Carmen Miranda: la diva brasiliana dagli esordi a Hollywood

Carmen Miranda

Carmen Miranda è stata, e continua ad essere, una delle icone del Brasile nel mondo, conosciuta soprattutto per i suoi vestiti eccentrici e colorati e i suoi copricapi vistosi, ovvero dei grandi turbanti spesso decorati con frutta tropicale di vario genere, a cui la stessa artista allude nella sua canzone The lady in the tutti frutti hat.

Gli inizi della sua carriera in Brasile

Nata in Portogallo col nome completo di Maria do Carmo Miranda da Cunha, si trasferì all’età di un anno con la famiglia in Brasile, a Rio de Janeiro. Qui, da adolescente, iniziò a lavorare in un negozio di cravatte e poi in uno di cappelli, dove venne notata per la prima volta siccome non smetteva mai di cantare: secondo il suo biografo Ruy Castro, cantava proprio per attirare i clienti.

Nel 1929 iniziò a cantare per una radio di Rio, oggi conosciuta come Rádio MEC, ed è proprio lì che l’anno seguente registrò il suo singolo Taí (Você gostar de mim), una marchinha (genere musicale brasiliano molto in voga nel periodo del Carnevale) che diventò rapidamente un successo vendendo 35 milioni di copie nel solo anno di uscita. Il vero successo, però, avvenne con il cinema, quando Carmen Miranda recitò delle parti nei film brasiliani Alô, alô, Brasil (1935) e Bananas da terra (1939): proprio in quest’ultimo film Carmen apparve vestita da baiana per la prima volta, con il suo stile per cui è ancora ricordata oggi, mentre canta O que é que a baiana tem?, composta da Dorival Caymmi.

Il successo negli Stati Uniti

Nel 1939 partì per gli Stati Uniti, dove consacrò la sua carriera da attrice, mostrando di sé un’immagine esotica che fu molto apprezzata dal pubblico nordamericano, mentre accese polemiche tra i brasiliani perché, secondo loro, rappresentava un’immagine caricaturizzata e stereotipata del Brasile. Tornando nel suo Paese nel 1940, rispose alle critiche dei suoi connazionali che la definirono “americanizzata” con la registrazione di una canzone, Disseram que voltei americanizada, rigettando tutte le accuse e ribadendo di essere brasiliana al 100% e di amare la sua terra.

Carmen Miranda venne considerata una delle immagini di propaganda della cosiddetta politica di buon vicinato promossa dal presidente statunitense Franklin D. Roosevelt; nell’ambito cinematografico, in relazione a tale politica, furono girati film che dovevano favorire la vicinanza degli Stati Uniti all’America Latina, apprezzati molto dai nordamericani ma non dai sudamericani, che vedevano nei film mancanza di autenticità.

Negli Stati Uniti, dapprima a Broadway e in seguito a Hollywood, Carmen Miranda era sempre più acclamata dalla critica, i film in cui comparve (tra cui Una notte a Rio del 1941 e Copacabana del 1947) e in cui cantò le sue iconiche canzoni riscossero un enorme successo, i fan erano ipnotizzati dalla sua capacità di cantare in maniera particolarmente veloce come se stesse recitando uno scioglilingua (ne sono degli esempi Rebola a bola del 1941 e Tico-tico no fubá del 1945).

Gli ultimi anni della diva, la morte e l’eredità

Negli ultimi anni di vita la carriera cinematografica di Carmen Miranda subì un calo, ma la carriera musicale della “brazilian bombshell” (così definita dalla critica nordamericana) rimase solida fino alla fine, con anche frequenti apparizioni televisive.

Dietro ad uno stupendo sorriso e ad una energia esplosiva, però, si nascondeva una vita privata molto triste. Aveva un matrimonio infelice con David Sebastian, uomo che consumava costantemente alcool e la picchiava, da cui non ha mai voluto divorziare perché fervente cattolica; inoltre, da lui aspettava anche un bambino che ha sfortunatamente abortito, diventando sterile a causa di un’emorragia ed estinguendo per sempre il suo grande desiderio di diventare mamma. L’aborto aggravò le sue crisi depressive, portandola a bere, fumare e ad assumere numerosi farmaci, che la aiutavano nei suoi spettacoli, ma avevano effetti nascosti che le sarebbero stati letali.

Carmen Miranda morì nel 1955, a soli 46 anni, cadendo al suolo a causa di un infarto, lasciando un vuoto incolmabile nel mondo dello spettacolo. Il giorno del suo funerale fu dichiarato lutto nazionale in Brasile.

La sua memoria, a quasi 70 anni dalla morte, ancora sopravvive in tanti modi: nelle sfilate del Carnevale, siccome molte scuole di samba ancora si rifanno alle sue musiche e ai suoi vestiti; in un museo interamente dedicato a lei allestito a Rio de Janeiro; nella Hollywood Falk of Fame essendo la prima sudamericana ad ottenere una stella; nel documentario Carmen Miranda: Bananas is my Business, realizzato nel 1995.

 

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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