Li leggi, i titoli di un album strumentale, incuriosito dalla motivazione di tali parole accostate a tali suoni, a come i musicisti li pensino, se viene prima o dopo delle composizioni, quali racconti nascondano, quali segreti trattengano. Ripercorrendo quelli del Giocodelsilenzio, il primo album strumentale del cantautore napoletano Roberto Guardi, in arte Il Befolko, (qui la pagina Fb) sembra di trovarsi davanti ad una mappa del tesoro, costituita di tappe di vita, momenti di quotidianità, esperienze scolpite tra la testa e lo stomaco, che devono essere inchiodate alla chitarra perché ne permanga il segno nel tempo. E così tra la poetica dei suoni e l’evocazione dei nomi, ci si catapulta nella storia di un giovane uomo, che per necessità ha imbracciato la chitarra e assecondato il ritmo della vita attraverso le percussioni, creando così nove esigenti tracce, frutto di ascolti appartenenti a continenti diversi del globo e culture che evadono dal solito pop italiano, fanno l’ascoltatore in una corsa continua, affinché arrivi all’essenza ed al cuore: traccia dopo traccia, le palpitazioni aumentano come chi cerca di afferrare un autobus nella più caotica pomeridiana Napoli centro. È un disco sentito, suonato e percepito, che parte dal corpo: lo si sente dai battiti di mani che pervadono la scena acustica, riportando nella dimensione gitana; il segno di una musica viscerale, che nasce perché non può vagare sperduta e spaurita tra “vichi e vicarielli”, perché ha una voce che contrasta con il girotondo del mondo, ma che desidera tornare in pace con l’universo.
Ad impreziosire il disco strumentale Giocodelsilenzio, ci sono Rolando Maraviglia a basso e contrabbasso; Lorenzo di Meglio alla chitarra elettrica nella quinta e sesta traccia; Sara Piccolo al banjo nella traccia numero 8. Roberto è invece fulcro della stesura musicale, in quanto i brani sono interamente composti dal musicista, che suona le chitarre, le batteria e le percussioni presenti nelle nove tracce. Andrea Giuliana ha registrato e missato il disco, presso Stereo 8; ha masterizzato l’album Giovanni Nebbia. Il titolo Giocodelsilenzio vuole sottolineare l’assenza di una componente importante per Il Befolko, ovvero la voce, in quanto essendo un album strumentale, il musicista si è spogliato delle vesti da cantautore, dà spazio ai suoni più che alle parole, adesso l’idea fondamentale di come intende la musica: un gioco, non solo nel senso creativo del termine, ma anche perché dietro questa parola si nasconde la voglia di sperimentare con una forma musicale che non appartiene fino in fondo all’artista. Il Befolko è infatti un cantautore, classe 1992, dall’animo gentile; dopo il primo album in napoletano intitolato Isola Metropoli, che gli ha permesso di portare la sua musica sul territorio italiano, nei vari locali della penisola, oggi ha in cantiere un nuovo disco, già registrato presso Le Nuvole Studio di Cardito, sotto l’ala di Massimo De Vita (Blindur). Dopo aver partecipato ed essere arrivato come finalista al Premio Botteghe D’Autore, esibendosi lo scorso agosto ad Albanella, ci fa dono della sua musica attraverso questo album, uscito in sordina, senza pubblicazioni e pubblicità, nell’idea che la musica viaggi perché vuole e non perché deve. Demodè come scelta, ma intrapresa col cuore in mano: anacronistica ma necessaria.
[Foto de Il Befolko]