In questo articolo vi consiglieremo 5 canzoni da sapere di Frank Ocean, nome d’arte di Christopher Edwin Breaux, un cantautore e rapper statunitense che ha iniziato la sua carriera come scrittore fantasma per artisti già conosciuti, fino a raggiungere la fama con il suo primo album in studio, Channel Orange, e poi con il suo secondo, Blonde. Entrambi fanno parte della classifica di Rolling Stones dei migliori album di tutti i tempi, e lui è diventato uno dei cantautori più ascoltati e ammirati persino tra i suoi colleghi artisti.
Vediamo insieme le 5 canzoni di Frank Ocean da sapere assolutamente:
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Monks
Monks è la tredicesima traccia tra le canzoni del primo album in studio di Frank Ocean, Channel Orange. Inizia col dipingere l’immagine della vita ecclettica di un cantante in tour, circondato da masse di fans al sole, lì solo per lui. Nella massa, lui nota questa ragazza e da lì inizia la loro avventura d’amore, piena di ostacoli da superare, che affronteranno insieme. Come suo solito, Frank Ocean usa una metafora qui: paragona il suo pubblico a dei monaci buddisti, dai quali proviene il titolo della canzone, e paragona poi sé stesso alla figura del Dalai Lama, guida spirituale dei monaci. Viene raccontato tutto da una melodia fatta prevalentemente dal suono della batteria, che ci dà il senso del tempo in continuo cambiamento, rallentando e velocizzando l’andamento della storia.
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Bad Religion
Tra le canzoni di Frank Ocean, in contrapposizione alla storia d’amore di Monks, c’è Bad Religion, la quattordicesima traccia di Channel Orange. Le prime note di questa canzone ci rimandano subito alle canzoni di chiesa, e ci fanno già capire la connessione con il mondo religioso. In essa ritroviamo Frank Ocean, seduto nel retro di un taxi, che parla con il tassista, iniziando una specie di sessione di terapia. Lui è così disperato da parlare dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti con un completo estraneo, sperando gli potrà essere d’aiuto. Il tassista, in risposta, gli dice «Allahu Akbar», un termine arabo usato per indicare la grandezza di Dio, probabilmente per dargli prospettiva e fargli capire che ogni suo problema non è paragonabile a Dio.
Questa traccia, come altre canzoni di Frank Ocean, usa la religione come una metafora per un amore non corrisposto, entrambi capaci di distruggere una persona e farla inginocchiare. Nelle sue canzoni possiamo sentire, anche solo dalla sua voce, tutto il dolore e la disperazione provata. La canzone potrebbe anche essere interpretata focalizzandosi di più sull’aspetto religioso piuttosto che romantico, e in questo caso Frank Ocean starebbe parlando dell’impossibilità di lodare una Dio che non accetta completamente i suoi fedeli, riferendosi alle discriminazioni contro l’omosessualità.
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Seigfried
Passiamo ora al suo secondo album in studio, Blonde, di cui Seigfried è la quindicesima traccia. Il titolo di questa canzone è una variazione di scrittura che potrebbe indicare vari personaggi, come: Siegfried, un eroe della mitologia nordica dipinto come un uomo affascinate dai capelli lunghi e luminosi, oppure Siegfried Sassoon, un poeta di guerra britannico famoso per la sua bisessualità, rispecchiando quindi quella di Frank stesso. Tra le dediche nelle sue canzoni, questa probabilmente è stata scritta per Willy Cartier, un modello con cui si pensa Frank Ocean abbia avuto una breve relazione.
La storia narrata ha una fluidità che spesso è difficile da seguire, iniziando dal parlare del suo amore perduto ai suoi pensieri interiori, riguardanti dubbi sulle sue scelte di vita e realizzazioni su sé stesso e sulla natura di Dio, per poi ritornare, negli ultimi versi, a parlare dell’amore finito e per cui «farebbe qualunque cosa». La melodia travolgente ci trasporta attraverso questo suo flusso di pensieri, trasmettendoci la calma che spesso non si ha quando si riflette su questi temi.
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Self Control
Self Control è la settima traccia di Blonde. Questa parla di una relazione che sta cadendo a pezzi e dei motivi per il quale sta succedendo, indicati in vari momenti della canzone, cioè per l’immaturità dell’altra persona. Come nelle precedenti canzoni di Frank Ocean, anche qui la melodia è molto semplice e lenta: c’è la presenza principale di una chitarra che accompagna le varie voci che narrano questa storia.
Austin Feinstein e Yung Lean sono i due cantanti che in questa canzone rappresentano le voci aggiunte a quella di Frank Ocean, che gioca con questi cambi di tonalità per parlare del passato. Il titolo della canzone riguarda il fatto che i due amanti abbiano deciso di non vedersi più, e quindi di dover esercitare autocontrollo, cosa che Frank non riesce bene a fare perché, nonostante sappia che questa relazione non abbia futuro, lui continua ad amare questa persona.
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Wise Man
Wise man è stata scritta da Frank Ocean per essere inserita tra le canzoni del film del 2012 di Quentin Tarantino, Django Unchained, ma alla fine non fu aggiunta perché Tarantino dichiarò in un’intervista che non ci fosse una scena adatta. Frank decise allora di rilasciare questa traccia su Tumblr, e ora si può trovare anche su SoundCloud. Per tutta la canzone elenca vari stati in cui gli umani spesso si trovano e, facendo ciò, mostra come ognuno di noi si comporti in modo diverso: tutti stiamo semplicemente imparando a vivere e sperimentando questa vita per la prima volta. Le persone sono sempre pronte a incolpare e giudicare gli altri, spesso senza pensare ai propri errori, continuando così a sbagliare.
Frank Ocean riconosce la complessità intrinseca delle relazioni, e ciò che accompagna questa riflessione è il suono possente della chitarra elettrica. Negli ultimi versi si capisce meglio il suo pensiero, cioè che siamo tutti figli di Madre Natura e che dovremmo smetterla di isolarci, di continuare ad aggrapparci alle nostre differenze.
Fonte immagine: Wikipedia by Andras Ladocsi