Tra le nuvole è il nuovo singolo dell’artista Guido Elle, uscito in radio e sui digital store il 6 settembre 2024, dopo il suo ritorno in scena con il brano Microcosmo. Tra le nuvole è un pezzo dal sapore pop-rock, con un ritmo che accompagna ed avvolge un testo profondo, basato sul bisogno di vivere con leggerezza e perdersi fra le nuvole; questo brano anticipa l’album Duepuntozero, il secondo del cantautore, in uscita il 4 ottobre 2024.
Ringraziamo Guido Elle per l’occasione di questa intervista, che ci permette di poter vedere con lui il significato del brano, della sua musica, e della sua identità come artista.
Intervista a Guido Elle
1) Buongiorno Guido, partiamo con una domanda semplice: cosa ispira di più la tua musica?
In realtà è meno facile di quanto pensassi perché non ho una risposta sicura. Credo che l’ispirazione non sia determinabile in via definitiva, è un fuoco che gira nomade dentro e che si accende, a sua discrezione, sotto l’impulso di una esperienza, di una emozione, di una notizia. E il bello è che quello stesso impulso non sempre provoca la stessa reazione, così da rendere l’ispirazione assolutamente incontrollabile, inaspettata. Forse capire cosa effettivamente faccia accendere quel fuoco potrebbe alleggerire la sincerità delle creazioni, quasi a poterle veicolare verso una soluzione non istintiva. Ed allora, mi sa che preferisco rimanere in una consapevole ignoranza.
2)Nel tuo nuovo brano, Tra le nuvole, parli del tempo che passa inesorabile: quanto lo scorrere degli anni a parer tuo ha modificato la tua identità artistica, e cosa pensi sia cambiato da te al Guido che pubblicò La Migliore Combinazione nel 2004?
Nel mio rapporto musica/tempo credo che il trascorrere degli anni abbia affinato in me la capacità di vivere la composizione nella maniera più sincera possibile. Mi ha consentito di filtrare tutte le sovrastrutture “discografiche” che nel bene e nel male hanno nel passato influenzato il modo di pormi verso la musica, le aspettative, le ambizioni, il modo di vivere i buoni risultati o le delusioni. Rispetto a La Migliore Combinazione trovo che in me sia cambiato il punto di vista della musica, che prima consideravo una compagna di viaggio; oggi invece, dopo un lungo silenzio che ha rappresentato una vera e propria prova di “fedeltà”, la considero come una essenzialità, imprescindibile al mio vivere, qualunque sia, poi, l’esito delle pubblicazioni.
3) Il brano si conclude con la frase “Ti regalo un giorno come piace a me”: ci descriveresti una tua giornata ideale, che ti porti nello stato di non-pensiero?
Mi piace molto la definizione che dai, il “non pensiero” che, in realtà, per me è il momento più impegnativo dell’esistenza perché nel non pensare, in realtà, si concentra ogni momento dei pensieri: si mettono in fila, in attesa di poter riattraversare il conscio della mente. A volte è necessario anestetizzare la mia mente, sapendo che al “risveglio”, appunto, correranno galoppate di pensieri. Però lo faccio lo stesso, ed il modo migliore è fare qualcosa di fisico, manuale, di faticoso. Una distrazione indotta, però benefica.
4) Abbiamo citato il non-pensiero, che è un tema indispensabile in Tra le nuvole: a parer tuo è la società odierna che ci porta a pensare troppo, o è un passaggio inevitabile nella vita?
Credo sia un fatto di aspettative e di come esse atteggino i propri effetti sui diversi caratteri di ognuno di noi. Pensare è sicuramente un momento fondamentale dell’essere uomo, però il “troppo”, in ogni cosa, credo distorca la genuinità delle azioni, anche di formazione del pensiero che ritengo debba in ogni caso rispettare il peculiare universo di ogni individuo. La società di oggi, con la sua velocità e i suoi modelli di vita, offre una vetrina di prospettive che, sulla carta, tutti possono raggiungere. Tutto sta a sapersi accontentare, nell’accezione buona del termine, di quanto effettivamente si è nella condizione di poter avere; non è un incentivo a rinunciare, anzi, è piuttosto la voglia di sentirsi reali in una società che spesso farcisce le realtà.
5) Tu, ad esempio, ti ritieni una persona pensierosa? Questo influenza la tua musica?
Purtroppo sì, a volte mi sento prigioniero dei miei pensieri, belli o brutti che siano. Mi piacerebbe vivere con più leggerezza perché, come dicevo, il “troppo” credo che non vada mai bene. Però nella musica, forse per quel senso di libertà ed incoscienza da cui trae spunto, mi sento molto più spensierato. Aspetto che bussi l’ispirazione, che il sentimento mi serva sul suo piatto la ricetta in musica dell’anima.
6)
Che altri lati di Guido vorresti mostrare in futuro?
Semplicemente vorrei essere sempre me stesso e mostrarmi per quello che effettivamente sono; è l’aspettativa più grande che ho.
Concludiamo invece con un saluto al passato: cosa diresti al Guido di 20 anni e che consigli gli daresti?
Per me il passato è la ragione ed il presupposto di quello che siamo, quindi direi sicuramente grazie al mio vecchio “io” perché mi ha reso l’uomo che sono, con tutte le imperfezioni e caratteristiche; i consigli? Li darei al Guido di oggi perché possa essere capace di migliorarsi.
Fonte immagine: archivio personale di Guido Elle