Non ci sono + i cantautori: chi è Daniele Napodano
Daniele Napodano è un musicista cantautore italiano residente in Belgio. Metà artista e metà ratto, Napodano è nato e cresciuto in un contesto fortemente musicale, muovendo già in tenera età i suoi primi passi sul pianoforte. Dopo anni di incessanti incursioni attraverso mondi e generi musicali, di viaggi ed esperienze, il suo cammino è stato illuminato dall’adozione di una coppia di ratti. Amandone profondamente l’indole e il comportamento, entra in simbiosi con i roditori trovando l’ispirazione per realizzare il singolo che porta il nome del suo EP, “Storia di un Ratto. Dopo l’ottimo successo radio e stampa del secondo singolo “Lucciole”, Napodano ha pubblicato il suo primo album: Sarà la libertà (Street Label Records). Ciò di cui andremo a parlare oggi in questa intervista sarà il suo nuovo album “Non ci sono + i cantautori”, uscito il quindici marzo di quest’anno, un titolo che vale più di mille parole.
Un album intenso che tocca temi profondi
Il nuovo album di Napodano, non ci sono + i cantautori, è quel tipo di album che chiunque dovrebbe sentire almeno una volta nella vita per riconoscersi e ritrovarsi. Non solo le parole, ma anche la melodia ci hanno colpito nel profondo, toccando temi come l’amore in maniera tutt’altro che banale e scontata, i pregiudizi, lo sradicamento dalle proprie origini, tutto questo per mezzo di metafore ben costruite e con un accompagnamento musicale ora burlesco e incalzante, ora melanconico e commovente, tuttavia nient’affato smielato . Il messaggio che Napodano cerca di far arrivare con quest’album è insito nel titolo stesso, ovvero non esistono + cantautori, oramai sono tutti delle marionette con dei fili tirati dalle mani furbe e avide di grandi case discografiche, che più che porsi il problema di fare arte, si chiedono come possono mungere i soldi dagli artisti.
Cominciamo con l’intervista
In Non ci sono + i cantautori, nella canzone “Coccinelle” che relazione c’è fra queste e i cocci rotti?
Forse che le coccinelle ti si posano sulla mano e se ne vanno, mentre i cocci rotti ti fanno delle cicatrici che non se ne vanno più.
In Non ci sono + i cantautori, nella canzone “Emigrare” parli della difficoltà del riuscire a partire verso nuovi orizzonti lasciandoci tutto alle spalle: la famiglia, i luoghi comuni, il posto fisso, hai vissuto in prima persona questa esperienza di cui parli, immagino. Se sì com’è andata?
Considerando che sono più di 10 anni che ho lasciato l’Italia per stabilirmi in Belgio, direi che l’esperienza c’è e purtroppo anche tutti i luoghi comuni. Ecco, proprio di quei luoghi comuni mi ero rotto le scatole e me ne sono andato, ma alla fine non l’ho fatto poi del tutto.
Non ci sono + i cantautori mi è sembrato un inno alla vita e alla verità, soprattutto all’onestà dei rapporti e dei propri sentimenti. Come è raccontare il vero in questo periodo musicale dove tutto è solo apparenza e artefici e in cui ecco, appunto, i cantanti che fanno successo sembrano tutti un po’ dei “pinocchi con i fili”?
Ti ringrazio. Diciamo che quasi la totalità di quelli che fanno successi hanno dei fili grossi come corde di contrabbasso! Sono figli o parenti d’arte, sono figli o parenti della TV o dei talent, hanno catene editoriali mostruose che possono trasformarli da sconosciuti a star e viceversa in un batter d’occhio, con dei risultati psicosociali devastanti. Essere un povero scemo come me alla fine ha i suoi vantaggi; per esempio quest’anno sto lavorando con una agenzia di booking che mi sta organizzando concerti e aperture almeno fino al prossimo autunno e quando arrivo io, sono sempre una sorpresa!!! (W la modestia eheh!). 🙂
fonte immagine: ufficio stampa