“L’inganno di un mondo ideale” è il titolo dell’ultimo album della band lombarda dei Nonnon, pubblicato il 15 aprile 2019 da Reincanto Dischi e distribuito da Believe.
Già conosciuti con il nome di Nemesi, gruppo nato nel maggio del 2003, i Nonnon, hanno rilasciato questo nuovo lavoro dopo un lungo periodo dedicato alla sperimentazione, ai live e alla crescita artistica in genere.
Il disco, a cui hanno lavorato per tutto il 2018, contiene 11 brani inediti che raccontano storie e evocano immagini ed emozioni.
L’arrangiamento e la produzione artistica sono curati da tutti i membri della band formata da Alec Gardini (basso elettrico), Dario Gubbiotti (Tastiere, Sintetizzatore, fender rhodes), Domenico Peluchetti (voce, chitarra acustica, chitarra elettrica), Luigi Viani (voce, pianoforte, tastiera, fender rhodes), Roberto Pittet (Batteria, percussioni e ukulele), Paolo Ghirardelli (chitarra elettrica e basso in “Nea”).
Ospiti speciali nell’album sono Mario Ciardulli (voce narrante), Matteo Fiorin (banjo in “Fine condanna”) e Francesco Viani ( basso in “Questo bel viaggio”).
Tutto il materiale è stato eseguito, catturato e mixato presso lo studio “Rumore Bianco” di Piero Villa a Esine (BS). La grafica, le fotografie e le illustrazioni sono dei Nonnon e sono state curate interamente da “Vianilab”di Luigi Viani.
Nonnon: un impasto musicale perfetto
“L’inganno di un mondo ideale” è un concentrato di storie e ritmi diversi che conferiscono solidità al disco.
La voce calda e imponente di Peluchetti, la carica della batteria di Roberto Pittet, l’essenzialità del basso di Alec Gardini, “le chitarre” taglienti e accattivanti di Paolo Ghirardelli, le armonie del pianoforte e degli archi di Luigi Viani, guarnite dai travolgenti suoni del sintetizzatore di Dario Gubbiotti, generano un impasto musicale perfetto.
L’Inganno di un mondo ideale: track by track
“L’inganno di un mondo ideale” racconta, attraverso testi ben articolati, storie diverse. I Nonnon cantano la vita, la morte, l’amore in tutte le sue sfumature, i valori di solidarietà e amicizia, di umanità e passione; storie vere, spunto di riflessione su tematiche sociali di grande attualità.
Il disco della band lombarda si apre con un prologo, “Preludio all’inganno”, in cui si racconta del passaggio all’età adulta di un ragazzino. Ormai uomo, si trova catapultato in un mondo più grande di lui, ricco di contraddizioni, un mondo che non lascia molto spazio al sogno e gli fa smarrire per sempre la sua spensieratezza.
“Un abbraccio, un profumo, la luce che filtra da una finestra, una doccia calda – spiegano i Nonnon – Sono attimi, che ci regalano quell’appiglio per andare avanti giorno dopo giorno e di cui non faremmo mai a meno. Momenti tanto fugaci da sembrare una truffa, uno scherzo di cattivo gusto. Sono quei piccoli grandi inganni di cui ci circondiamo per scrivere le pagine del mondo in cui viviamo. Non fraintendeteci, non viviamo “l’inganno” in modo pessimistico, un modo per sfuggire alla realtà. L’inganno è uno strumento necessario per affrontare le nostre paure, i nostri ostacoli. Il mondo ideale è pronto a cadere di fronte alla nostra consapevolezza, perché siamo immuni ai giudizi. Dietro al nostro ampio sorriso non ci vedrete mai vacillare. Non siamo di questo mondo. ll nostro mondo è riflesso in uno specchio”.
La voce narrante del prologo è quella di Mario Ciardulli, il primo ospite del disco.
Le quattro tracce successive raccontano le diverse fasi di una storia d’amore. “Ricciolo” parla degli inizi, del momento in cui una storia si trasforma in una storia d’amore. Protagonista è un giovane studente che trova il coraggio di dichiarare a una donna il proprio cuore, senza lasciare che il giudizio di qualcuno possa intaccare la sua volontà.
“Choryphanta”, al contrario, narra della fine di un amore, della disillusione e della rabbia causate dal distacco.
Anche “Riflessi” parla della fine di una storia, di un addio, come spiegano i Nonnon, “immaturo, lacerato, gridato senza mezzi termini e senza possibilità di un finale “comodo” “.
“Questo bel viaggio” racconta invece della cosiddetta “pausa di riflessione” che può trovarsi ad affrontare una coppia nel mezzo di una storia d’amore. I Nonnon scelgono di dar voce alla metà più innamorata della coppia, che difende le proprie passioni e le proprie scelte, elevandole a paladine della storia stessa, affinché il presente non abbia abbastanza forza per cancellare tutto quello che di buono è stato costruito.
Veniamo alla parte più introspettiva e interessante dell’album. “Nea” è la quinta traccia e racconta di una metamorfosi. Il brano parla della necessità di mutare se stessi per non perdere il contatto con le persone vicine, di trascendere per raggiungersi.
A seguire troviamo “Nina”, un brano-elogio di una persona straordinaria. Il testo celebra il valore di un essere umano proprio nel momento in cui abbandona la vita. Nella morte c’è la possibilità di far affiorare solo bontà e bellezza. Nina rappresenta una beffa alla morte, un esempio da seguire se si vuole perseguire il bene.
A proposito di questo brano, scelto come singolo, i Nonnon hanno spiegato:
“Nina è un pezzo che racconta di una persona splendida. Vorrebbe essere un omaggio, ancorché misero se paragonato a quanto Nina ha dato a noi. Il brano è venuto quasi automaticamente. Il testo è stato scritto a tutto cuore, la musica l’abbiamo suonata quasi al primo colpo. Ci sono pezzi che nascono davvero da soli.
Nina ha sempre incarnato i valori di famiglia, bontà e condivisione. Ci ha sempre accolti tutti nella sua casa. È stata un po’ la nonna di tutti. Ci siamo chiesti cosa potesse raffigurare bene questa condivisione e abbiamo puntato molto sulla convivialità”.
Il brano “Fine condanna”, invece, s’ispira a un personaggio letterario di Carlos Ruiz Zafòn, Fermin Romero de Torres, tratto dal romanzo “L’ombra del vento”. Un personaggio che incarna i valori di solidarietà ed amicizia, umanità e passione che i Nonnon cantano in questo brano.
Si torna a parlare d’amore nel brano “Novantanove”. Stavolta i Nonnon raccontano del ricordo di un amore fugace, consumato e subito finito, ma che ha lasciato una traccia indelebile.
Tra i brani più belli del disco, “Abdouka”, un brano ispirato a una storia vera, scritto 15 anni fa, ma estremamente attuale: è il racconto di un ragazzo letterato che fugge dalla sua terra in cerca di fortuna nel vecchio continente. Un bel testo che tratta dell’intolleranza razzista.
Penultima traccia del disco è “Le buone maniere”. Le buone maniere, affermano i Nonnon, sono il risultato dell’ingiustizia nel tessuto sociale moderno, ma ne sono anche il frutto quando ogni freno inibitorio cede.
A chiudere, il brano che dà il titolo all’album. “L’inganno di un mondo ideale” racconta come sarebbero alcuni momenti se esistesse un ambiente idealmente perfetto, dove non esistono ingiustizia o sofferenza, dolore o perdita, bene o male, ma solo ciò che ci fa stare bene.
Come nascono i Nonnon
Come detto in precedenza, il gruppo in origine si chiamava Nemesi. Successivamente, nella primavera del 2006, dopo un riassetto nelle fila del gruppo precedente, sono sorti i Nonnon. Il nome trae ispirazione dal romanzo distopico e surreale di Vladimir Nabokov “Invito a una decapitazione” del 1935.
I “nonnon” altro non sono che oggetti mostruosi, assurdi, variegati, bucherellati e nodosi che quando vengono accostati ad uno specchio magico, di natura folle, diventano qualcosa di meraviglioso, delle forme perfette, un fiore, un paesaggio.
Nel 2013 la band pubblica “Il Cammino del Coccodrillo”, un concept album autoprodotto. L’anno seguente nasce “5 Di 4”, un EP in presa diretta, un quasi live catturato e ritratto da Piero Villa.
Nel 2014 alla band si unisce il batterista Roberto Pittet e alla chitarra elettrica torna Paolo Ghirardelli.
La band si chiude in studio, lavorando a nuovi brani, impegnandosi in nuovi arrangiamenti che valorizzino al massimo la formazione del sestetto.
Nel 2018 si dedicano interamente al lavoro di sviluppo dell’Inganno di un mondo ideale, pubblicato poi nei primi mesi del 2019, disco col quale hanno dimostrato di essere un gruppo versatile, capace di spaziare dal rock al folk, passando per lo ska e pezzi di stampo cantautoriale, senza escludere sperimentazioni elettroniche e melodie dal sapore etnico.
Ascoltando “L’inganno di un mondo ideale” appare inoltre chiara l’influenza che la musica cantautoriale italiana – in particolare De André, Vecchioni, Guccini, De Gregori e Modena City Ramblers – ha avuto sul gruppo.
Un proposta interessante quella dei Nonnon che, oltre a dimostrare eclettismo musicale, manifestano anche una certa sensibilità verso tematiche sociali e di attualità, e verso realtà radicate non solo nella cultura italiana.
Ascolto consigliato!
[foto: comunicato stampa]