Altri Occhi è l’ultimo lavoro discografico di Cara, il progetto musicale della cantautrice Daniela Resconi. In questi anni, la musicista di Cremona ha proposto una valida e solida alternativa musicale di cantautorato che, in questi anni, ha riscosso un certo interesse da parte dalla critica e dagli addetti del settore.
“Vai o resti” e “Ti fai male solo tu”, brani tratti dal suo primo omonimo EP dell’Aprile 2014, sono stati infatti pubblicati in anteprima rispettivamente da Rolling Stone e Rockit.it. Inoltre, nel Giugno del 2015 pubblica il suo secondo EP “Non guardarmi”, inserito da Rockit nella lista dei 50 dischi e dell’anno. Nel 2016 esce il suo primo effettivo disco “Respira” che la porta a suonare al festival MIAMI di Milano e ad ottenere una candidatura nella categoria “Opera Prima” alle Targhe Tenco.
Altri Occhi, pubblicato lo scorso 8 Marzo, è stato prodotto da Davide Chiari, registrato da Pierluigi Ballarin e conferma e innova lo stile personale di Daniela Resconi, con sonorità più essenziali che che continuano a mantenere quel carattere trasognato, sfumato, dal gusto un po’ retrò.
Qualche giorno fa, per l’occasione, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Daniela che ci ha raccontato un po’ del suo nuovo album, dei suoi inizi e del suo futuro.
Intervista a Daniela Resconi
Come ti sei avvicinata alla musica?
È successo per caso, a 17 anni avevo degli amici che avevano un gruppo punk e una loro batteria finì nel mio garage per motivi di spazio. Ho iniziato a suonarla così e dopo è stata tutta una cosa in divenire. Nasco batterista, l’ho fatto per un po’ di anni poi ho iniziato a ‘suonicchiare’ la chitarra e mi sono gasata diciamo. Sono passati un po’ di anni ed eccomi qui.
Cosa ci puoi dire del tuo ultimo album, Altri Occhi?
Le domande aperte… che paura! (ride, nda).
Allora ho fatto determinate scelte che, in primis, a livello di gusto che nel tempo ho maturato, ho voluto semplificare un pochettino le produzioni e basare il disco sui pezzi. Infatti sono abbastanza semplici a livello di arrangiamento perché volevo un qualcosa di più sincero e onesto, riproducibile da sola live. Quindi, diciamo che, rispetto al disco precedente, questo è il cambiamento principale. A livello di tematiche più o meno sono sempre le solite cose che mi frullano per la testa (ride, nda): sensazioni varie su argomenti di vario tipo che butto lì, in modo non troppo descrittivo, perché non è una cosa che amo, ma più appunto a livello di sensazioni che vengono accompagnate dalla musica nella sua semplicità.
Cosa puoi raccontarmi invece della candidatura alle Targhe Tenco come Migliore Opera Prima nel 2016?
Ti dico che io non lo sapevo. A un certo punto mi arriva un messaggio su Messenger di una persona, che non conosco personalmente ma che mi seguiva e aveva scritto qualche recensione su di me, che mi fa i complimenti per la candidatura alle Targhe. E io: « Cosa?!». Sono andata a controllare online ed effettivamente ero tra le candidature e ci sono rimasta subito molto molto bene. Subito a chiamare le persone, il panico! Quell’anno vinse Motta, me lo ricordo, ma in realtà non avevo avuto alcuna comunicazione ufficiale da parte loro. È stata una cosa che ho saputo così, per caso, ma è stata una bella soddisfazione.
Prima parlavi della riproduzione live, come si struttura un tuo concerto?
Ho fatto questa scelta di uscire da sola per motivi logistici e personali e anche motivi che si legano al disco. Esco con una base, che è esattamente la drum-machine del disco, e chitarra e voce. Diciamo che suona come il disco ‘Altri Occhi’ il live.
Tu comunque lavori e, parallelamente, ti dedichi alla musica. Speri che un giorno quest’ultima possa diventare la tua professione?
Devo dirti la verità, a questo punto non lo so. Nel senso, vorrei essere investita dal caso e prendere quello che succede. Se dovesse accadere mi piacerebbe provare ad avere una carriera professionale da musicista, però se non dovesse succedere non cadrebbe il mondo. Comunque ho un lavoro, comunque ho una vita e faccio quello che faccio a livello musicale perché mi piace e mi riempe. Ne ho bisogno io, per me, per prima. Quindi fare musica a livello professionale sarebbe uno step in più. Non mi tiro indietro ma se non succede io vado avanti per la mia strada a fare le mie cose.