Significato alto e qualitativo da dare alla parola “pop”, parola che troppo spesso invece si accosta ad una critica negativa di genere e di appartenenza. Non è sicuramente questo il caso: Leotta torna in scena con un Ep digitale dal titolo “Passeggeri” dove mette in chiaro la linea del gusto e l’attenzione al dettaglio sin dal primissimo impatto scenico che abbiamo con la copertina del disco. E poi la liquidità delle distanza diviene quel modo di fare canzoni dalle melodie forti (molto bene anche nelle strofe prima ancora che nei ritornelli), decisamente classico il taglio dato al video ufficiale e a tutte le soluzioni digitali che stanno segnando il trend di oggi. Gran gusto per questo nuovo disco: forse però vorremmo vedere un salto quantico di personalità e non questa sensazione che tutto sia solamente e doverosamente un motivo di estetica. E di certo, nel pop alto di Leotta, ci sono le carte perché questo si disveli senza nessuna difficoltà… e allora che accada, e presto anche.
Nuovo disco per Leotta, disco che trovo decisamente inglese. Che sia “Londra” a condizionarmi in tal senso?
Probabilmente sì, la contaminazione da sempre mi affascina: è qualcosa di meraviglioso e inevitabile, che riesce a farti rivivere la bellezza di un luogo ma anche di un attimo vissuto intensamente. “Londra” racconta una storia ambientata oltremanica, ma al di là del testo c’è tanta Inghilterra anche nelle sonorità.
La melodia torna prepotente ed efficace. Ho come l’impressione che ultimamente si fosse un poco dimenticata dietro all’arroganza dei suoni indie… non trovi?
Penso che la musica indie sia qualcosa legata al tempo e nella maggior parte dei casi si bada al concreto, allo scrivere d’istinto. Oggi tutti si professano cantanti indie senza sapere neanche perché. La canzone è prima di tutto musica e deve affascinare l’ascoltatore indipendentemente dal genere.
Il pop è decisamente il padrone di casa… per te cos’è il “pop”?
La musica pop è la musica popolare e non c’è aggettivo più bello. L’Italia ha una tradizione che non possiamo dimenticare e dev’essere il nostro punto di partenza anche nell’innovazione. Il pop ormai arriva a ricomprendere tante influenze musicali e a me questa cosa piace.
Bellissimo questo titolo… anche la musica è di “passaggio”?
La musica è in costante evoluzione ma è inevitabilmente il sottofondo della nostra esistenza. Anche in questo strano periodo ci sono tante canzoni che inevitabilmente ci hanno accompagnato.
Prossimo passo? Oggi ci si muove per liquidità acquisita… e in tal senso si fanno piccoli passi…
Il prossimo passo spero che sia il ritorno al live: suonare dal vivo mi manca, sentire l’emozione della gente e, di contro, la mia è qualcosa di cui ho fatto malvolentieri a meno.
Sono al lavoro con tantissimi nuovi brani, ascolto sempre tanta musica, anche differente dal mio background, e provo a immergermi in linguaggi differenti anche da quelli della mia età. Sono sicuro che ne verrà fuori tanta bella roba, sempre diversa ma altrettanto vera
Paolo Tocco