Il 6 Dicembre ha preso il via il tour di presentazione del gruppo di musica popolare Arianova con il progetto “Fuoritempo” : un doppio CD accompagnato da un volume di oltre 100 pagine di foto storiche, che racchiudono circa 50 anni di tradizione, dedicati ai canti di Pignataro Maggiore e la provincia di Caserta. L’evento ha visto la partecipazione dei maestri Eugenio Bennato e Gianni Lamagna, i quali, oltre ad aver scritto una breve prefazione all’’interno del volume presentato, hanno riservato agli Arianova parole commoventi e che racchiudevano a pieno lo spessore culturale che rappresentano.
Il museo Campano di Capua ha reso il tutto più suggestivo, permettendo la completa immersione in quello che sembrava un contesto parallelo alla realtà, che permetteva agli spettatori un tuffo nel passato. Il passaggio di sala in sala, per poi arrivare a quella dove si sarebbe tenuta la presentazione, é stata un vero e proprio viaggio che ha portato verso gli artisti.
Svolgimento dell’evento “Fuoritempo” degli Arianova
L’evento per la presentazione di Fuoritempo degli Arianova si é aperto con una breve digressione da parte della responsabile dell’area cultura di Capua, la quale ha introdotto il direttore del museo Campano di Capua, Gianni Solino, che si é prestato ad un discorso di benvenuto per artisti e spettatori. Ha seguito la parola, Vincenzo Corcione, assessore alla cultura della città di Capua, il quale testualmente, ha celebrato i canti popolari come metodo per “ preservare passato e presente, e per garantire il futuro”. La parola é poi passata al maestro Bennato, che al termine di breve frasi, volte a trasmettere gran coinvolgimento, ha smosso gli animi del pubblico con una breve esclamazione, piena di significato: “Evviva la musica popolare!”. Il grande Lamagna si é soffermato nel dedicare poche, ma commoventi parole, in memoria di Gianni Giordano, prematuramente scomparso pochi mesi fa.
Il concerto si apre con un canto che trasmette enorme commozione. Gli artisti ci tengono a mettere al corrente il pubblico di ciò che stanno per raccontare. Infatti, é chiaro si tratti di un canto d’amore. É il canto di un giovane che, innamorato di una ragazza, le dedica questa melodia consapevole del fatto che lei sarà costretta a sposare un uomo più anziano. Il canto parte con una registrazione originale, di una donna che intona fantastici suoni, per poi dar spazio agli Arianova, che continuano il motivo.
Il concerto segue tra racconti giovanili degli artisti che interagiscono con il pubblico facendo sentire tutti parte di una grande famiglia, e canti coinvolgenti e dinamici, che raccontano storie di lavoro, di protesta, d’amore e di vita vera. Al termine della scaletta, il pubblico fremente chiede altra musica e l’evento si trasforma in una vera e propria festa di strumenti di ogni genere, ed é proprio in questo clima accogliente e gioioso, che si chiude l’evento.
Intervista al produttore Emilio di Donato
Successivamente alla chiusura, il produttore Emilio di Donato, il quale ha avuto l’idea di registrare queste vere e proprie pillole di tradizione, ha rilasciato un’intervista.
Come nasce il progetto Fuoritempo degli Arianova?
Partiamo col dire che sono uno degli ultimi arrivati, infatti sto con loro da circa 15 anni. Erano anni che loro eseguivano questo repertorio, eppure, non l’avevano mai pubblicato. Quindi quattro anni fa abbiamo iniziato con il lavoro di ricerca, abbiamo registrato ed abbiamo deciso di racchiudere questa storia in un libro. Ci sono voluti quattro anni perché é stato un lungo periodo di ricerca. Chiunque sapesse una storia, un aneddoto riguardo un canto, veniva a raccontarcelo, l’abbiamo trascritto. Le immagini sono scelte con cura e rappresentano le tradizioni di Pignataro, terra di lavoro. Inoltre ogni brano richiede circa una settimana di registrazione, che moltiplicato per trenta, che é il numero dei canti pubblicati, fanno un bel numero di ore.
Data la mole di brani e storie a cui siete stati sottoposti, com’é avvenuto il processo di selezione dei canti per Fuoritempo?
Su una cinquantina di brani registrati, alla fine abbiamo deciso di pubblicare quelli che sembravano registrati ed arrangiati meglio. É stato un lavoraccio, ma ci tenevamo che fosse di impatto. Avevamo un colpo e non lo avremmo sprecato. Volevamo fare qualcosa di importante e ci siamo riusciti.
É stato un lungo percorso, quali sono le ragioni che vi hanno motivati? Sentite una sorta di responsabilità nei confronti delle generazioni future?
Esatto, ci siamo resi conto che dopo di noi probabilmente questi canti e quindi questa tradizione sarebbe morta con noi se non li avessimo pubblicati. Non ci sono altre persone che li eseguono in giro. Quindi questo lavoro ha avuto lo scopo preciso di lasciare una traccia nel futuro. Speriamo abbia la riuscita dei dischi della Nuova Compagnia di Canto Popolare, che sono stati incisi con lo stesso spirito con cui noi abbiamo realizzato quest’opera. Quindi, mi auguro che quando sarò novantenne ci siano dei ragazzi che eseguiranno questi brani grazie alla nostra ispirazione.
Questi sono brani che hanno sicuramente la propria storia, ma crede che i contesti dell’epoca abbiano delle similitudini con quelli odierni?
Assolutamente no, credo siano completamente diversi e per questa ragione tutto questo lavoro é una scommessa. Tutto questo potrebbe essere totalmente ignorato dalle prossime generazioni, ma allo stesso modo, tra trent’anni potrebbero essere considerati un tesoro. In sostanza siamo solo speranzosi riguardo il fatto che possa esserci un ritorno di fiamma nei confronti delle tradizioni. Noi la nostra parte l’abbiamo fatta.
Fonte immagine: ufficio stampa