Gruppi italiani, quali non dobbiamo per nessun motivo dimenticare
Correva l’anno 1966 quando si formò il gruppo veneziano Le Orme. Parliamo di uno dei gruppi italiani più importati della scena progressive italiana, insieme ai successivi gruppi italiani progressive degli anni settanta come il Banco del Mutuo Soccorso, la Premiata Forneria Marconi, i Goblin, gli Osanna, i Maxophone (in attività fino al 2018), per citarne alcuni.
La scena italiana, almeno per il progressive, possiede dei cimeli assoluti da non sottovalutare sia per la loro bellezza in ogni tempo che per l’aspetto storico-musicale. Un esempio sono gli Stormy Six, gruppo milanese formatosi nel lontano 1965 e attualmente attivo, almeno per i live. Gli Stormy Six partono dal beat degli anni ’60 per arrivare all’avant prog di fine anni settanta e inizio anni ottanta, attraverso il country rock, il folk rock, il progressive folk e il rock progressivo.
Gruppi italiani: Le Orme
Anche il gruppo veneziano, ancora in attività, esordisce nel ’69 con l’album Ad Gloriam ancora molto vicino al beat tipico degli anni sessanta (da considerare gli Equipe 84), basti pensare al brano Fumo dello stesso album. Nel corso degli anni settanta, però, l’approdo ad un tipo di “pop sinfonico” tipicamente statunitense non può non mancare. Ascoltando la discografia de Le Orme ci si può accorgere che lì dentro, non solo ci sono delle perle rare della musica italiana, ad esempio Era Inverno (in Collage), Gioco di Bimba (in Uomo Di Pezza), e ancora Tenerci Per Mano (in Storia O Leggenda), c’è anche tutto il clima musicale italiano dagli anni ’70 fino agli anni più recenti. I primi album, Collage (1971), Uomo di Pezza (1972), Felona E Sorona (1973) e ancora Contrappunti (1974), sono marcatamente progressive. Già da Smogmagica del ’75 qualcosa sta cambiando.
Un cambiamento, certo, avvertito anche negli ultimi tre album di fine anni settanta: Verità Nascoste (1976), Storia o Leggenda (1977) e Florian (1979), un esempio è proprio il brano Fine di un Viaggio, quasi a voler dire “fine di un’epoca”. Con gli album Piccola Rapsodia dell’Ape (1980) e Orme (1990) si procede verso altre rotte musicali più marcatamente rock e che mettono sempre più in crisi il genere progressive. Per cui, anche in Italia si avverte in maniera consistente il dilagare di un genere nuovo come il punk o anche il new wave specialmente a Bologna dopo il ’77 e nel corso degli anni ’80.
Diaframma
Tra i principali gruppi italiani punk (ma anche new wave) si ricordano i Gaznevada, i Luthi Croma, i Nerorgasmo (anche se in questo caso si parla più di hardcore punk), i Confusional Quartet, gli Skiantos, i primi Litfiba e soprattutto i Diaframma, gruppo fiorentino dei primi anni ’80, ancora in attività, e le sue pietre miliari Siberia (dall’album Siberia del 1984), Corto circuito e Illusione ottica, brani del 1982.
C.C.C.P.-Fedeli alla linea
E ancora i C.C.C.P.-Fedeli alla linea, gruppo punk emiliano attivo tra il 1982 e 1990, con Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni e in seguito Giorgio Canali. Molti dei loro brani non solo sono tematicamente forti, ma anche interessanti per la dinamicità del suono. Ogni album ha una sua “autonomia”, così come ogni brano al suo interno. Si prenda ad esempio il confronto di Inch’Allah- ça va e Guerra e pace del secondo album Socialismo e Barbarie del 1987.
Il quarto e ultimo album del gruppo pubblicato nel ’90, Epica Etica Etnica Pathos, nel quale si trovano Aghia Sophia, Sofia e Amandoti, è uno dei migliori album di sempre.
C.S.I.
Agli inizi degli anni ’90 si forma un nuovo nucleo degli ex C.C.C.P. con Ferretti, Zamboni, Maroccolo e Magnelli: Consorzio Suonatori Indipendenti (C.S.I.), più improntato, però, verso l’indie rock, il new wave e il rock alternativo. Negli anni ’90 moltissimi gruppi italiani dell’alternative rock sembrano spuntare come funghi: i Marlene Kuntz e la loro Musa, gli Offlaga Disco Pax e i Venti minuti, i Meganoidi, i Negrita, i Timoria, i Subsonica e Tutti i miei sbagli, i Negramaro, i Bluvertigo e Altrove, i Blastema, gli A Toys Orchestra, gli Üstmamò, e ancora i Marta sui tubi con i loro Vecchi Difetti e gli Afterhours con il loro Veleno.
Skiantos
E’ interessante notare come gli Skiantos, gruppo bolognese formatosi a metà degli anni settanta, rientri anche nel genere del rock demenziale affiancando Elio e le Storie Tese (formato nel 1980), i Farinei d’la brigna (formato nel 1986 e ancora in attività), i Figli di Bubba (formato nel 1988), senza dimenticare i Gem Boy e soprattutto gli Squallor (gruppo formato nel ’69 e attivo fino al ’94).
Gruppi italiani: Squallor
Quest’ultimo gruppo, composto inizialmente da Daniele Pace, Totò Savio, il paroliere Giancarlo Bigazzi e Alfredo Cerreti, rappresenta un po’ l’essenza del genere “demenziale” che non necessariamente deve essere sinonimo di “ridicolo” o “spazzatura”, roba poco colta, come si crede generalmente. Basti pensare che Bigazzi, Pace e Savio hanno scritto e composto Morirò per te cantata da Mina, o Gli uomini non cambiano (1992) scritta e composta dal solo Bigazzi con Marco Falagiani e Giuseppe Dati e cantata da Mia Martini.
E ancora Cirano nel 1996 con Guccini. Il rock demenziale, e più nello specifico la musica degli Squallor, lega la satira e la parodia insieme per un “prodotto musicale” impegnato e non lontano da volontari “colpi politici”. Ad esempio Mafia (Che fare se non c’è) dall’album Cambiamento (’94), o Confucio del ’78:
“Incompetenti, stralunati, folla che mi seguite ormai da vent’anni, da trent’anni,/è l’ora della gra-grande discordia, è l’ora che noi ci prendiamo le nostre azioni./ Lo so, ci sono alcune ingiustizie sociali, ma non è questo che ormai il paese attende da voi,/il paese attende delle cose più congrue, più vitali, più sindromi, più incapocchiate”.
Fonte immagine: https://it.wikipedia.org/wiki/File:Le_Orme_nel_1969.jpg