David Bowie (nato David Robert Jones, 8 gennaio 1947 – 10 gennaio 2016) è stato uno dei musicisti più influenti e iconici del XX secolo, soprattutto negli anni ’70 e ’80. Celebre per la sua creatività, la sua capacità di reinventarsi e il suo stile unico, ha lasciato un segno indelebile nella musica, nella moda e nella cultura popolare. La vita di David Bowie può essere suddivisa in varie fasi artistiche, ognuna caratterizzata da un’identità musicale e visiva differente.
Gli inizi: da David Jones a David Bowie (1947-1969)
I primi singoli e la ricerca di un’identità artistica
David Bowie inizia la sua carriera musicale nei primi anni ’60, esibendosi in vari gruppi musicali locali a Londra. Nel 1964 pubblica il suo primo singolo, Liza Jane, con il suo vero nome, David Jones. Il singolo, però, non ottiene successo.
La nascita del nome d’arte “Bowie”
Per evitare confusione con il cantante dei Monkees, Davy Jones, adotta il nome d’arte «Bowie», ispirato al Bowie Knife, un tipo di coltello americano. In questa fase, sperimenta molti generi, come il pop, il folk e il rock, e si interessa alla cultura popolare e al teatro.
L’era di Ziggy Stardust: l’ascesa del Glam Rock (1970-1973)
Nel 1969, arriva il primo successo con il singolo “Space Oddity”, pubblicato poco prima dello sbarco sulla Luna.
“The Rise and Fall of Ziggy Stardust…”: l’album della consacrazione
Negli anni ’70, la vita di David Bowie è segnata da una svolta radicale: la creazione dell’alter ego Ziggy Stardust, una rockstar aliena androgina che incarna la ribellione, la sessualità fluida e la ricerca dell’identità. L’album “The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars” (1972), che include successi come Starman e Suffragette City, lo consacra come icona del glam rock.
Il Duca Bianco e la trilogia berlinese: sperimentazione e innovazione (1974-1979)
“Station to Station” e la nascita del “Thin White Duke”
Dalla metà degli anni ’70, David Bowie sperimenta un nuovo stile, abbandonando i panni di Ziggy Stardust per assumere quelli del Duca Bianco (The Thin White Duke), un personaggio aristocratico, elegante e distaccato, descritto dallo stesso Bowie come “un aristocratico folle”. Questa nuova identità è legata all’album “Station to Station” (1976).
La collaborazione con Brian Eno e la “Trilogia Berlinese” (“Low”, “Heroes”, “Lodger”)
Fondamentale, in questo periodo, è il trasferimento a Berlino Ovest, dove, in collaborazione con Brian Eno, realizza la cosiddetta “Trilogia Berlinese”: “Low” (1977), “Heroes” (1977) e “Lodger” (1979). Questi album sono caratterizzati da sonorità elettroniche, sperimentali e minimaliste, e rappresentano una delle fasi più innovative e influenti della sua carriera.
Gli anni ’80 e ’90: successo commerciale e nuove direzioni musicali
Negli anni ’80, Bowie ottiene un enorme successo commerciale con l’album “Let’s Dance” (1983), che include hit come la title track, “China Girl” e “Modern Love”.
Collaborazioni con Queen, Mick Jagger e altri artisti
Collabora con vari artisti, tra cui i Queen in Under Pressure (1981), diventata uno dei loro brani più famosi, e Mick Jagger in Dancing in the Street (1985). Negli anni ’90, continua a sperimentare, avvicinandosi al rock alternativo, all’elettronica e al drum and bass.
Gli ultimi anni: ritorno alle origini e l’addio (2000-2016)
“The Next Day” e “Blackstar”: gli ultimi capolavori
Dopo un periodo di relativa inattività, torna sulle scene nel 2013 con l’album a sorpresa The Next Day, seguito nel 2016 da Blackstar, pubblicato due giorni prima della sua morte.
La morte di David Bowie e la sua eredità
L’influenza della vita di David Bowie sulla musica e sulla cultura popolare è rimasta significativa anche dopo la sua morte, avvenuta il 10 gennaio 2016 a causa di un cancro al fegato.
L’impatto di David Bowie sulla cultura popolare: musica, moda e arte
David Bowie non è stato solo un musicista, ma un artista a 360 gradi, che ha influenzato profondamente la moda, il cinema, il teatro e l’arte in generale. La sua capacità di anticipare le tendenze, di giocare con l’ambiguità e di sfidare le convenzioni lo ha reso un’icona culturale senza tempo.
Vita privata di David Bowie: matrimoni, figli e interessi
Bowie si è sposato due volte: con Angela Barnett (dal 1970 al 1980), con cui ha avuto un figlio, Duncan Jones (nato nel 1971), e con la modella Iman (dal 1992 fino alla morte di Bowie), con cui ha avuto una figlia, Alexandria Zahra Jones (nata nel 2000).
Fonte dell’immagine in evidenza: Wikimedia Commons.