Il nuovo nemico è il titolo dell’ep di esordio di Otto, progetto musicale guidato dal cantautore, tastierista ed arrangiatore Lorenzo Campese (ex Isole Minori Settime, Greta & The Wheels), pubblicato per Apogeo Records|New Generation.
L’ep contiene quattro brani inediti con la produzione artistica di Stefano Bruno e Simone Morabito (Riva). Il mix è affidato a Gianni “Blob” Roma e Matteo Cantaluppi (Ex Otago, The Giornalisti, Bugo), nomi importanti del panorama indie-alternative italiano degli ultimi anni.
Il progetto di Lorenzo Campese
Il progetto Otto nasce da un’idea del cantante e tastierista Lorenzo Campese, a cui prendono parte Marco Maiolino (basso e synth bass), Federica De simone (synth e voce), Andrea Moreno (chitarra elettrica) e Mattia Santangelo (batteria).
Il frontman del progetto, Lorenzo Campese, è anche co-fondatore della band Isole Minori Settime, attiva tra il 2013 ed il 2017, con cui ha pubblicato l’EP “Elemosina” ed i singoli “Non cambiare traccia” e “Goffredo”.
Terminata “l’avventura” con la band, Lorenzo ha fondato Otto, progetto in cui è autore dei brani e cantante solista. Il singolo di debutto di Otto è Rigore per la Juve, prodotto e registrato da Massimo De Vita (Blindur) presso lo studio Le Nuvole, ad aprile 2018. Nel 2019 Otto entra a far parte della famiglia di Apogeo Records | New Generation e pubblica, nel giugno dello stesso anno, il singolo Dietro un vetro, a cui sono seguiti Sposami Maurizio (Dicembre 2019) e Il nuovo nemico (luglio 2020), il brano che anticipa l’omonimo ep, la cui uscita è stata posticipata a causa dell’emergenza COVID19.
Intervista a Otto
Per saperne di più sul progetto Otto, Eroica Fenice ha intervistato Lorenzo Campese.
Come nasce il progetto Otto?
«Direi di parto cesareo, viste le tante difficoltà oggettive che molti musicisti stanno incontrando in questo periodo storico. Nello specifico, l’idea di dar vita a Otto nasce dopo lo scioglimento del mio precedente gruppo, Isole Minori Settime. Quel “settime” nel nome s’è trasformato in Otto, che è un po’ la sua continuazione ideale anche se decisamente più breve e facile da ricordare! Otto è anche il mio numero ricorrente, da sempre, per cui è stato piuttosto facile scegliere. Rispetto all’esperienza passata, condivisa con Enzo Colursi e Alessandro Freschi, caratterizzata da una vena più cantautorale in senso classico, Otto è un progetto un po’ più orientato su sonorità elettriche, che mi sono più congeniali, e su una maggiore cura della parte musicale. È la mia prima avventura come cantante solista di una band e autore dei testi, ma anche qui si tratta di un prezioso lavoro di squadra, sia quando ci vediamo a casa per scrivere, sia in sala per raccogliere nuove idee musicali»
Il nuovo nemico è il titolo del tuo primo EP, chi è il nuovo nemico?
«Il nuovo nemico è quello di cui le persone hanno inconsciamente bisogno. È la valvola di sfogo per le proprie frustrazioni e le proprie paure, la scusa da raccontarsi per non notare le proprie mancanze. Ognuno ha il suo nuovo nemico, ma molto spesso la tendenza è generata dai tormentoni mediatici, e anche politici, che tendono a far venire a galla un nuovo demone a tempo determinato contro cui (o al fianco del quale) schierarsi. Questo in genere ci porta in un contesto di discorso in cui “le bombe dei tedeschi”, il “governo del fare” e le finte di Zielinski assumono la stessa identica vuotezza di senso. In ogni caso, il nuovo nemico mi sembra un qualcosa che non puoi mai vedere né toccare, infatti la canzone non è assolutamente interessata a svelarlo, piuttosto ti dà un quadro possibile in cui il processo può accadere»
Come copertina dell’EP hai scelto la foto di una giostra, come mai?
«La foto proviene dall’archivio della nostra fedelissima grafica e fotografa Alessia Della Ragione. Ci ha subito colpito per l’intensità dei colori e per l’impatto visivo, ma soprattutto per il contesto spettrale in cui è stata scattata. La giostra è un vecchio simbolo di svago occidentale, ormai un po’ triste e datato. Qui viene ritratta come un luogo completamente vuoto, di notte. Il contrasto tra le lucine festose, i cavallucci e il deserto intorno le dà una certa aria inquietante. Non c’è un significato esplicito, se fossi un critico di arti e processi sociali potrei pensare forse al tramonto di una serie di certezze con cui eravamo cresciuti, ma per fortuna non è il mio lavoro e non mi pongo il problema!»
Il singolo Dietro un vetro, che anticipa l’uscita dell’EP, è accompagnato da un videoclip girato in un supermercato, dove si vede una ragazza svuotare il carrello anziché riempirlo, di chi è stata l’originale idea?
«L’idea è stata mia, realizzata dal regista Alessandro Freschi (sì, nella prima risposta parlavo di lui come un cantautore, in realtà sa fare tutto). Cercavamo un video che fosse lento, senza trama, ma spiazzante. La canzone è una dedica ai pensieri incompiuti, ai sentimenti non dichiarati, alla mancanza di decisione e di coraggio, alle volte in cui nel dubbio si sceglie di non fare o non dire, o al limite di rimandare. Lo dice in maniera discreta, quasi insabbiando la difficoltà, e questo tipo di azione silenziosa è un po’ quello che fa la protagonista del video: ripone ogni prodotto nel proprio reparto con la stessa cura che solitamente si usa per sceglierlo o acquistarlo»
Il secondo singolo estratto è Sposami Maurizio, un titolo curioso, Lorenzo Campese ci racconti come è nato questo brano?
«“Sposami Maurizio” è una specie di “Mio fratello è figlio unico”, con tutte le ovvie differenze e le debite proporzioni. La noia e lo stress delle scadenze da rispettare, i discorsi vuoti, la routine che ti fa venire quasi voglia di scomparire (“senza nemmeno avvisare”!) ti portano a chiedere aiuto a un vecchio amico totalmente inaffidabile, ma che forse è rimasto in grado di conservare quello spirito che abbiamo distrattamente perso col passare del tempo. È un’implorazione affettuosa e allo stesso tempo disperata verso chi appare in condizioni di difficoltà ancora maggiori della tua, ma sa farselo e fartelo pesare di meno. Un inno tragicomico al nichilismo»
In un post su Facebook hai scritto che ad oggi “nel cassetto” ci sarebbe “materiale per almeno 72 dischi”, dobbiamo dunque aspettarci presto l’uscita di un tuo LP?
«Ha ha ha! Sì, confermo, anche se si tratta di vecchie e nuove idee in generale, non solo riguardanti Otto. Il lockdown e la pausa forzata dai concerti ha accelerato il processo di scrittura di nuovi pezzi (questa volta anche strumentali), che si sommano a quelli già in cantiere. Una volta trovato il filo conduttore definitivo, musicale e non, metteremo a punto la scaletta giusta e entreremo in studio di registrazione. Penso che per il 2021 ce la facciamo, ma non diciamo ancora niente, per adesso godetevi l’EP!»
Immagine copertina: ufficio stampa di Lorenzo Campese