Claudio Domestico, più noto nel panorama musicale partenopeo, e non solo, come Gnut, varca i confini nazionali con un progetto intimo e poetico Hear My Voice, un mini EP di quattro brani, quattro perle cantate in napoletano e scritte in collaborazione con l’amico e poeta Alessio Sollo. Un connubio, già noto, che promette molto bene.
Attivo dal 2008, dopo varie pubblicazioni in Italia, tra cui l’album Rumore della Luce (2009), prodotto da Piers Faccini, Gnut decide di guardare all’estero, registrando questo Ep alla fine del 2017 in uno studio a Cevennes, in Francia. Con una timbrica che rimanda a nomi come Elliot Smith e Bon Iver, ad essere raccontate sono storie d’amore, tradimenti, serenate e il fascino inconfondibile di una città come Napoli che fa da irrinunciabile scenario.
“Sono quattro canzoni d’amore in una lingua in cui non esiste il verbo amare. In napoletano l’amore è solo un sostantivo: l’ammore. Non è possibile dire in napoletano Ti amo. Sarebbe tradotto con Te voglio ben’. Questa cosa spinge i poeti e gli autori di canzoni a cercare delle soluzioni alternative per esprimere i propri sentimenti, figure retoriche o metafore. Il poeta Alessio Sollo scrive e pubblica sui social decine di poesie al giorno, ripetendo tutti i giorni questo esercizio stilistico. Questi brani sono il mio tentativo di mettere in musica questa sua attitudine. Da questa collaborazione sono nati tutti i pezzi del disco. Dal punto di vista musicale ho cercato di fondere elementi della mia tradizione, la canzone napoletana, con altri generi più distanti dal mio mondo. Mi sono ispirato al blues, al folk inglese e alla musica africana. Per questo lavoro è stato naturale cercare un confronto con Piers Faccini, che per me resta un grandissimo punto di riferimento e di ispirazione. Un vero maestro nel miscelare sonorità geograficamente distanti nel rispetto della personalità dell’artista che produce. Per me è un grande onore”.
L’Ep n.1 del progetto, Hear my voice, approderà a Napoli in versione live mercoledì, 23 maggio, al Teatro Sannazaro
Non al baretto sotto casa o in piazza con la birra e la solita voglia di cantare. Stavolta in un teatro. Appuntamento davvero imperdibile: mandolino, chitarra, una delle migliori voci del cantautorato italiano e quel napoletano che, in maniera intraducibile e inconfondibile, è poesia. Quel napoletano che, in maniera ambiziosa, porta la passione nel mondo.
E Claudio, o Gnut che dir si voglia, a braccetto con la penna di Sollo, saprà essere un degno ambasciatore.