Discoverland di Roberto Angelini e Pier Cortese, con la partecipazione amichevole di Niccolò Fabi, arriva al Bolivar il 17 ottobre. La prossima tappa in Campania sarà il 2 novembre al teatro San Marco di Benevento.
In apertura al concerto ci sono Leo Pari, con le sue canzoni intime e autobiografiche, accompagnate dalla tastiera e Alessandro Ragazzo che ci rende partecipi letteralmente dei suoi sogni, con un’esperienza immersiva e sincera, tutta in acustica.
Discoverland è un lavoro di ricerca elettronica e armonica, giocosa e profonda, psichedelica e bucolica
Discoverland di Roberto Angelini e Pier Cortese è una cassa dritta che si fa spazio «attimo dopo attimo» nella nostra zona interna a forza di arpeggi e distorsioni di suoni. Chitarre elettriche, acustiche e classiche, bassi, tastiere e sintetizzatori danno forma astratta e incisiva agli arrangiamenti originali del duo Angelini e Cortese. Si tratta di esperimenti che possono durare a volte pochi minuti o brevi secondi, ma che restituiscono tutta l’intensità del live. Sono suoni e sprezzature dalla vita breve, perché «vivere per sempre non è romantico». «It’s wonderful» lasciarsi trasportare nell’universo caleidoscopico di Discoverland in un teatro intimo e piccolo come il Bolivar. Dalle prime file si percepisce tutta la sincerità e la curiosità di artisti che sono tali perché non sanno essere altro, la loro è una postura. Suonano – protagonista è, infatti, la musica – per il piacere e l’urgenza di farlo.
Per Roberto Angelini e Pier Cortese il progetto Discoverland è nato come una forma di sperimentazione libera e anarchica, come un lavoro di artigianato e di decostruzione (personale, discografica e musicale).
Con Discoverland Pier Cortese e Roberto Angelini disattendono le aspettative di tutti quegli spettatori che confidano di trovarsi di fronte a delle star e si ritrovano, invece, a contemplare degli esseri umani, artisticamente superiori a gran parte dei cantanti che giganteggiano nell’attuale scena musicale. Discoverland è una scoperta anche per il pubblico, che dopo i primi dieci minuti di concerto comincia a sentirsi parte del cerchio musicale, dell’incognita che si rivela una grandissima sorpresa. La disposizione dei musicisti sul palco – la forma è quella di un triangolo dagli angoli morbidi – ci trasporta su una barca a vela sospesa, a galla tra il cielo e il mare, come quella disegnata sulla copertina dell’album. Il trio sulla scena (Angelini, Cortese e Fabi) è in perfetta sintonia e, sin dai primi pezzi, si coglie l’essenza del viaggio che i tre hanno intrapreso insieme: un percorso sfumato, senza una meta prestabilita, con colori tenui e maturi, dai toni sognanti e graffianti, di adulti-adolescenti con l’esperienza musicale di cantautori decennali. Discoverland è un miscuglio di intenzioni, apparentemente non casuali, oppure guidate dall’istinto ma piene di senso. Come tante brevi sequenze di un unico film, le sperimentazioni musicali con voce, lap steel e synth, assumono una forma fluttuante e benefica (per chi le produce e per chi le ascolta) nell’insieme del montaggio.
Così si potrebbe dire che le semplici prove musicali di tre amici hanno dato vita a una magia irripetibile? In realtà i tre, che si presentano umilmente come audaci discoverers, hanno competenze tecniche e orecchio da non invidiare a nessuno.
Discoverland è un disco per la terza età non anagrafica ma dell’anima. Discoverland è per chi sa sognare, per chi ha imparato ad ascoltare e ha smesso di sentire, e i numerosi giovani presenti in sala testimoniano che la scoperta (quel movimento incessante) non ha età.
«La luce chiede al buio di aspettare» – è il verso di un brano contenuto nel disco – ma, seduti nella platea del Bolivar, siamo tutti in attesa del buio per assistere allo spettacolo di luce che emanano tre artisti in grado di essere presenti qui ed ora, senza badare a chi sono stati un momento prima. E luce fu. L’arte è esserci. Ricordare non è necessario quando puoi partecipare in sole due ore a un processo di immaginazione fatto di musica e parole, poste sempre sopra le righe ma mai fuori luogo.
Discoverland live è una tempesta accolta e vissuta con lo spirito in piena quiete. Sebbene le sonorità siano inedite, frutto di una ricerca creativa e per nulla sprovveduta, quello che viene fuori è un concerto naturale, vero, diretto e pulito, senza orpelli e inutili smanie. Roberto Angelini sfiora le corde della chitarra con un gesto così spontaneo al punto che pare diventare un tutt’uno con lo strumento. Lancia uno sguardo di complicità a Pier Cortese e lui risponde con la voce. Sul palco si divertono e sudano come stessero giocando una partita di tennis. In Discoverland non può mancare il contributo di Niccolò Fabi che ci tiene ad esprimere apertamente la sua gratitudine nei confronti di Roberto Angelini e Pier Cortese, per la freschezza e l’innovazione del loro progetto musicale, rivelatosi una ricchezza anche per il suo percorso di crescita personale e artistica. Niccolò Fabi è, infatti, un artista che non si considera mai arrivato e questa è la sua grandezza. Per ringraziarli del movimento che hanno generato in lui sceglie di cantare Amori Con Le Ali, e tra i mezzi di trasporto elencati andrebbe aggiunta la lap steel di Angelini, che sola riesce a risvegliare emozioni da tempo placate.
Discoverland era nato come un gioco tra due amici che amavano così visceralmente dei brani da volerli destrutturare, reinterpretare, per poter inserire la propria soggettività nell’universale, toccare l’intoccabile, restituire consistenza e carnalità a quelli che sono considerati i mostri sacri della musica.
Discoverland passa attraverso Paolo Conte, Ivan Graziani, Björk e Kings of Convenience, scomoda persino Ennio Morricone, azzarda e ci porta via in un mondo dove non esistono regole, o meglio, in cui le regole si conoscono talmente bene che ci si può concedere il lusso di trasgredirle. La sensazione è quella di un disco che ci consente di viaggiare nello spazio e nel tempo, aprendo orizzonti inesplorati, landscapes appunto.
Discoverland è, infine, pure la dimostrazione che chi ama la musica ed è un vero artista, contro ogni mania di protagonismo, anche in prima fila se la cava benissimo.
fonte foto di copertina: ufficio stampa