Head Above Water di Avril Lavigne | Recensione

Head Above Water di Avril Lavigne - Recensione

Tra il 2018 ed il 2019 il come back con Head Above Water di Avril Lavigne  sulle scene musicali dopo anni sorprende tutti.

Con un annuncio drammatico che sconvolse tutti i suoi fan, la cantante dovette prendersi una pausa a causa dell’aggravamento della Malattia di Lyme, dalla quale era stata colpita, nella primavera del 2014. La giovane donna afferma di essere stata probabilmente contagiata a causa di un morso di insetto, che le rese impossibile la continuazione del suo The Avril Lavigne Tour. Da lì, il silenzio; chiedendo comprensione riguardo la pausa necessaria, non si hanno avuto aggiornamenti rilevanti sulle condizioni della cantautrice, che si limitava a condividere di tanto in tanto qualche foto durante la convalescenza. Questo l’andamento della situazione fino al 2015: in un’intervista per ABC News, Avril Lavigne si apre per la prima volta riguardo a questa tematica, dichiarando di aver raggiunto la metà del suo processo di guarigione e che le previsioni riguardo il suo recupero fossero ottimali. Segue nel 2018 l’uscita del suo nuovo singolo. La track fa da titolo all’album della donna, che risulta essere uno dei più personali che la cantante abbia mai rilasciato, nonché quello di cui è più fiera.

Rinascere dalle proprie ceneri

Head Above Water di Avril Lavigne abbandona temporaneamente – seppur non del tutto – le sonorità frizzanti e pop-rock che hanno caratterizzato la cantante sin dagli esordi. Conscia di quanto la sua vita sia cambiata a causa del suo malessere, l’artista afferma di essere stata spontaneamente portata a scrivere come se fosse un processo taumaturgico: la musica è l’ancora alla quale si è potuta aggrappare per salvarsi.
Il singolo di apertura dell’album manda chiaramente ed efficacemente questo messaggio. La canzone, una ballad la cui melodia principale delle strofe è quella di un pianoforte, si configura come l’accettazione del proprio destino e della propria morte. La cantante si affida alla sua fede per “non annegare” sulle note di un ritornello incisivo ed incorniciato da una chitarra e da una batteria ad aumentarne l’impatto sonoro. La voce di Avril è lì, potente come quella della ragazza che i fan conoscevano, e l’emotività nella sua esecuzione si avverte perfettamente.

L’album tratta simultaneamente il tema della sua guarigione fisica ed emotiva. Una delle canzoni più incisive a tal proposito è I Fell In Love With The Devil, che descrive una relazione tossica da cui la ragazza – pur cosciente del pericolo – non riesce in prima battuta a fuggire. Sonorità più dark, un videoclip che la vede portare la sua stessa salma al funerale, il filo conduttore dell’album è la rinascita dalle ceneri che la cantautrice deve effettuare su tutti i piani per poter ritrovare se stessa. Anche la traccia Birdie ricalca il concetto di una relazione insoddisfacente in cui la donna percepisce che le vengano soltanto tarpate le ali.

Head Above Water è un album di guarigione

Il disco procede, tornando per qualche minuto ad una sonorità più squisitamente pop, seguendo il filo della guarigione di Avril: la cantante si sta scrollando di dosso il suo male fisico così come quello emotivo. Dumb Blonde (ft. Nicki Minaj) ed It Was In Me rappresentano proprio questa duplice presa di coscienza. La cantante si svincola da quella relazione che la teneva incatenata al ruolo di “blondie” ed al tempo stesso capisce che non c’è nessuna sorgente esterna da cui possa trarre forza, poiché da sempre racchiusa dentro di lei. Avril ha recuperato abbastanza forze e si rimette in gioco sia per la sua carriera sia per la sua persona, inizia a produrre e si affaccia ad una nuova storia. Da qui arrivano tracce più leggere: Crush, Goddess, Love Me Insane, l’artista sembra aver riacquistato la propria felicità con un’altra persona.
Il brano di chiusura sancisce invece la fine del capitolo riguardante la sua salute. Warrior è un inno di sopravvivenza per chi lotta ogni giorno una guerra e sente di starne uscendo vittorioso.

“Head Above Water” di Avril Lavigne è, ad oggi, il suo lavoro più maturo. Dal pop degli anni 2010, la cantante è cresciuta e questo è chiaro sia nella sua voce che nelle sue canzoni. L’album è riassumibile con il disegno di un cerchio e rappresenta, nella sua semplicità, un ciclo che si apre e si chiude con le tracce più importanti della sua vita, al cui interno ammiriamo una sperimentazione di generi più ampia ed una riscoperta del suo ampio range vocale, riprendendo il microfono con la stessa forza di quella ragazza che, per forza di cose, fu costretta a lasciarlo andare per anni.

Fonte immagine: Leggo.it

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