Rap storytelling: i 3 brani più iconici

rap storytelling

Il sottogenere rap storytelling, una delle espressioni principali della cultura hip-hop, è un fenomeno che ha conosciuto un grande successo sin dalla seconda metà degli anni ’70. Tuttavia, esso ha radici molto profonde, che si possono identificare nella musica antica dell’Africa Occidentale, dove i cantastorie Griot tramandavano oralmente, con il solo ausilio di strumenti a percussione, storie che avevano lo scopo di rafforzare l’identità collettiva, di orientare l’opinione del sociale e di costruire e preservare i modelli culturali e i valori presenti. Durante il corso dei secoli, a causa dei continui agglutinamenti culturali, lo stile e l’estetica di questa forma artistica hanno subito notevoli cambiamenti; ciò che non è cambiato è la sua vocazione narrativa, attraverso cui vengono inquadrati degli elementi che appartengono ad una realtà e ad un contesto preciso, segnalandone i valori ed eventualmente le problematiche. Il sottogenere rap storytelling può assumere un valore indicativo delle criticità presenti in un determinato milieu, delle reazioni e dei disagi. La struttura narrativa prevede il racconto, in prima o terza persona, di una storia vissuta, osservata o conosciuta per via indiretta o frutto di un’esperienza personale, arricchita da dettagli chiave, riferimenti allegorici e flussi di coscienza propri dei personaggi della storia e dell’autore stesso.

Ecco alcuni dei brani rap storytelling che offrono uno scorcio critico del contesto sociale che l’artista vive quotidianamente, talvolta affrontando temi politici e sociali scomodi per l’opinione pubblica e e per le istituzioni

1. Grandmaster and Flash: The message (1982)

The Message, considerata dalla rivista Rolling Stone la migliore canzone hip hop di tutti i tempi. Inoltre, è una delle prime canzoni rap storytelling a contenere un messaggio di critica sociale e politica.  Il testo del brano porta alla luce alcune problematiche presenti nel ghetto, in particolare la microcriminalità, la tossicodipendenza, l’ignoranza di fondo e l’impossibilità di riscatto sociale. Il testo descrive il quartiere, le persone che lo abitano e le loro azioni, filtrate dal punto di vista dell’artista. L’ultima strofa in particolare narra la storia di un ragazzo del ghetto, che durante la sua crescita si trova sul percorso obbligato della criminalità, dell’arresto e del suicidio, senza altre possibilità di svolta. La base strumentale di questo brano rap storytelling è una commistione di vari generi, tra cui funk e dub, ed è caratterizzata da un ritmo lento e da toni cupi. Suddetta base sarà poi campionata e riutilizzata da molti artisti hip-hop e non. 

2. Ice Cube: It was a good day (1992)

Questo brano è stato definito dall’autore stesso come la sua opera magna. È a tutti gli effetti il racconto di una ipotetica buona giornata e lo descrive come il contrario di un giorno ordinario nel ghetto. Durante questa giornata non ci sono i cani che abbaiano, la polizia non commette brutalità, non ci sono taccheggiatori, i Lakers vincono la partita; tuttavia continuano ad esserci elementi propri della malavita da ghetto, la promiscuità, l’uso di droga e l’alcolismo. Il modello di realtà elaborato da Ice Cube in questo brano rap storytelling si distacca dall’ordinario limitatamente all’ambiente esterno, ma continua a rappresentare uno stile di vita da gangster, evidenziando come sia radicata nella gioventù dei sobborghi di Los Angeles l’attitudine malavitosa e gli stili di vita squilibrati. 

3. Tupac: Resist the temptation (2007)

Rilasciata come postuma, è considerabile come una delle canzoni più critiche dell’intera discografia di Tupac. Questo brano incarna tutte le caratteristiche del rap storytelling, rappresentando in maniera trasversale molteplici esperienze e storie minori, tutte accomunate da un filo conduttore. L’intero testo infatti si concentra principalmente sulla piaga del crack che colpì la comunità afroamericana, puntando il dito contro le istituzioni governative, ed è costellato di riferimenti all’esperienza personale dell’artista, come la tossicodipendenza della madre, e flussi di coscienza. La prospettiva che il brano offre è quella del rapporto tra individuo e tossicodipendenza, di come quest’ultima deteriora i rapporti interpersonali, l’individuo e le persone ad egli care. I protagonisti della storia sono vari e la storia di ognuno di loro descrive uno dei disagi della dipendenza da crack, tra cui l’abbandono dell’individuo a sé stesso, la criminalità che deriva dalla dipendenza, la perdita dei rapporti familiari, la delinquenza giovanile e la morte

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

A proposito di Dervishi Jason

Vedi tutti gli articoli di Dervishi Jason

Commenta