Mulai è il nome d’arte del giovane producer elettronico bresciano Giovanni Bruni Zani ed HD Dreams è la sua terza creazione musicale, dopo i 3 precedenti EP di Something for Someone, Glue e Glue Remix.
Pubblicato il 18 Gennaio sotto l’etichetta discografica Oyez, l’album è stato anticipato dai singoli Tokyo, edito il 12 Novembre 2018 e passato in anteprima per Babylon di Radio2, e Bye [Balance Your Emotions] edito lo scorso 12 Dicembre.
Composto di nove tracce, il disco rievoca, attraverso sonorità elettroniche che oscillano dal lo-fi al post-dubstep, un immaginario di un mondo distopico ormai totalmente digitalizzato e tecnologizzato. Attraverso la musica e l’impersonalità dei testi ci restituisce la sensazione di distacco un mondo distante dal suo stato naturale di origine. Paradossalmente, nella ramificata ed estesa interconnessione tecnologica degli individui, ad emerge è la freddezza e la lontananza di questi rapporti, quasi come se il numero di connessioni fosse direttamente proporzionale al tasso di isolamento prodotto.
Per poter capire meglio i sogni in Alta Definizione di Giovanni Bruni, abbiamo deciso di scambiare quattro chiacchiere con lui, che, con molta disponibilità, ci ha raccontato un po’ di sé e ci ha introdotto in questo mondo musicale dalle atmosfere futuristiche.
Intervista al producer Mulai
Come hai iniziato a fare musica?
Ho iniziato circa un anno prima dell’uscita del mio primo disco Something For Someone (9 Dicembre 2015, nda). Prima facevo più musica sperimentale con un gruppo che avevo e solo successivamente mi sono avvicinato alla musica elettronica, perché i miei ascolti andavano in quella direzione ed ho iniziato ad appassionarmi a quel mondo. Così è nato Something for Someone, poi qualche tempo dopo è uscito Glue e, dopo ancora HD Dreams. È stato un percorso molto naturale, ha seguito una sua evoluzione non forzata. HD Dreams è stato prodotto in un periodo di tempo molto più lungo, rispetto a Glue per esempio. I pezzi in questo disco hanno assunto un significato per me molto più importante perché nati da particolari momenti di questi due anni.
In HD Dreams, richiamo le atmosfere di un mondo completamente tecnologizzato e digitalizzato, cosa ti ha ispirato?
Io sono del 92 e quindi sono nato in un periodo a cavallo tra un’era un po’ più distante dalla tecnologia ed una in cui la tecnologia ha avuto completamente il sopravvento. Quando ero più piccolo e andavo a scuola non si sentiva parlare di Facebook o di realtà del genere, sono cresciuto un po’ in un periodo di transizione e avendo un fratello più piccolo mi rendo conto di quanto, soprattutto il mondo dei social media, stia avendo il sopravvento sulle nostre vite. Questa cosa mi ha portato un po’ a pensare a questo rapporto che anche io stesso ho con la tecnologia, e ho quindi immaginato questi sogni in HD, come se la tecnologia riuscisse a penetrare anche la nostra parte più intima, i nostri sogni. Gli HD Dreams rappresentano dunque la possibilità di questi sogni digitali in cui la tecnologia è entrata talmente tanto nella nostra vita che riesce ad influenzare anche il nostro subconscio. Questa è l’idea che sta alla base. Inoltre, mi sono anche reso conto che tutte le mie produzioni, a livello pratico, passano da mezzi digitali o mezzi comunque tecnologici, quindi questa cosa rende i pezzi molto più asettici e perfetti di quella che è l’idea iniziale. C’è questa trasformazione dall’idea iniziale al prodotto finito, che rende meno viva la concezione iniziale.
Come è strutturato dunque un tuo live?
Non ho mai voluto rendere le cose super complicate, perché non è nel mio carattere, quindi il mio live di base è piuttosto semplice, utilizzo delle drum-machine, campionatori o dei synth. Utilizzo Ableton, canto e poi utilizzo dei video di supporto qualcuno preso e qualcuno creato da me, in modo da dare una sorta di spinta in più rispetto a quello che è il significato del pezzo. In generale, sono molto affascinato dall’accoppiamento tra musica e immagini, tra l’altro ho notato che l’immagine accoppiata alla musica, soprattutto in sede live, riesce a distorcere il messaggio, qualche volta anche a fraintendere il testo del brano. Delle volte cerco anche di portare un video che abbia un messaggio quasi “contrario” al mood del pezzo, in modo da creare una situazione un po’ ambigua, di creare emozioni contrastanti.
C’è un brano o anche più brani ai quali sei particolarmente legato?
Sì, c’è “HD Me”, che forse anche dal titolo traspare che sia quello un po’ più personale. È nato in un periodo particolare della mia vita e riassume, in maniera fumosa, qualche aspetto mio molto personale. Non ho voluta renderla plateale, quindi forse solo io riesco a comprenderla. Anche l’ultima traccia, “Earth, Airplane & Earth, Again” che è nata dall’unione di due pezzi che avevo composto che ho scoperto avere una sorta di nesso tra di loro, pur essendo diversi. Infatti, la traccia parte in un certo modo e a metà c’è uno stacco parecchio brusco, pur mantenendo certe sonorità e un certo mood. Anche questo pezzo è legato a un periodo particolare della mia vita.
Ringraziamo Giovanni Bruni Zani per la disponibilità.