Un Wurlitzer, un suono analogico, un modo “vintage” di pensare alla canzone lasciando ampi spazi di espressione alla sua Recover Band che ci regala anche momenti distopici e dissonanti. Eugenio Balzani firma un disco assai elegante come “ItaliòPolis” che lui stesso ci racconta come un racconto intimo e di frammenti umani, della necessità di musica, di una strana e pandemica realtà che stava stranamente entrando nelle nostre vite, e che si tramutava in voglia di correre lungo le rive dei fossi e nel desiderio di poesia come rifugio emotivo. Tutto questo e tanto altro gravita in un disco che cerca la melodia e trova anche la bellezza che passa da quel peso scomodo che spesso sanno avere le parole di un cantautore.
“ItaliòPolis” è un disco di denuncia o un manifesto romantico?
Mi piace pensare che sia un po’ di entrambe le cose, una denuncia romantica, di questa progressiva e pare, inarrestabile perdita dei valori umani.
Il Wurlitzer oggi è un cimelio del passato o un punto di riferimento per il suono del futuro?
Il Wurlitzer è uno strumento meraviglioso del presente, che va interpretato con grande sensibilità per le sue caratteristiche sonore. Gli strumenti musicali, tutti, sono un patrimonio universale senza tempo, la musica senza di loro è come un mare senza pesci.
https://www.youtube.com/watch?v=VXN4cYAXTQw
Anche la tua vita di ha portato ad una forma di immigrazione. Un tempo dalle province arrivava l’energia migliore… oggi secondo te? Qualcuno dice che si sta vedendo un ritorno…
Il rapporto con la provincia è complesso e si sta modificando come tutto il resto. Rimane un punto d’osservazione diverso, da cui guardare la vita , sviluppa, a volte, una fantasia di sopravvivenza che libera la persona da stili o da mode del momento che sono sempre fenomeni con poca vita dentro.
I pazzi e il circo… pensi di essere stato severo o fin troppo morbido nelle tue allegorie?
In questo pezzo, sono stato “ crudo”, nell’uso di alcune immagini, è un po’ fuori dal mio scrivere solito, ma la quota di rabbia, in quel momento era tanta e la canzone è diventata un’urlo.
E un cantautore, un artista oggi chi è: un pazzo o un profeta?
Se tu leggi, oggi, il testo di Dio è Morto di Guccini, scritto più di 50anni fa, direi che la visione profetica è impressionante.
https://open.spotify.com/album/5YwrBqycZylNs89sZHTy04?si=e15f516bc12e4b84