Il 13 giugno 2022, in occasione della tradizionale cena per festeggiare l’anniversario del loro debutto, i BTS hanno comunicato ai loro fan la decisione di sospendere temporaneamente le attività di gruppo per potersi dedicare ai loro progetti da solisti, anche in modo da adempiere all’imminente leva militare ancora obbligatoria in Corea del Sud. È a J-Hope che spetta l’arduo compito di dare il via al secondo capitolo del gruppo k-pop e lo fa con l’album Jack in the Box, rilasciato il 15 luglio 2022.
L’artista non è nuovo a progetti musicali individuali: egli, infatti, già nel 2015 ha pubblicato su Soundcloud la traccia 1 verse; nel 2018 ha poi rilasciato il suo mixtape Hope World, che ha raggiunto la posizione 38 nella Billboard 200; infine l’anno successivo ha collaborato con la cantante Becky G alla canzone Chicken Noodle Soup, che ha raggiunto la posizione 81 della Billboard Hot 100, rendendo J-Hope il primo membro dei BTS a classificarsi nella Hot 100 come solista.
Nonostante soprattutto gli ultimi due progetti siano stati accolti calorosamente e abbiano ottenuto successi importanti, Jack in the Box rappresenta qualcosa di completamente nuovo, in quanto primo album full-lenght e con un’atmosfera completamente diversa rispetto a ciò a cui l’artista ci ha abituati. È lo stesso J-Hope, infatti, che in un video rilasciato sul canale ufficiale del gruppo, quando gli viene chiesto di descrivere l’album in una sola parola, sceglie il termine sfida.
La sfida di J-Hope
Jack in the Box rappresenta una sfida per lui sotto diversi aspetti. L’aspetto che rappresenta la novità più grande riguarda sicuramente la musica e lo stile che J-Hope ha deciso di adottare nel suo nuovo progetto. Quando fu il momento di decidere il suo stage name, Jung Hoseok – nome di nascita dell’artista – voleva un nome che avesse un significato importante e la scelta ricadde proprio su J-Hope: speranza è la parola che più incarna il vibe positivo su cui voleva basare la sua vita e la sua carriera. Il riferimento alla mitologia greca è chiaro, e ritorna anche successivamente proprio in Jack in the Box, con un richiamo al mito di Pandora e della scatola che una volta aperta avrebbe liberato tutti i mali del mondo lasciando sul fondo unicamente proprio la speranza. Questo nome ha forgiato J-Hope, il quale ha abituato i suoi fan ad una personalità estremamente luminosa, energetica e positiva, che è evidente nei suoi primi lavori solisti e con i BTS.
Il suo nuovo lavoro, invece, opta per seguire una traiettoria totalmente diversa. La scelta del nome non è casuale: in inglese il termine Jack in the Box viene utilizzato per indicare la scatola a sorpresa da cui all’improvviso esce fuori il pupazzo a molla. È un concetto importante che J-Hope voleva si riflettesse nella sua musica: se fino a quel momento è stato personalmente e artisticamente chiuso all’interno di una scatola, è arrivato il momento di uscire fuori e mostrare un nuovo lato di sé. Con questo album, infatti, l’intenzione è quella di portare alla luce un lato più oscuro fino a quel momento tenuto nascosto, ma che lo ha sempre caratterizzato e completato.
Il cambiamento di rotta si evince anche dalle scelte visive e musicali che J-Hope ha preso. Egli è stato coinvolto direttamente in ogni aspetto della realizzazione di Jack in the Box, curando personalmente il processo creativo, dall’ideazione del concept e della copertina fino ai video musicali. Se i progetti precedenti erano caratterizzati da un aspetto visivo particolarmente forte, fatto di disegni e colori luminosi, questa volta la scelta ricade su uno stile più semplificato, in modo da garantire un maggiore focus degli ascoltatori sulla musica.
Dal punto di vista musicale l’artista decide di rilasciare un album di 10 tracce, da ascoltare rigorosamente in odine, che sono una raccolta delle sue esperienze personali, impregnate della musica con cui è cresciuto e che ha scandito la sua esperienza come ballerino e successivamente come rapper e cantante. È un album estremamente personale, e proprio per questo una scelta particolare è quella di non inserire alcuna collaborazione con altri artisti, in modo da poter comunicare in maniera diretta la sua storia e la sua essenza.
Uno sguardo all’interno di Jack in the Box
È già dall’inizio dell’album che si può comprendere l’unicità che caratterizza Jack in the Box, così come l’essenza stessa dell’artista. L’album si apre con Intro, che non è propriamente una canzone, bensì un racconto in cui, attraverso il mito di Pandora, una voce femminile narra l’origine di J-Hope e il significato dell’album stesso. Nonostante non sia una traccia musicale, questo non le impedisce di avere un impatto estremamente forte, che catapulta immediatamente l’ascoltatore all’interno della storia che Jung Hoseok vuole comunicare. Il mito greco viene ripreso anche nella traccia successiva, Pandora’s Box, in cui attraverso uno stile particolarmente intenso, che caratterizzerà l’intero album, prende forma il viaggio attraverso il quale Hoseok è diventato J-Hope, quel percorso che attraverso alti e bassi lo ha portato a prendere consapevolezza del suo ruolo e a diventare un’ispirazione e un simbolo di speranza per gli altri.
«Someone’s light, someone’s smile
Someone’s hope, my activities are someone’s life»
Prima title track di Jack in the Box, uscita anticipatamente il 1° luglio 2022, è MORE. È una traccia che J-Hope stesso dichiara di aver scelto come una delle canzoni principali perché con essa voleva attirare gli ascoltatori verso la sua musica. Ha iniziato a lavorarci nel 2020, nel pieno della pandemia e delle attività di gruppo con i BTS, ed è proprio durante la sua scrittura che ha iniziato a pensare alla possibilità di realizzare un album da solista. È una traccia caratterizzata da musicalità rap e hip-hop che si mescolano perfettamente con uno stile rock più scuro e aggressivo, sicuramente diverso rispetto al J-Hope che conosciamo. Con questo stile vuole incarnare la passione per la musica e la sua ambizione a voler fare sempre di più, nonostante la sua carriera nei nove anni precedenti sia stata costellata di successi e premi.
«That’s half my life, the reason for living, the joy of life
Motivated to carry on
…
My work makes me breathe, so I want more»
Un punto di svolta in Jack in the Box è rappresentato dall’interludio Music Box: Reflection. È una traccia in cui non è presente la voce o un testo, bensì unicamente una base strumentale accompagnata dal rumore dei respiri forti di J-Hope stesso. Essa è estremamente importante nella narrazione in quanto svolge il ruolo di connettore tra le tracce precedenti e quelle successive: se le prime parlano al mondo di J-Hope, è solo con le seconde che iniziano ad essere mostrate le sue ombre. È da questo interludio in poi, quindi, che è possibile entrare maggiormente in contatto con i pensieri più profondi dell’artista, quelli che ha molto spesso tenuto nascosti al suo pubblico.
La canzone che più di tutte incarna questo passaggio è sicuramente What if. Questa canzone per certi versi richiama quasi un dialogo tra Jung Hoseok e J-Hope, tra l’uomo e l’artista, in cui si domanda se la sua vita, la sua personalità e la sua carriera sarebbero diverse se alcune cose non fossero come sono adesso. È la canzone in cui emerge maggiormente il conflitto interiore tra l’altro lato di sé, quello più oscuro e nascosto, e la sua persona di J-Hope, il personaggio positivo e luminoso che ha incarnato in questi anni. Chiede a sé stesso se sia davvero così o se sia il prodotto delle circostanze in cui si è trovato e, soprattutto, se sarebbe in grado di mantenere la sua immagine se si trovasse privato di tutte quelle caratteristiche che lo rendono J-Hope. Questo concetto emerge dalle parole che lui stesso ha utilizzato nell’intervista rilasciata sul canale ufficiale del gruppo sudcoreano: «Il nome ‘J-Hope’ è ciò che mi ha reso quello che sono. Come il normale essere umano Jung Hoseok, come Jung Hoseok che non ha niente, sarei stato ancora in grado di raccontare storie che posso raccontare come J-Hope?»
«I asked myself dozens of times
Am I really like that?
Hopeful, optimistic, always with a smile on my face
I just thought that was just something I could do
…
What if I have no hope?
…
What if I have no dream?
…
What if I have no passion?»
Jack in the Box si chiude con Arson, la seconda title track. La scelta di posizionarla come traccia conclusiva non è casuale, ma anzi cementa il messaggio che vuole trasmettere l’artista e fornisce quel senso di chiusura necessario. All’interno del pezzo J-Hope sceglie di usare il fuoco come metafora per raccontare della sua esperienza come artista. La passione e l’ambizione hanno bruciato come una fiamma ardente fin da quando era un ragazzino che muoveva i primi passi come ballerino e, insieme al duro lavoro, hanno portato lui e i BTS ad essere oggi tra gli artisti più di successo di tutti i tempi. È lui stesso l’artefice di quella fiamma che da anni brucia ininterrotta, la quale porta l’artista ad un bivio: «Do I put out the fire, or burn even brighter?»
Sono queste le parole con cui si conclude Jack in the Box, come un film dal finale aperto che porta i fan ad interrogarsi rispetto a quale decisione l’artista sceglierà di seguire ed alte aspettative rispetto al futuro.
L’accoglienza di Jack in the Box
Jack in the Box ha ottenuto risultati importanti nel periodo immediatamente successivo al suo rilascio. Esso ha debuttato all’ottava posizione della classifica “Global Top Artists” di Spotify, il traguardo più alto raggiunto da un artista coreano fino a quel momento. Sempre sulla stessa piattaforma le dieci tracce hanno accumulato 19,669,487 streams, diventando il secondo debutto più grande del 2022, inferiore soltanto all’album Proof dei BTS, il suo stesso gruppo. Jack in the Box ha inoltre raggiunto la posizione 17 della classifica Billboard 200.
In occasione dell’anniversario dall’uscita dell’album, è stato annunciato per il 18 agosto 2023 il rilascio di una versione esclusiva dell’album denominata Jack in The Box (Hope Edition), che oltre alle 10 tracce presenti già nella versione digitale, contiene 5 nuove tracce esclusive, di cui tre brani eseguiti dal vivo al Lollapalooza e due brani strumentali. Billboard ha inserito questa nuova versione negli album più attesi di quest’anno.
J-Hope ha avuto modo di presentare il suo nuovo album e fare il suo debutto da solista sul palco di uno dei festival musicali più importanti a livello internazionale. Egli ha fatto la storia come il primo artista sudcoreano ad essere headliner del Lollapalooza di Chicago il 31 luglio 2022, in cui ha stabilito il record come artista più venduto nella storia del festival, il quale è stato denominato #HOBIPALOOZA su Twitter per l’occasione. J-Hope ha messo in scena un’esibizione di più di settanta minuti in cui ha ripercorso tutta la sua carriera esibendosi con canzoni provenienti da Hope World, Jack in the Box e dalla discografia dei BTS. È stato in grado di dare dimostrazione del suo valore come artista a 360 gradi, come performer in grado di catturare l’attenzione di un pubblico di più di 100,000 persone – non soltanto suoi fan affezionati – alla quale vanno aggiunti i quasi 15 milioni di spettatori online.
In conclusione possiamo affermare come con Jack in the Box J-Hope abbia scelto di mettersi in gioco e spingersi oltre i suoi limiti, mostrando al mondo un diverso lato di sé. Uscire dalla scatola è stata una sfida sì, ma che si è rivelata vincente se si considerano i successi e le soddisfazioni che ha ottenuto da punto di vista personale e professionale. Una cosa è certa: non poteva esserci avvio migliore per il secondo capitolo dei BTS.
Fonte immagine: BigHit
Ottimo articolo, scritto bene e ha fatto onore all’album solista di JHope 💜