Luce ribelle dell’Alba è l’ultimo lavoro dell’artista Greta Cominelli, l’EP composto da 5 tracce inedite è disponibile in digitale dal 7 Novembre. Ispirato alla Belle Epoque e alle atmosfere dei primi anni 30 del Novecento, l’EP dell’artista bresciana offre un punto di vista attento e mai banale sul concetto di ribellione declinato in versione femminile e positiva. Un invito a liberarsi dalle pressioni e dalle maschere che la vita ci impone, affrontando tutte le difficoltà con coraggio e consapevolezza delle proprie forze e della propria essenza, è questo il messaggio chiave che Greta Cominelli interpreta con eleganza e freschezza, mescolando atmosfere retrò con sonorità pop contemporanee. Abbiamo intervistato l’artista per scoprire insieme a lei i piccoli gioielli della sua ultima fatica.
“Luce ribelle dell’alba” è un EP sognante e magico, un mix di sonorità dal sapore vintage che si colora di mille sfumature e immagini, quanto del tuo vissuto e delle tue molteplici esperienze artistiche trova voce tra le note di queste canzoni?
In questi brani c’è sicuramente molto del mio percorso di crescita personale, di alcuni dei miei gusti musicali così come della danza classica, di vari stili artistici, di riflessioni e sogni del mio quotidiano. L’Ep si ispira in modo evidente ad una delle esperienze artistiche a me più vicine: le esibizioni nel contesto teatrale. In particolar modo, faccio riferimento alla mia partecipazione in qualità di cantante e performer allo spettacolo musicale e teatrale “Musica e Muse”. In questo progetto viene raccontata la storia della musica del ‘900 attraverso alcune delle più significative voci femminili che, con talento e tenacia, si sono fatte strada nella vita e sul palcoscenico, trovando con fatica e gioia, libertà e indipendenza. Inoltre, “Luce ribelle dell’alba” trova ispirazione in diversi film, libri, scatti fotografici che fanno riferimento alla Belle Epoque, ai suoi personaggi e a capolavori del periodo impressionista per me significativi.
Con “Stella bianca nel blu” si apre la tua riflessione sul concetto di ribellione declinato al femminile, il testo richiama all’importanza di amarsi e rifiutare convenzioni e costrizioni che ci impediscono di essere noi stessi, qual è il messaggio nascosto dietro le sue dolci note e a chi è rivolto?
La canzone ha una connotazione positiva sin dall’inizio perché già dalla prima frase viene esplicitata la consapevolezza della propria condizione, cosa non scontata e facile da raggiungere. Molte volte infatti, rimaniamo intrappolati nelle nostre emozioni e paure che possono distorcere la realtà e boicottarci. Nel brano, la protagonista è dotata di umiltà ma soprattutto di motivazione, coraggio, determinazione e voglia di evolvere, ribellarsi, liberare la propria luce. Stella bianca ha deciso di credere in sé stessa e nelle potenzialità di tutte le donne. Attraverso il concetto di unione e sostegno femminile, si dà forza e sceglie poi di essere lei stessa d’aiuto ad altre donne vittime di subordinazione e violenza. Questa composizione è il mezzo per far sentire la mia vicinanza alle donne che soffrono e per dare loro la forza di credere in sé stesse e lottare per i propri diritti. Siate stelle che illuminano la notte, siate luci ribelli dell’alba!.
In “Domatori di Fantasia” le note rievocano l’atmosfera magica e misteriosa del circo, un gioco pieno di maschere con mille luci e altrettante ombre, ma dietro al mistero e alle roboanti acrobazie degli artisti cosa si cela per chi decide di accettare l’invito a buttarsi nel gioco?
Coloro che si lasciano persuadere, suggestionare e coinvolgere personalmente da quello che sembra essere il più affascinante e intrigante dei giochi, l’illusione del potere di onnipotenza e di successo, rischiano non solo di entrare in confusione, perdere l’equilibrio e l’autenticità ma di diventare vittime di quel qualcuno al quale è stato dato talmente tanto valore da averlo addirittura reso domatore della nostra fantasia. È come se metaforicamente si vendesse l’anima al diavolo vivendo nel caos e nell’illusione del raggiungimento della felicità che in realtà non rende liberi ma schiavi. Ho scelto la metafora del circo e dei suoi protagonisti per parlare delle azioni manipolatorie attuate della società verso i più deboli. Vorrei che la canzone fosse un’occasione di riflessione, vorrei che ci ponesse interrogativi e fosse da stimolo per trovare soluzioni alternative dinnanzi agli ostacoli e ai desideri della vita.
Love is dancing through the clouds canti in “Madame Paris”, dolci suggestioni animano questa canzone, mentre la ascolti sembra quasi di vederle le magiche luci di Parigi. Quali emozioni hanno ispirato queste immagini e queste sonorità?
Immagini e suoni di questa canzone sono sostanzialmente ispirati al benessere che io provo esibendomi sul palcoscenico. Il brano esprime molte emozioni positive: felicità, armonia, amore, leggerezza, incanto, entusiasmo, appagamento e molte altre. Ho però voluto che a parlare per le mie emozioni fosse una ballerina, appunto chiamata dal suo affezionato pubblico “Madame Paris”, la cui storia trae ispirazione dal personaggio di Josephine Backer. Il contesto è quello parigino nel pieno fermento culturale di inizio ‘900 perciò, nella scelta delle parole e dell’interpretazione canora, non ho potuto non trovare ispirazione nel cielo romantico del travolgente musical “Moulin Rouge!” e nell’affascinante intimità e surrealismo del film “Midnight in Paris”. Credo per altro che queste due pellicole cinematografiche siano specchio delle mie due sfaccettature espressive, quella più intensa e teatrale e quella intima, nostalgica e sognante.
“Nuda da magie di Venere” è un inno al coraggio di affrontare la vita con ottimismo e senza smettere mai di cercare la propria strada, con un talento come il tuo può sembrare che la strada da percorrere sia chiara e diretta, ma quanto coraggio ci vuole per affrontare tutti gli ostacoli che troviamo sul nostro cammino?
Di coraggio ne serve tanto e non solo per affrontare gli ostacoli in ambito musicale ma soprattutto quelli posti dalla vita stessa. Penso che non si smetta mai di imparare ma al momento posso dire che le esperienze vissute mi abbiano insegnato il senso della fede. Fede in sé stessi, nella vita, in Dio. Il nostro dovere è fare del nostro meglio, amare sinceramente e lasciare che le stelle ci indichino la strada, non dimenticando il passato ma guardando al futuro. “Nuda da magie di Venere” si caratterizza per una certa leggerezza, positività ma anche per il raggiungimento della propria autenticità e autoaffermazione.
Con “Sotto un cielo di corallo” Greta Cominelli ritorni ad un’immagine di te bambina, rievocando quell’attitudine propria dei bambini ad affrontare la vita con pizzico di incoscienza e senza paure. Cosa significa per te vivere la vita con gli occhi e il coraggio di una bambina?
Affrontare la vita attraverso gli occhi di una bambina per me significa riscoprire il motivo originario che mi ha spinta verso la musica e nonostante i molteplici ostacoli che mi si sono presentati e mi si presenteranno, continuare ad occuparmi dei miei progetti artistici con passione. Ad un mondo che corre troppo in fretta e ci chiede di essere sempre giovani e pronte a sfornare singoli di successo, io rispondo che la vita è troppo breve e la mia passione per la musica è troppo grande per lasciarmi condizionare da determinate “leggi” e cadere nel vortice della depressione. Conosco persone meravigliose che non ottenendo il successo sperato, che umanamente tutti cerchiamo, sono cadute in preda all’ansia, all’autosvalutazione, alla rabbia costante finendo con l‘abbandonare la musica. Perché!? Io ho promesso a me stessa che finché avrò il bisogno di nutrirmi di arte e di provare a creare qualcosa di buono, nessuno mi può imporre di vivere la mia vita sotto un cielo di corallo, cioè al suo tramonto. Nessuno di noi dovrebbe darsi per vinto. La musica fa bene all’anima, continuiamo a riempire il mondo di bellezza e creeremo un posto migliore.
Tutto l’EP “Luce ribelle dell’alba” si muove tra sonorità e immagini ispirate alla Belle Epoque, perché questa scelta e come si ricollega alla riflessione sul concetto di ribellione che porti avanti nei tuoi testi?
Per questo mio progetto ho scelto di lasciarmi ispirare sia dai primi anni ’30 del Novecento che dalla Belle Epoque perché mi affascina il suo stile elegante e sfarzoso così come il fermento culturale, sociale e tecnologico che la caratterizza. Sono molti gli elementi che mi hanno colpita profondamente a partire dalla pittura con l’Impressionismo, lo studio della psicologia, l’indipendenza e il magnetismo delle dive del cinema, il teatro, la danza, la moda e i primi movimenti femministi. Questi ultimi rappresentano l’inizio di un processo che ha già portato a conquiste decisive per l’uguaglianza di genere e che è tutt’oggi in sviluppo. Luce ribelle dell’alba è una condizione, il vestito che mi piacerebbe venisse indossato da ogni donna e voglio sottolineare che per me il concetto di ribellione non ha a che vedere con la violenza anzi, esattamente l’opposto. È questione di forza interiore, di cuore, di pensiero e azione per far valere i nostri diritti, i nostri sogni, la nostra libertà sempre con intelligenza e determinazione.
Fonte immagine: Ufficio Stampa di Greta Cominelli, Parole & Dintorni – Lidia Vitrano