Paletta è il nuovo singolo del cantante cagliaritano Sereno, nome d’arte di Mattia Onnis, che dopo aver pubblicato i singoli Violante e Di nuovo tu, oltre all’ep Violante, Dimmi quello che vuoi e Fragole, torna con un nuovo brano tutto da scoprire.
Intervista a sereno, autore di Paletta
Come nasce il Paletta?
Paletta nasce tanti anni fa in un periodo pieno di cambiamenti ed emozioni forti. Ero appena tornato da Roma dopo aver finito un master in business della musica, stavo cercando di capire come farmi tornare utile a Cagliari quell’esperienza ma soprattutto erano i primi mesi di storia con Violante, la persona di cui parlo in tutte le canzoni precedenti, soprattutto nella prima che porta proprio quel nome come titolo. Sai quando nei primi mesi si è travolti dall’entusiasmo ma si ha un po’ paura di lasciarsi andare completamente? La situazione era quella e sua sorellina, la Sabrina di cui parlo nella canzone, le faceva spesso domande a bruciapelo relative a noi due, domande spontanee nate dalla curiosità di una bambina, però senza ottenere quasi mai una risposta vera e propria. Uscì fuori pensando a quei momenti la frase: Sabrina hai fatto un buco nell’acqua, un’altra domanda che non ha senso per lei e tutto il resto della canzone prese forma di getto in pochi minuti.
Da cosa nasce la scelta del titolo? Che significato ha?
Nel periodo in cui ho scritto Paletta ascoltavo tantissimo i Pop-X ed ero particolarmente in fissa con Secchio ed essendo una canzone buffa la feci ascoltare anche a Sabrina, nonostante alcune frasi non proprio per bambini. Da quel momento diventò una sorta di canzone nostra, più che mia e sua proprio di quel periodo, e quando arrivò il momento di dare un titolo a questa nuova canzone mi venne spontaneo trovare un collegamento con tutto ciò. Sabrina non l’ho mai chiamata Paletta ma quel titolo l’ho sempre percepito come un suo soprannome.
Qual è il messaggio che il brano vuole trasmettere?
La canzone non nasce con un intenzione in particolare, è uno dei capitoli di un racconto più grande. Come mi capita spesso però mi sono accorto che effettivamente un messaggio lo porta con sé e mi piace vederla come un inno alla genuinità dei bambini quando con semplici domande riescono a fare breccia negli adulti, scombussolando convinzioni ed emozioni senza nemmeno accorgersene. Paletta è la paladina di quella spontaneità senza filtri.
Cos’è per te la musica?
La vedo da sempre come la colonna sonora della vita, la musica ci accompagna sempre, dalle canzoni che ascoltiamo a quelle che rimangono in testa. Non penso ci sia un momento della vita in cui non ci sia musica insieme a noi, non credo si possa provare scientificamente purtroppo ma secondo me è così. Poi personalmente la musica per me è una forma di comunicazione, racconto meglio le cose quando le metto in musica perché quando ne parlo sono disordinato e prolisso. L’aspetto più importante per me però è che è una terapia, scrivere mi permette di sfogare quello che ho dentro e la maggior parte delle volte rileggere quello che ho scritto mi aiuta a capire meglio me stesso e quello che sto vivendo.
Nel processo creativo come lavori? Viene prima il testo e poi la musica, viceversa, oppure non c’è una regola precisa?
Non c’è una regola precisa, a volte nasce prima il testo, qualche frase in particolare, oppure un motivetto che fa da apripista al resto della melodia. Diciamo che il grosso viene buttato giù di getto in momenti casuali della giornata, poi metto in ordine le idee, col supporto della chitarra le cose iniziano a prendere forma e infine in studio avviene la magia con tutto il processo di produzione e arrangiamento.
Progetti futuri, qualche anticipazione?
Sì vorrei far uscire nei prossimi mesi il mio primo disco, un concept album che racconta questa storia d’amore iniziata con il mio primo singolo Violante, spero di farcela per aprile.
Fonte immagine in evidenza: ufficio stampa dell’artista