Intervista a La Terza Classe: il folk torna all’Asilo Filangieri

Intervista a La Terza Classe: il folk torna all'Asilo Filangieri

Il folk de La Terza Classe torna a casa

La Terza Classe è un progetto musicale che nasce a Napoli nell’ottobre del 2012; il luogo della formazione e dell’affermazione del gruppo è stato la strada, dove ha iniziato a produrre musica e spettacolo suonando canzoni tradizionali e moderne prevalentemente ispirate al mondo del folk statunitense. Dal bluegrass del Kentucky al dixieland, o early jazz, degli Stati del Sud, fino ad arrivare alle canzoni da jug band, il tutto abbinato alla “teatralità” e all’espressività tipicamente napoletana che fa parte del DNA dei componenti del complesso.

Numerose ed eclettiche sono state le influenze principali, almeno fino ad ora, di una discografia ancora giovanissima (La Terza Classe, Folkshake e Ready to Sail) e che non vede l’ora di arricchirsi di nuovi capitoli. Enrico Catanzariti (batteria/voce), Pierpaolo Provenzano (chitarra acustica/voce), Rolando “Gallo” Maraviglia (contrabbasso/voce) Alfredo D’Ecclesiis (armonica/voce), più il membro “aggiunto” Corrado Ciervo al violino: queste le personalità che danno corpo e anima a La Terza Classe.

Eroica Fenice ha avuto l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con loro, in occasione del concerto evento che si terrà il 1 febbraio a l’Asilo Filangieri, centro culturale e sperimentale sito nel cuore del centro storico napoletano, in vico Giuseppe Maffei.

Partiamo dalle origini. Come è che un gruppo di giovani napoletani finisce con il diventare un punto di riferimento di un genere, il folk, che nel nostro paese non hai mai attecchito più di tanto?

Difficile trovare una risposta unica a questa domanda… Diciamo che si è creata fin da subito una convergenza di vari fattori: tutti noi provenivamo da differenti background musicali di matrice americana, che si rifacevano però ad un unico grande bacino, ovvero quello della musica tradizionale folk americana, e gli strumenti acustici che imbracciamo ne sono un riflesso lampante. In aggiunta a ciò, il fatto di aver iniziato come gruppo di strada ci ha portato a coltivare intensamente il rapporto con il pubblico, caratteristica, questa, imprescindibile per ogni tipo di musica popolare, e che ci ha permesso negli anni di attecchire su ogni tipologia di audience, dai più adulti ai più piccini. Quello che forse ha fatto la vera differenza rispetto ad altri gruppi è stata la passione travolgente e sincera per questo genere, cosa che proviamo a trasmettere anche agli ascoltatori più “scettici”; se a questo poi aggiungiamo il fatto che siamo intrisi di “energia napoletana”, beh allora…!

A cosa si deve la scelta di scrivere totalmente in inglese i vostri brani?

L’inglese è (volente o nolente) la lingua più diffusa della nostra epoca e, oltre ad essere la lingua principalmente utilizzata nella musica a livello internazionale, è anche quella che meglio si riesce a vestire delle sonorità che portiamo avanti; dato che siamo cresciuti ascoltando e suonando sopratutto musica folk anglofona, i nostri brani sono meglio rappresentati dalla lingua inglese. Ciò non significa che disdegneremo qualche inserto in italiano all’occorrenza!

Cosa significa il ritorno a Napoli? Un concerto nella città dove tutto è nato, specie dopo un tour che vi ha portato in giro per gli Stati Uniti ed il Canada.

Tornare a Napoli per noi significa sicuramente tornare dalle nostre persone care, che ci hanno visto nascere e crescere come band. Il concertone all’Asilo sarà soprattutto per loro, per ringraziarli del loro instancabile appoggio e del fatto che non hanno mai smesso di apprezzare la nostra musica, sebbene sia così distante dalle nostre tradizioni.

La Terza Classe, omonimo EP del 2018, ha goduto di un ottimo successo di pubblico e critica e vi ha permesso di girare il Nordamerica. Quali sono i vostri futuri progetti?

Il nostro prossimo passo sarà sicuramente produrre un nuovo disco, stavolta però stesso negli Stati Uniti o in Canada, e con questo abbiamo intenzione di mettere un piede più stabile nel mercato musicale nordamericano; oltre a ciò, abbiamo intenzione di trasferirci eventualmente oltreoceano per un breve periodo di tempo.
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A proposito di Matteo Pelliccia

Cinefilo, musicofilo, mendicante di bellezza, venero Roger Federer come esperienza religiosa.

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