Sonorità decise, chitarre distorte, atmosfere labirintiche, voce calda, contrasti netti. Sono questi gli ingredienti del nuovo album dei Reeducate, intitolato Plastic Knives. La band lombarda è lontana dal mainstream: lo si vede dal genere e dalle scelte stilistiche. I Reeducate, infatti, si configurano come una band shoegaze, un sottogenere appartenente all’alternative rock, nato nel Regno Unito a fine anni ’80. A rendere però innovativi i Reeducate non è solo il genere di nicchia, ma anche la mescolanza di influenze musicali: la presenza di tutte le sfumature del punk, l’effettistica della chitarra in pieno stile rock, la batteria decisa che riporta alla mente i gruppi degli anni ’70 in Gran Bretagna e quel tocco elettronico che ricorda gli ideali musicali dei Radiohead.
Plastic Knives: i coltelli imperfetti dei Reeducate
Siamo di fronte ad un grande iceberg di cui il nome dell’album è solo la punta, ciò che è visibile ai più. Infatti, la traduzione del titolo è “coltelli di plastica”: si tratta di coltelli imperfetti, non in grado di tagliare fino in fondo. Una metafora utilizzata per sottolineare l’incompiutezza, le frasi spezzate, i segreti rivelati a metà, una comunicazione inefficiente, proprio come sono inefficienti i coltelli di plastica, che si spezzano senza aver svolto il proprio lavoro. L’incomunicabilità, che diviene fulcro dell’intero album, la si ritrova in ogni brano, a cominciare dal primo singolo uscito in primavera: Secret Room, la più cantabile delle 8 tracce. L’architettura di Plastic Knives è complessa: un lavoro strutturato per creare straniamento, a partire dall’uso eccessivo dell’effettistica, per concludere con la costruzione dei vari pezzi, talvolta troppo complessa, altre volte piacevolmente cangiante. Ogni dettaglio sonoro non è lasciato al caso, numerosi i rimandi al genere di riferimento, lo shoegaze; il sound ha un ottimo balance tra il comparto ritmico e quello armonico, con numerose influenze di genere, tra cui spicca – senza dubbio – il passato punk.
I Reeducate suonano dal 2015, hanno alle spalle diversi lavori e collaborazioni. Composta da Giuliano Buttafuoco, Francesco Bressan, Lorenzo di Gemma, Andrea Palmas e Matteo Reati, la band lombarda ha un sound malinconico quanto basta, aggressivo e deciso.
Prodotto da DreaminGorilla Records, Tanato Records, Edison Box Records, È Un Brutto Posto Dove Vivere e Entes Anomicos, disponibile sia in formato digitale, sia in vinile, l’album dei Reeducate è sicuramente una parentesi musicale diversa. La copertina dell’album cattura l’attenzione: su di uno sfondo rosso, sono incastrati un occhio spalancato ed una lingua, forse icona simbolo della difficoltà di comunicazione, celebrata già ampiamente nell’album.