona amata. È proprio nella riscoperta della capacità umana di tornare ad amare, simboleggiata nel testo dal raggio di sole, che si trova il senso di questa canzone.
«El amor después del amor, tal vez
Se parezca a este rayo de Sol»
L’amore, senza cui nessuno può vivere, viene infine paragonato a una chiave che, anche se cambiata, ci permette di aprire comunque nuove serrature e accedere ad altre opportunità che, al di là del dolore, ci lasceranno nuovi insegnamenti.
«Me hice fuerte ahí donde nunca vi
Nadie puede decirme quién soy
Yo lo sé muy bien, te aprendí a querer»
4. Mariposa tecknicolor
Arriviamo ora all’ultima delle canzoni di Fito Páez che vi consigliamo in questo articolo: Mariposa tecknicolor, dall’album Circo Beat (1994). Questo brano è un vero e proprio viaggio nei ricordi di una vita, di cui riusciamo a percorrere diversi momenti legati all’infanzia e all’adolescenza del cantante: le strade in cui si è nascosto, la magia dell’amore, le giornate allo stadio o tra le vie della capitale e così via. Tutti scenari differenti tra loro che concorrono a creare la grande metafora che dà titolo alla canzone: la farfalla dai numerosi colori vibranti, simbolo dell’esistenza umana che confluisce tutta sotto un unico sole, nonostante la diversità che la caratterizza.
«Todos yiran y yiran
Todos bajo el Sol
Se proyecta la vida
Mariposa tecknicolor»
Le canzoni di Fito Páez, in definitiva, ci avvicinano alla particolare sensibilità interiore dell’artista, il cui linguaggio poetico e musicale si fa in alcuni casi anche duro e violento, aprendoci il cammino verso realtà che altrimenti rimarrebbero inesplorate.
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