Canzoni di Lucio Dalla: le 5 più iconiche
Lucio Dalla è stato un cantautore, un compositore, un polistrumentista e attore italiano. Nato il 4 Marzo del 1943, è stato uno dei più innovativi e versatili autori e interpreti della musica italiana. Le sue canzoni soprattutto tra gli anni ’70 e ’80 hanno costruito un universo musicale magico, che con la morte del cantautore il primo marzo 2012 ha gettato nello sconforto almeno tre generazioni di italiani, cresciuti con la sua fantastica musica, fatta di brani carichi di ironia ma al tempo stesso carichi di poesia e profondità rara.
La storia musicale del giovane ed irrequieto Lucio Dalla inizia nella Bologna del dopoguerra, la città che gli aveva dato i natali, pronta a trainare l’Italia negli anni del boom. Lucio si approccia alla musica suonando il clarinetto, passando dal repertorio musicale popolare emiliano al jazz di New Orleans. Inizia ad esibirsi in pubblico fin da giovanissimo, diventa fin da subito un ottimo clarinettista e un cantante che ama sperimentare tecniche estranee alla realtà musicale italiana di quegli anni. Colui che lo scopre è un uomo non a caso, il grande Gino Paoli, che lo avvia ad una carriera da solista, vedendo in lui il primo cantante soul italiano. I primi anni della sua carriera da cantante solista sono però disastrosi, durante le sue esibizioni dal vivo sono più i pomodori che gli applausi. Dalla testardamente va avanti, non si fa intimorire, e grazie al suo spirito libero prosegue il suo percorso nella musica italiana. Dopo anni altalenanti arrivano i festival sanremesi ed i primi grandi successi a partire da 4/3/1943 fino a Piazza Grande. Da qui in avanti inizia la consacrazione musicale del cantautore bolognese, che fa il boom nel 1979 quando esce l’album Lucio Dalla, che viene consolidata l’anno successivo con l’uscita nel 1980 dell’album Dalla. Da qui in avanti la carriera di Lucio ha una grande svolta, con la produzione di alcune delle canzoni più belle di sempre dell’intero panorama musicale italiano, senza far mai mancare anche momenti in cui la sua penna era meno ispirata, insomma una carriera fatta di alti e bassi come è normale che sia, che ci ha donato un’artista eterno.
In tutta la lunga discografia di Lucio Dalla scegliere le canzoni più belle ed iconiche è un’impresa ardua, perché in qualsiasi caso ci sarebbe da ridire visto che la musica è assolutamente soggettiva, ma in questa brevissima lista si potrebbero inserire senza alcun ripensamento questi 5 brani che hanno fatto la storia della cultura cantautorale italiana: Caruso, Non mi basti mai, Piazza grande, Futura, La sera dei miracoli.
In Caruso, una delle canzoni manifesto del cantautore bolognese, si narra la storia dell’infinito amore di Lucio per Sorrento. Un racconto fatto di passione e malinconia, di tristezza e solitudine. La canzone fu pubblicata nel 1986, scritta a Sorrento, precisamente nell’albergo dove morì il celebre tenore Enrico Caruso. Questo brano racconta l’intramontabile passione per Napoli da parte di Lucio Dalla, ma soprattutto per Sorrento, che in questa canzone si specchia in tutta la sua suggestiva bellezza. In uno dei versi del testo Lucio scrive: È una catena ormai, Che scioglie il sangue rint’ ‘e ‘vvene sai. Si parla dell’amore per Sorrento che il cantautore stringe a sé come una catena, una catena che però non fa male, perché la bellezza di quella terra scioglie tutte le sue paure, e viene raccontata così la passione per quella terra unica.
Non mi basti mai è un altra delle più grandi canzoni di Lucio Dalla, che esprime un profondo desiderio e nostalgia per qualcuno. Il testo parla di essere tutto ciò di cui quella persona ha bisogno e desidera. Lucio vorrebbe essere i vestiti, il rossetto di quella persona, vorrebbe sognarla come non ha fatto mai. La canzone cattura il desiderio di essere presente in ogni aspetto della vita di questa persona, c’è un desiderio costante di essere di più, difatti la frase più ripetuta è proprio quella che racchiude il titolo Non mi basti mai. Questo capolavoro è come un appello a non dimenticare mai l’intensità dei sentimenti provati da entrambi, e rappresenta una delle canzoni più commoventi scritte da Lucio Dalla.
Piazza Grande è uno dei grandi classici del repertorio di Lucio Dalla, fu presentata a Sanremo nel 1972 e si aggiudicò il quarto posto. La poesia come sempre è parte integrante dei brani del cantautore bolognese ed anche in questa canzone è rievocata un’atmosfera nostalgica associata ad un linguaggio vivido e molto semplice che fa rivivere l’intero brano sulla pelle dell’ascoltatore, che sembra rivivere nella canzone verso dopo verso. Il testo è dedicato ad una piazza di Bologna, ed è una dichiarazione d’amore esplicita del cantautore verso uno dei principali luoghi d’interesse della sua città natale. Importante sapere che la canzone si riferisce a Piazza Cavour, una piccola piazza a ridosso della quale abitava da piccolo Lucio Dalla, difatti a Bologna non esiste alcuna Piazza Grande come recita il testo.
Futura è un altro dei brani più iconici e rappresentativi della discografia di Lucio Dalla, in cui racconta la speranza tramite la storia d’amore tra due giovani, uno di Berlino Est e uno di Berlino Ovest. Futura è una canzone di speranza, simbolo di un futuro che si spera migliore ed è anche il simbolo di un amore, testo ancora assolutamente moderno e riconducibile facilmente ai giorni nostri, nonostante è stato pubblicato nel lontano 1980. Berlino è un’altra delle protagoniste di questa canzone, anche se non viene mai nominata, in quanto il brano fu scritto durante una visita del cantautore bolognese al muro di Berlino, in una mezz’ora nacque Futura, su una panchina della capitale tedesca, che raccontava la storia di questi due amanti, uno di Berlino Ovest e l’altro di Berlino Est che progettano di fare una figlia e chiamarla Futura.
Infine abbiamo La sera dei miracoli, una delle tante canzoni che Lucio ha dedicato ad una città italiana, in questo caso a Roma, scritta in una notte d’estate nella sua casa di Trastevere. In questo brano il cantautore bolognese descrive un momento particolare della città all’inizio degli anni ’80, proprio in concomitanza della fine degli anni di piombo, con l’inizio di un nuovo decennio carico di novità e voglia di vivere. In questa canzone viene descritta l’aria dolce di Roma raccontata come una città in festa durante l’estate, dove però c’erano anche dei delinquenti e bisognava fare attenzione. Insomma un brano dedicato alle notti della prima estate romana all’inizio degli anni ’80, dove Lucio aveva visto una Roma incendiata da feste e da canti ovunque, e quindi rappresentava la descrizione di un momento di gioia collettiva che stava vivendo la capitale.
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