Il Passaporto di Mario Riso: un disco dalle anime differenti
È uscito lo scorso 20 ottobre Passaporto, il primo album da solista del batterista Mario Riso, distribuito dall’etichetta Self. A cinquant’anni Riso si rimette in gioco con una raccolta di diciotto tracce scritte nel corso di periodi diversi della sua lunga carriera da batterista, prestando per la prima volta anche la propria voce in un brano, Un temporale, realizzato con Danti dei Two Fingerz e scelto come singolo di lancio del lavoro.
Anticipato dal brano Un temporale, in rotazione radiofonica dal 13 ottobre, Passaporto è un disco in cui Riso racconta, attraverso diversi stili, la sua storia musicale, fatta di oltre 30 anni di esperienza. Dopo aver suonato in numerosi album di grandi artisti, il batterista, compositore, produttore, nonchè autore e presentatore televisivo monzese ha voluto intraprendere quello che lui stesso ha definito “un viaggio a ritmo di musica”. “Un viaggio lungo – ha aggiunto – che porterà lontano, e come in ogni viaggio che si rispetti è necessario il passaporto!”.
Il risultato è un album dalle sonorità più disparate, in cui convergono generi anche molto distanti tra loro: Mario Riso si muove con disinvoltura tra ritmi rock (a lui congeniali) – prevalenti nella maggior parte dei brani -, latini (come la travolgente Ay que le pasa al mayoral), pop e hip pop, mostrando tutta la sua poliedricità. 18 tracce dalle anime differenti che testimoniano una vita dedita completamente alla musica.
Inoltre, come detto in precedenza, per la prima volta Riso canta anche, nel singolo “Un temporale”, un brano che si pone come una metafora della vita: non sempre il cielo è sereno, spesso bisogna attraversare burrasche, ma “un temporale dura soltanto un momento” e “un altro sole tornerà”, perché il sole torna sempre a splendere.
“Il primo album solista della mia vita, la prima volta che canto e utilizzo la mia voce su una registrazione ufficiale – ha spiegato Riso – C’è sempre una prima volta per quasi tutto… ma questa per me rappresenta una grandissima emozione artistica. Grazie Danti per averla impreziosita col tuo contributo!”.
Ad arricchire il progetto solista del musicista lombardo hanno contribuito numerosi altri artisti oltre al già citato Danti dei Two Fingerz; tra di essi Rise, Cristina Scabbia dei Lacuna Coil, Caparezza, Tullio De Piscopo, Giuliano Sangiorgi, movida e Rezophonic (progetto musicale benefico da lui fondato nel 2006).
Mario Riso: una vita per la musica
Tra i più famosi batteristi rock in Italia, Mario Riso, classe 1967, ha mosso i suoi primi passi nel mondo della musica quando aveva poco più di 16 anni, mostrando da subito il suo talento da batterista.
In 30 anni e passa di carriera ha suonato in più di 150 dischi italiani e si è esibito in oltre 2000 eventi tra concerti live e performance televisive. Oltre ad essere musicista e produttore, Riso ha un ruolo attivo anche nel mondo della televisione, è infatti autore e presentatore tv, nonché fondatore dei canali satellitare Rock Tv (Sky 718) ed Hip Hop Tv (Sky 720). Ha condotto la trasmissione Morning Glory e si è occupato di selezionare e presentare quotidianamente il format Sala Prove, dando la possibilità ai nuovi talenti del rock italiano di far ascoltare la propria musica. Riso ad oggi è tra i più importanti selezionatori di band emergenti nel nostro Paese: ROCK TV ed Heineken gli hanno affidato, dal 2010 al 2012, la direzione artistica dell’”Heineken Jammin’ Festival Contest”, concorso dedicato ai volti nuovi della musica emergente. Dal 2013 è inoltre direttore artistico del Red Bull Tourbus con il contest “Chiavi in mano”, che consente ad artisti emergenti di esibirsi per tre date live sul palco del Tourbus.
Tuttavia, il batterista monzese è conosciuto soprattutto per il progetto REZOPHONIC, fondato nel 2006, per AMREF, l’organizzazione di cui è ambasciatore e socio onorario. Un progetto in cui ha riunito il meglio del rock italiano (oltre 150 artisti) allo scopo di realizzare pozzi d’acqua potabile in Kenya, curando la realizzazione di tutti i brani del primo album.
Nel 2011 esce Rezophonic 2 – Nell’acqua (Zeta Factory), prodotto da Riso e dall’amico Oliviero “Olly” Riva, per sensibilizzare le persone sul tema degli sprechi d’acqua quotidiani. Il motto del progetto è: “Offri da bere a chi ha veramente sete” e la canzone Nell’acqua, scritta insieme a Caparezza, ne è diventata l’emblema.
Tre anni più tardi viene pubblicato Rezophonic III (Scarlet Records), contenente il singolo “Dalla a me (io sicuramente non la spreco)” vincitore dell’Italian Movie Award per aver affrontato un tema importante come quello degli sprechi, tra cui lo spreco d’acqua, tema ricorrente nel progetto Rezophonic.
Il 2017 è invece la volta del progetto solista Passaporto, uscito il 20 ottobre e presentato in anteprima al Legend Club di Milano l’11 ottobre. Riso però non perde di vista il progetto Rezophonic, è infatti in lavorazione Rezophonic IV.
Da batterista a cantante: Mario Riso si racconta
A un mese dall’uscita del suo primo progetto da solista, Eroica Fenice ha intervistato il musicista lombardo.
Quando e come è nata l’esigenza di realizzare un disco da solista?
Ho sempre pensato di produrne uno ma ho sempre fatto parte di band o progetti per i quali mi sono occupato principalmente di suonare la batteria e sullo stesso piano scrivere musiche e testi. Stavo realizzando il mio primo cd solista nel 2003 ma poi l’esperienza legata ad una trasferta in Africa mi ha portato a fondare un progetto umanitario che ha fatto cambiare destinazione alle mie canzoni: Rezophonic.
In Passaporto, per la prima volta in 30 anni di carriera, oltre a suonare canti pure, com’è stato “impersonare” anche il ruolo di cantante?
La musica e il canto sono discipline che meritano rispetto e dedizione, proprio per questo utilizzo il verbo “cantare” tra virgolette … diciamo che per la prima volta ho utilizzato la mia voce su una registrazione ufficiale provando ad utilizzarla più col cuore che con tecnica. Trovo che si stia abusando fin troppo di questo termine. Fino a qualche tempo fa era impensabile che un musicista con poco talento potesse incidere dei dischi, ma oggi, complice la tecnologia e la mediocrità, tutto è diventato possibile…ed allora, se cantano cani e gatti… lo faccio pure io!
Nel disco hai collaborato con diversi artisti, dimostrando di non avere solo un’anima rock e che anche generi molto distanti tra loro possono convivere…
Il Passaporto è un documento di identità e di viaggio… il mio viaggio nel tempo è stato lungo ed affascinante. Ho incontrato e conosciuto migliaia di persone, città, luoghi, generazioni e mi sono chiaramente lasciato contaminare ed influenzare da tutto questo.
Nel 2006 hai fondato il progetto Rezophonic allo scopo di realizzare pozzi d’acqua potabile in Kenya, anche i proventi di questo tuo nuovo progetto musicale saranno devoluti a fini sociali?
In realtà preferisco separare le cose in modo da non generare equivoci. Ho già ultimato le registrazioni di Rezophonic IV e non vedo l’ora di pubblicarlo e farvelo ascoltare … questa volta la tematica toccata sarà ancora di più di interesse collettivo e racconterà di una categoria crescente nella vita di tutti i giorni: “i chiacchieroni”.
Sono tanti gli artisti con cui hai suonato durante la tua trentennale carriera, c’è qualcuno in particolare, col quale ancora non hai lavorato, che ti piacerebbe coinvolgere in progetti futuri?
In tema di sogni… The police e Led Zeppelin.
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