“Consapevolezze” è il titolo del nuovo EP dell’artista abruzzese Stefano Manzini. Intraprende il suo percorso musicale da giovanissimo, a soli 6 anni, e da lì inizia la sua ascesa verso il mondo della musica, mondo che, secondo Stefano, l’ha sempre affascinato sia perché proviene da una famiglia di musicisti, sia perché sentendo dentro di sé qualcosa di così forte, non ha avuto altra scelta che scrivere e trasformare quello che aveva dentro in parole, testi, emozioni che potessero essere trasmesse al maggior numero di persone possibile.
La sua impronta musicale è tendenzialmente pop, sebbene lui non si riesca a identificare in un genere in particolare, anche per via della varietà del suo bagaglio musicale.
Intervista a Stefano Manzini, autore dell’album “Consapevolezze”
La canzone Comunque vada mi ha ricordato in alcuni punti un giovane Marco Mengoni. Quali sono le tue influenze musicali?”
Questa è una domanda difficile. Io la musica la ascolto tutta, sento musica di ogni tipo, ma artisticamente parlando mi piace andare un po’ ‘controcorrente’ rispetto a tutto ciò che popola il mondo musicale di oggi. Non sopporterei di dovermi omologare, è anche un po’ in questo che risiede l’unicità di un prodotto musicale, no?! Aggiungo che non saprei nemmeno iscrivermi in un preciso genere musicale. Nella musica, come nella vita, non amo le etichette, semplicemente scrivo e canto quello che sento, il resto lo lascio fare agli addetti ai lavori. Intanto, grazie alla mia etichetta Music Force, il singolo ‘Sei parte della storia’ è su tutti i digital store e l’album fisico ‘Consapevolezze’ è in vendita ovunque, basta digitare su Google ‘Stefano Manzini Consapevolezze’ e vengono fuori le notizie che mi riguardano.
Interessante è come il giovane artista parli delle “consapevolezze” che l’hanno spinto a scrivere i suoi testi e a dare questo titolo al suo album.
Nell’album c’è tutto ciò che la vita mi ha portato a vivere: c’è l’amore, la follia, la delusione, e anche e soprattutto la rinascita. Ognuna di queste canzoni rappresenta un momento diverso e particolare della mia vita (sono state scritte dai 18 anni) e da ognuno di questi momenti ho potuto trarre qualcosa, quelle che ora (a 24 anni) sono le mie consapevolezze. Il bello, o il brutto, dipende dal pezzo, è che tutte queste cose, prima che diventassero delle canzoni, ho dovuto viverle in prima persona. In alcuni casi è stato semplice, in altri meno. Ma l’importante è aver realizzato questo piccolo grande sogno di pubblicare l’EP e di questo ringrazio molto tutto il team di Music Force che mi ha dato questa possibilità. Consapevolezze rappresenta il mio passato, è tutto ciò che mi porto dentro, è un percorso di crescita, di scelte consapevoli, appunto, che mi ha portato ad essere la versione più libera e vera di me stesso.
Stefano è dunque un artista che ha deciso di mettere sé stesso all’interno della sua musica, che, pur utilizzando parole semplici e dirette, riesce comunque a trasmettere i suoi sentimenti con grande intensità.
Oltre ad essere un cantautore, suoni qualche strumento?
Purtroppo no. È un grande rammarico che ho, quello di non aver imparato da bambino a suonare il pianoforte. Adesso, con tutto quello che ho per la testa, credo sarebbe molto difficile. Credo però di saper usare in modo sapiente le parole. Attraverso i testi dei miei brani cerco di carpire l’attenzione di chi mi ascolta; a dispetto di quanto si possa pensare, nessuno dei testi che scrivo è banale, almeno per me che ne sono l’autore. Poi ognuno ‘legge’, ascolta i brani e li fa suoi a modo suo, avvicinandoli e accostandoli al proprio vissuto.
Fonte immagine: Screenshot del video