Reduce da un grande successo e dal podio al suo primo Festival di Sanremo, il 14 febbraio è uscito il nuovo album L’albero delle noci di Brunori Sas prodotto da Riccardo Senigallia, ormai stretto collaboratore del cantautore cosentino. Il titolo è una sorta di dedica ad un albero che si trova realmente davanti alla casa del cantautore e che lui è solito guardare quando è particolarmente ispirato, al punto tale da essersi “convinto” che sia proprio l’albero a suggerirgli le canzoni. A cinque anni di distanza dalla pubblicazione di Cip!, Brunori ritorna in modo innovativo e inaspettato, l’esperienza della paternità lo ha cambiato e questo si percepisce sin dall’inizio, nei testi e nelle melodie che ha scelto per raccontarsi al suo fedele pubblico.
Chi è Brunori Sas
Brunori Sas, pseudonimo di Dario Brunori, è un noto cantautore calabrese. Ha scelto di inserire la sigla S.A.S nel suo nome d’arte come omaggio all’impresa di famiglia che fabbrica mattoni e materiale edile. Dopo un discreto successo delle sue prime pubblicazioni, si è fatto conoscere dal grande pubblico nel 2017 con l’album intitolato A casa tutto bene che si è piazzato in terza posizione nelle vendite FIMI ed è stato certificato disco di platino nell’anno successivo. Nel corso dela sua carriera ha ottenuto numerosi riconoscimenti importanti come il Premio Lunezia, la Targa Tenco e il Nastro d’Argento alla miglior colonna sonora per il film “Odio l’estate”.
L’albero delle noci: un viaggio nell’animo di Brunori Sas
Questi sono i titoli dei dieci brani che compongono l’album:
- Per non perdere noi
- La ghigliottina
- L’albero delle noci
- La vita com’è
- Pomeriggi catastrofici
- Il morso di Tyson
- Fin’ara luna
- Sia acqua che fuoco
- Luna nera
- Guardia giurata
È un album intimo e riflessivo quello di Brunori Sas, dove egli esplora il suo passato per definire il suo presente («lo come sempre canguro fra il passato e il futuro, scrivo canzoni d’amore alla ricerca di un porto sicuro»), analizza le dinamiche dell’amore e il mondo in cui vive con uno sguardo sempre ironico ma mai bugiardo, passando da brani molto ritmati a brani più intimi e profondi. L’amore è di certo l’argomento più ricorrente ma non viene affrontato in modo approssimativo o superficiale, anzi. Partendo dai teneri e spensierati ricordi d’infanzia (in Pomeriggi catastrofici), passando per le dinamiche di coppia e la forza che serve per non cadere nell’abitudine e smarrirsi (in Per non perdere noi) fino ad arrivare all’amore finito cantato in dialetto cosentino e con una malinconia struggente (in Fin’ara luna), Brunori diventa consapevole e scende a patti con la paura di non essere in grado di accogliere e sostenere i suoi sentimenti («Che tutto questo amore io non lo posso sostenere / Perché conosco benissimo le dimensioni del mio cuore»).
Ne L’albero delle noci Brunori Sas è terribilmente attento, in La ghigliottina, dipinge alla perfezione il periodo storico in cui viviamo dove i sentimenti non vengono considerati più di tanto, i rapporti vacillano e si fanno sempre più inconsistenti, in questa secondo brano canta «Sempre d’amore si parla ma l’amore dov’è?» e tutto il resto dell’album sembra provare a dare una risposta esaustiva a questo quesito esistenziale.
E la riposta arriva: nonostante tutto, l’amore quello autentico, famigliare, “antico”, resta comunque la colonna portante della vita e va accolto senza riserve. Brunori gli dà un volto ben preciso, lo incarna negli elementi della natura, l’albero delle noci e la luna (a cui ha dedicato una meravigliosa canzone-poesia intitolata Luna nera). Li ammira, li interroga, in loro trova sostegno e consolazione. Attraverso di essi Brunori si ritrova e riesce a vivere «la vita com’è» da figlio, da padre e da uomo.
Fonte immagine: brunorisas.it