Il 17 aprile vedrà la luce Ballate Dasporto, nuovo album del rapper bolognese Friz, pubblicato dall’etichetta discografica INRI.
Oltre ad essere un’inscrizione cara al mondo cristiano, INRI indica anche una realtà ben nota all’interno del panorama musicale indipendente italiano. Sotto l’acronimo de “Il Nuovo Rumore Italiano” questa etichetta discografica torinese, con sedi anche a Milano e Roma, ha riunito attorno a sé nomi appartenenti a un ambiente musicale che, complici anche Spotify e i social network, può essere usufruito anche da chi non ne è un assiduo frequentatore.
La creatura dei fratelli Davide e Paolo Pavanello e di Pietro Camonchia ha scovato, in nove anni di attività, personalità che hanno calcato il palco dell’Ariston quali Levante e gli Ex-Otago, nomi di nicchia e conosciuti da una cerchia di appassionati come i Voina, mostri sacri dell’underground nostrano degli anni ’00 come i Linea 77 e ha donato la stella della notorietà al pianista Dario Faini in arte Dardust, che ha suonato davanti al numeroso pubblico del Bank Stadium di Minneapolis durante l’intervallo della cinquantaduesima edizione del Super Bowl. Di questa scuderia vincente fa parte anche l’artista protagonista di questa recensione: il rapper Friz, con il suo album di prossima uscita Ballate Dasporto.
Friz, una breve biografia
Nato nel 1989 Friz lascia il Veneto, sua terra d’origine, per trasferirsi a Bologna. Lì, tra lavoretti in un ristorante e gli studi di antropologia, affina le proprie conoscenze musicali pubblicando nel 2015 il suo primo lavoro, Rose Sélavy?
Nel 2017 inizia a lavorare con l’amico Fed Nance (Federico Cavallini), produttore e polistrumentista ferrarese, a un progetto composto da alcune canzoni pubblicate come singoli (Nottetempo, Tokyo) suscitando l’interesse dei già citati fratelli Pavanello, che lo accolgono nella grande famiglia INRI. A due anni di distanza da questi progetti, Friz giunge al suo nuovo lavoro: Ballate Dasporto, in arrivo (per il momento in formato digitale) il 17 aprile.
Ballate Dasporto. Graffiti di quotidianità urbana, imbevuti di hip hop
Tutti i sei brani che costituiscono l’album rivendicano un’identità hip hop, adatta all’ambiente urbano a cui l’apporto strumentale di Fed Nance fa da cornice ideale. Lo si capisce ascoltando il singolo che ha anticipato Ballate Dasporto: Cobalto, uscito il mese scorso, una canzone d’amore le cui sonorità pop fanno da base per i ritmi e i beat di Friz, che mette in scena la realtà di Bologna. Anzi, la realtà che i giovani vivono quotidianamente nel capoluogo romagnolo.
Fin da Assé, pezzo introduttivo di pochi secondi che fa da preambolo, veniamo sin da subito immersi in quel contesto attraverso i rumori della cucina di un ristorante e la voce di un cuoco che chiacchiera con il nostro cantante. Friz ha voluto portare con sé tutte le esperienze che lo hanno formato, tra cui il lavoro nelle cucine dei ristoranti per potersi pagare gli studi, ma anche la realtà multietnica che si può trovare in città. «Ho conosciuto cuochi e camerieri provenienti da ogni parte del mondo, che mi hanno insegnato come fare le tagliatelle al ragù bolonnaise. Fumavo con loro a fine turno, bevevamo birra dalla stessa bottiglia, mangiando kebab e riso biryani, parlando la stessa lingua mischiata. Siamo tutti bahi, che significa “fratelli”: ognuno ha il suo nome seguito da bahi, io per loro ero Friz bai. Senza l’h perché ho sempre pensato si scrivesse così. Da qui si sviluppano gli episodi, gli aneddoti e le suggestioni che ho messo all’interno del disco».
Bisogna immaginare Ballate Dasporto come un lungo graffito, dove vengono rappresentate sfaccettature di realtà urbana. Babilonia, forse la canzone più bella dell’album, è ad esempio uno spaccato dal background notturno e multiculturale in cui si muovono figure di giovani «con la giacca di Just Eat» costretti a lavori sfiancanti per vivere in modo dignitoso e in cui la voce quasi “sommessa” di Fritz esegue il brano, in cui si mescolano elementi settoriali del lavoro svolto da lui stesso (le ordinazioni, lette durante la canzone). In brani come Nonsoche e Idea va invece a unirsi la tematica amorosa, in diverse sfaccettature: il desiderio, il ricordo, la voglia di amare qualcuno.
In effetti il punto di forza dell’album è costituito dai testi. Friz pensa non come un rapper ma come un cantautore. Non devono quindi stupire la ricchezza di metafore, similitudini e immagini, utili a descrivere la quotidianità di cui egli stesso è ed è stato protagonista. Dimostra così anche una certa abilità con la penna, che gli permette di scrivere testi che non accettano soltanto una chiave di lettura.
Ballate Dasporto è quindi un’opera concepita come un piccolo documentario sonoro, in cui la voce di Friz riesce a descrivere con un sound semplice e immediato uno spaccato cittadino e notturno, dove ognuno di noi nato tra gli anni ’80 e ’90 si ritrova a fare i conti. Ennesima dimostrazione lampante di come le parole e la musica riescano a descrivere la realtà meglio di sedicenti esperti e dei loro discorsi inutilmente retorici.
Fonte immagine copertina: Ufficio Stampa