Pornoclown: tutti al circo del suo nuovo sound

Pornoclown: tutti al circo del suo nuovo sound

Napoli e tutta l’Italia intera. Ma da Napoli partiamo. Un disco che da cronaca dovremmo citarlo come esordio… Ma di certo per Rosario Spampinato in arte Pornoclown, tutto è tranne che un esordio. Anni di live e grandi collaborazioni che oggi sfociano in un primo disco e abbiamo forte l’impressione che sia uno di quegli artisti che vivono di live e non di passaggi “plastificati” come un disco da mettere in vetrina. Lui che le vetrine le ignora e se ne sta lontano, sforna un album al fulmicotone, di rap che prende dentro ogni metrica e denso di grandi collaborazioni. Una produzione che su Napoli cerca le principali radici a partire dalla collaborazione con Gino Magurno che porta in trincea Extrapolo, storico leader del gruppo hip hop La Famiglia, nel singolo di traino Da Taranto a Toronto. E poi si va da Edoardo Bennato a Tony Cercola, da Capone dei Bungtbangt a Pietra Montecorvino ed Eugenio Bennato, da Marcello Coleman, MC Mariotto e Luis Grieco a Daniele Blaquier dei Neri per caso, da Gianni Migliaccio ad Annibale Guarino col suo stupendo sax. Il circo del sound uscito per INTERBEAT è un disco decisamente acido di velenose spine e anche tanto bello…

La Napoli del “Lotto Infinito” di Avitabile e compagnia cantante. Sarà anche la Napoli di questo circo del sound? In qualche modo lo senti un disco territoriale?
Credo ci sia un patrimonio espressivo nel circo del sound, anche se non dovesse appartenere al mio modo di fare musica, appartiene indiscutibilmente agli artisti che mi accompagnano in questo lavoro, facilmente riconducibile a quella Napoli, è un disco territoriale non solo nel linguaggio ma anche per le tematiche affrontate che lo colloca sul mediterraneo.

Te lo chiedo perché dentro queste canzoni in realtà ci sono rimandi assai “nazionali”… di tutti… o sbaglio?
Condivido pienamente l’osservazione sui rimandi nazionali, ma essendo un disco mediterraneo, penso sia un album che oltrepassa i confini e il concetto di nazione, con una svolta propositiva verso una commistione interculturale.

Tante le collaborazioni: le hai scelte proprio pensando al brano specifico oppure hai raccolto strada facendo quello che il caso ti ha dato? O magari qualcuno ha scelto in prima persona il brano…
È un album di 13 tracce che ha coinvolto quindici persone tra artisti e musicisti e inevitabilmente ogni canzone ha la sua storia, qualche brano mi è stato proposto e ho scritto le mie parti, altri invece sono stati appositamente preparati per quella determinata collaborazione.

Domanda provocatoria. Perché secondo te ormai a Napoli associamo un certo linguaggio malavitoso? Te lo chiedo perché questo disco, per quanto sia una rabbia di rinascita, comunque è una rabbia in napoletano spesso e volentieri… Sembra mescolare le carte e affidarsi a cliché che sinceramente avranno stufato tutti…Te compreso…
Accostare il napoletano alla malavita è un formula che in passato ha funzionato e qualcuno ha sfruttato questa cosa, ma attualmente è una trappola in cui non può cadere un artista che propone dei contenuti, personalmente non mi infastidisce il personaggio che si atteggia a malavitoso, trovo fastidioso l’ascoltatore che fraintende, perché interpreta il napoletano soltanto sotto quella veste.

A chiusa il video con Extrapolo: come a dire, tutto il mondo è paese? Perché allora tanto cemento di periferia?
In realtà tutto il mondo non è paese, ma tutto il mondo è in pericolo, almeno in questo brano è così, per quanto riguarda la periferia io sono nato a Napoli a ridosso del centro storico e poi da un decennio mi sono trasferito oltre 20 Km a nord di piazza del Gesù, per giungere in centro prendo due metropolitane ma ci vado spesso perché ho una sala prove nei pressi di piazza san Domenico, quindi vivo la periferia delle stazioni metropolitane lontane dai luoghi turistici, cammino tra i palazzoni dei quartieri dormitorio, ma Da Taranto a Toronto è una canzone globalizzante e interessa il centro come le periferie di ogni città.

Pornoclown: tutti al circo del suo nuovo soundhttps://open.spotify.com/album/55DGwS4MttghkZyGekF8iL?si=HoNyxL2qRgO9-iMYDuvpSg

Fonte immagine di copertina e immagine usata nel corpo del testo: Ufficio Stampa

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Mi chiamo Rossella e sono una studentessa pugliese trasferitasi a Napoli per studiare lingue. Sono amante del buon cibo ,per questo mi definisco una buona forchetta, ma adoro viaggiare, quando e se posso, e anche leggere. Mi definisco una persona abbastanza schietta e precisa

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