Canzoni di Lazza sottovalutate ma magnifiche

5 canzoni di Lazza magnifiche ma sottovalutate

Lazza, pseudonimo di Jacopo Lazzarini, è un rapper, musicista e produttore discografico italiano, nato a Milano il 22 agosto 1994. Coltiva la passione per la musica fin da ragazzino, ciò lo porta ad iniziare gli studi di pianoforte presso il liceo musicale del conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, cambiato poi successivamente per un liceo linguistico, senza però conseguire la maturità. Successivamente è passato al mondo dellhip-hop, entrando nei collettivi Zero2 e Blocco Recordz. Nel 2009 ha preso parte alla manifestazione annuale di freestyle “Tecniche Perfette”. Il 5 novembre 2012 è avvenuto il suo debutto discografico attraverso la pubblicazione del mixtape Destiny Mixtape, distribuito gratuitamente, mentre il 29 dicembre 2014 rilascia il suo mixtape, K1 Mixtape, con la partecipazione del rapper Emis Killa nel brano, #NSSAUC. Collaborazione ricambiata poi l’anno successivo nei brani B.Rex Bestie e Bella idea, presenti in Keta Music Vol. 2. Nel 2016 ha preso parte alla trasmissione radiofonica hip-hop Real Talk Radio. Nel mese di dicembre dello stesso anno ha pubblicato sulle piattaforme digitali i singoli Wall Street Freestyle, DDA e Super Santos Freestyle, seguiti poi da Fuego il mese successivo. Infine, Lazza ha partecipato al Festival di Sanremo 2023 come cantante protagonista, conquistando ben il posto in classifica grazie alla sua canzone Cenere, curata nella produzione da Dardust. Nel 2024 vi ritorna, stavolta come ospite, presentando al pubblico la canzone 100 messaggi, che ha subito conquistato l’Ariston.
Eppure, anche all’interno di una così fortunata carriera, è possibile evidenziare alcune canzoni di Lazza sottovalutate.

Lazza va sicuramente ricordato per l’ampio utilizzo che fa del riocontra all’interno dei suoi brani, ovvero quel fenomeno linguistico tipicamente gergale, che vede comporre le proprie frasi attraverso l’inversione sillabica delle parole, ottenendo quindi il riocontra, cioè il contrario.
E’ sicuramente interessante far notare, per spiegare la diffusione del fenomeno linguistico, il rapporto di vicinanza, ed in questo caso proprio di parentela, fra le due città simbolo della moda in Europa, ovvero Milano e Parigi. Infatti nella capitale francese del dopoguerra iniziava ad affermarsi una nuova tendenza fra i ragazzi di alcuni arrondissement, una forma di comunicazione gergale semisegreta, un linguaggio giovanile in codice, che andò ad affermarsi definitivamente in tutto quanto il paese intorno agli anni ’80 (anche se l’epoca è ancora oggetto di controversie) sotto il nome di verlan, da l’envers, cioè l’inverso in francese. I bisogni di segretezza qui non erano dettati da ragioni di sicurezza (come era invece il caso nei gerghi del brigantaggio o della mafia in Italia), bensì piuttosto dal bisogno di un’appartenenza comune e da un innato istinto di gioco con le strutture linguistiche.

Scopriamo ora assieme 5 fra le canzoni di Lazza sottovalutate ma decisamente magnifiche.

1. Bisturi Freestyle

Questo freestyle è il primo brano tra le canzoni di Lazza sottovalutate. Presenta una strumentale autoprodotta da Lazza stesso, datata 16 agosto 2016, ed è un un manifesto delle capacità di scrittura del rapper milanese dei tempi in cui apparteneva ancora all’ambiente undergound del rap italiano. Qui Lazza racconta degli interventi subìti in passato, i quali non l’hanno scalfito e non sono riusciti a spegnere la sua passione per il rap.

« Sto senza sentimenti, ma è aperta la caccia al cuore
Neanche un bisturi in pancia mi ha tolto la voglia di vivere
Di scrivere, di tagliare la testa a queste vipere

Bastoni tra le ruote, ma non mollo, col cazzo
‘Sti rapper deepthroat senza collo, Costanzo »

Verso la fine del pezzo, dopo aver preso in giro con qualche frecciatina i nuovi trapper della scena, Lazza chiude la strofa e scherza sul terrapiattismo, ironizzando che la Terra non possa essere piatta poiché è piena di persone inaffidabili ad ogni suo angolo:

« Torno e mi fanno una statua in mezzo alla mia via
Maria io non esco, no, io esco la maria
Il fatto che la terra è rotonda, fra’, è una cazzata
Finché ci sono infami ad ogni angolo di strada
»

2. 430

Sicuramente fra le canzoni sottovalutate di Lazza si può citare 430, nono brano del suo primo disco in studio, Zzala, uscito il 14 aprile 2017. La traccia è stata prodotta da Low Kidd e DJ Slait. 430 non è altro che uno dei modelli della rinomata casa automobilistica Ferrari, macchina che Lazza vorrebbe subito nonostante sia ancora relativamente poco conosciuto all’interno della scena rap, un po’ a voler confermare quella voglia di avere “tutto e subito” tipico dei giovani. Il ritornello recita infatti « Dimmi dov’è la Ferrari », mentre nel bridge fa una citazione al celebre disco The Wall del gruppo rock britannico Pink Floyd:

« Salgo con le Nike, fanculo alle Tiger
Scappo dai fantasmi a bordo di una Spider
Mani sul volante e in bocca un big joint
Finché mi schianto e rompo il muro, Pink Floyd »

Nella seconda strofa, invece, il rapper di Milano riafferma la sua passione per le automobili sportive e la velocità facendo un bel gioco di parole: « Culo su una F430, sopra, frate, faccio 4 e 20 ». 420 sono sicuramente i km orari percorsi da Lazza sulla Ferrari, ma sono anche una cifra controversa, ben nota a chi fa assiduamente uso di droghe, quali cannabis o hashish, poiché è riconosciuto universalmente come l’orario più frequente per fumare il cosiddetto joint. Inoltre, il 20 aprile (4/20 per il calendario americano) è ritenuta la data simbolica per i consumatori di droghe, citando il 420 Lazza riprende anche il big joint che cita all’interno del bridge.
Conclude poi la seconda strofa del brano con una barra molto bella ed abbastanza rappresentativa della penna del rapper, nella quale manda una frecciatina sostanzialmente a chiunque sia ricco ma stupido, o a chiunque aspiri alla ricchezza del portafoglio ma trascuri quella culturale.

« Stavo pensando a svoltare
Per farmi una Enzo e lasciare in dietro tutti quei bastardi

Tu saresti un asino sopra 800 cavalli
 »

3. Silenzio

L’ultima traccia di Zzala è indubbiamente fra le canzoni di Lazza sottovalutate , ma è anche una fra le più introspettive e riflessive che il rapper abbia mai scritto. Co-prodotta a 4 mani da Lazza e Low Kidd, in questo pezzo il rapper descrive il silenzio secondo la sua concezione e ne valuta sia i rischi che i vantaggi. Si domanda quale sia l’effettivo valore del silenzio, dei fraintendimenti che comporta e persino di quanto riesca a raccontare di qualcuno, spesso dicendo addirittura più delle parole stesse: « Silenzio è capirsi anche con uno sguardo. Io che sto muto, tu mi urli bastardo ». Accosta il silenzio alla condizione di solitudine, ed in questo testo l’autore si lascia andare ai suoi dubbi ed alle sue insicurezze, per potersi auto-analizzare e parlare con la sua coscienza riflessa nello specchio.

« Cosa vale un silenzio
Più di mille parole
Metto in rima la forza di prose
A volte taccio per forza di cose
Mi alzo, mi guardo allo specchio
Non mi riconosco e son solo le nove
Bella giornata per niente, sarà uguale a ieri
Anche oggi sarò io il mio interlocutore
Baby per me è routine quella che chiami vita
Non proferisco parola ma in testa ho un casino
Da post uragano Katrina

In silenzio fai prima
 »

Molto significativo è soprattutto il ritornello, nel quale Lazza molla la presa su i suoi sentimenti e si mostra nelle sue fragilità, che però contribuiscono a renderlo umano, iniziando a riflettere sugli errori che ha commesso.

« Delle volte parlo, delle volte meno
Alle volte piango, altre volte tremo
Poche volte saggio, tante volte ingenuo
Il silenzio è oro ma se lo sprechi è zero
So che dormo poco e che è notte tarda
C’è chi tace e ascolta, chi non pensa e parla
So che un ferro uccide, che la voce è un’arma
So che gli occhi parlano più di certe labbra »

Infine, Lazza nella seconda strofa propone un accostamento del silenzio al buio, entrambi elementi tipicamente notturni, quasi come se il silenzio fosse proprio la melodia della notte: « Silenzio, i rumori di notte, facci una melodia ». Conclude poi facendo un pensiero tanto maturo quanto profondamente vero, per regalare agli ascoltatori un interessante spunto di riflessione a fine disco.

« Io spesso ho parlato e detto la mia
Anche se non era mia la colpa
Il silenzio è di chi l’ascolta
E magari anche di chi l’affronta »

4. Lario RMX (feat. Fabri Fibra)

Uscito in occasione della certificazione di disco d’oro di Lario, il remix ufficiale del singolo di lancio di Zzala, nonché quinta traccia del disco e principale hit dell’album, viene pubblicato il 21 marzo 2018, ed oltre alla collaborazione col rapper di Senigallia è presente anche una strofa inedita di Lazza, con prod. di Low Kidd. Il titolo è una parola di origine siciliana presa in prestito dal linguaggio gergale dei giovani milanesi, traducibile in italiano con brutto, ma in questo contesto è intesa nella sua connotazione più gergale di scemo o fesso. In varie interviste l’autore del brano ha raccontato che il termine ha una connotazione negativa e che gli stessi membri della 333 MOB, l’etichetta di Lazza, lo utilizzano come insulto per sfottersi fra di loro. Questo brano fa parte delle canzoni di Lazza sottovalutate in quanto, riprendendo le stesse metriche e gli stessi flow della versione canonica del pezzo, Lazza conferma il suo talento e la sua bravura riproponendo un nuovo testo della sua prima grande hit, mantenendo invece pressoché intatte la strumentale ed i bpm, assieme a qualche barra come alcune fra quelle iniziali:

« Disco d’oro, ehi
Uh, sì, baby ho fatto disco d’oro, ehi

Quando chiami tu, mhm, non rispondo, ehi
Cifra tonda, mai un po’ di sconto »

Anche Fabri Fibra non scherza e per non essere da meno scrive una strofa altrettanto pesante ed efficace: citando gli  AC/DC, paragona il suo reddito a quello delle vendite di Back in Black pubblicato nel 1980 e considerato uno degli album più venduti al mondo. Si allaccia poi bene e coerentemente al discorso sulla fama e sulle mode, dato che in quegli anni il genere rap aveva iniziato a spopolare  fra i giovani, trend che gli anni più recenti possono infatti confermare.

« Sono tornato a fare il cash, back in black
Tutti quanti vogliono sfondare con il rap
Parli come un nerd, vesti come Pharrell
Le rime impara a farle
Senti la fiamma, flambé
Se vuoi la fama, fai bene »

5. Gucci Ski Mask (feat Guè)

Chiudiamo la classifica delle canzoni di Lazza sottovalutate con questo pezzo prodotto da Low Kidd, molto aggressivo e poco “politically correct”, che vanta l’imponente collaborazione del rapper Guè, considerato dalla community italiana del rap, nonchè dai fandom dei due artisti, un po’ lo “zio” artistico di Lazza. Questo singolo da ben 3 strofe ha lanciato il album in studio di Lazza, Re Mida, uscito il marzo 2019, a cui seguiranno poi una versione estesa denominata Aurum (“oro” in latino), con altri 4 nuovi brani, ed un pezzo acustico chiamato Piano solo, entrambe rilasciate ad ottobre 2019. Un album capolavoro, padre di tracce del calibro di Porto Cervo, Netflix, Box Logo feat. Fabri Fibra, Cazal feat. Izi, Catrame feat. Tedua, Iside feat. Luchè. Questa canzone è un concentrato di flow, rime, cattiveria e cafonaggine e non è consigliata a chi sia ipersensibile o troppo permaloso. L’attacco della strofa di Guè risulta abbastanza crudo e volgare, raw in gergo, ed è all’unanimità riconosciuto come uno degli attacchi più potenti ed arroganti della storia del rap italiano. Infatti il rapper di Loreto dice:

« (G-U-È)
Sulla figa (what?), si rasa e si lascia una “G” disegnata
Un player Premier Liga
Può soddisfarla e se resta impregnata
Scappo e volo a Riga (adios)
Capitale della Lettonia
Delta integrale con l’alettone
Ebbene sì, Hennessy, cognac. »

Guè qui fa riferimento ad una campagna pubblicitaria di Gucci del 2003, una delle pubblicità più controverse della storia, resa famosa da uno scatto in cui c’era una ragazza coi peli pubici rasati a formare una “G” sulle sue parti intime.

Questa era la classifica delle canzoni di Lazza sottovalutate in base al numero di ascolti ricevuti ed al gusto personale.

Fonte dell’immagine in evidenza per Canzoni di Lazza sottovalutate ma magnifiche : Wikipedia

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