Salas: La Casa Nuova è solo l’inizio

Salas

Salas è il nome d’arte di un cantautore dalla penna evocativa, fragile e imponente allo stesso tempo, con in braccio una chitarra con cui dà voce ai suoi pensieri. Antonio D’Angelo all’anagrafe, Salas sul palco, dopo aver pubblicato il suo primo progetto artistico, La casa nuova, un EP da sei brani, è pronto a farsi spazio tra i cantautori emergenti del suo tempo. Un piccolo scrigno La casa nuova, costituito da emozioni, consapevolezza, conoscenza e curiosità, imperniato sul suono di una chitarra ritmica leggera e su di una voce destinata a raccontare le vicende del tempo e dell’animo. Un vero e proprio inizio personale, che però non stacca con il passato: entrare in una nuova casa, non per fuggire dalla vecchia, ma per ricucire il male ed essere più disponibili al bene. Ci sono pochi cantautori come Salas, pochi in grado di soffermarsi sui sentimenti, di dargli vita attraverso parole mai retoriche e mai scarne di significato; il prossimo passo per il cantautore è quello di realizzare un album vero, registrato e impostato con professionalità e dovizia di particolari, per sottolineare ancora di più quanto serva alla cultura di oggi un cantautore come Salas.

La Casa Nuova, intervista a Salas

È uscito da poco il videoclip di Limone, uno dei brani de La casa nuova. Come mai hai scelto Limone come singolo a cui fare il videoclip?

Valeria Gaudieri, amica con cui sono cresciuto, nonché regista del video, mi ha proposto una sceneggiatura da costruire insieme; l’ho vista particolarmente convinta ed entusiasta, dunque mi sono appoggiato alla sua forma espressiva ed ho optato per questo singolo qui. Lei ha avuto la massima libertà nella scrittura, sia nella ripresa che nel montaggio. Ho scelto Limone perché è il brano che si meritava di uscire fuori dal disco, e anche per il periodo, perché volevo una canzone che ricordasse la vita da vivere, lontana dai giorni di adesso.

È anche la canzone a cui hanno messo mani più persone, un lavoro di squadra nonché una bella sfida, poiché in tempi di canzoni da tre minuti, la mia canzone ne è di sei. Volevo andare controcorrente, sono pur sempre cresciuto con i dischi di Baglioni, verboso con una media di 5 minuti, 5 minuti e mezzo a brano.

È un album che punta sulla parola…

È un disco che si basa parecchio sulle parole. Chi scrive canzoni non può far a meno del rapporto così malato con le parole. Dopo sei mesi, l’album prende consapevolezza, e la reazione che ho notato di più è stato pronunciare la frase “come è gentile questo disco”; volevo toccare delle corde e ho trovato questa risonanza. Se c’è un lavoro fatto con questo disco, senza mestiere e consapevolezza, è quella di toccare le corde della tenerezza e commozione interiore, in parte il tentativo è riuscito, in parte sono parecchio ambizioso.

Dopo sei mesi, quali sono i punti deboli e i punti di forza del tuo lavoro discografico?

La Casa Nuova è un disco tenero, un disco che volevo, sarebbe uscito per forza, perché ad esempio Limone è stato scritto 7 anni e mezzo fa; certa roba prescinde da noi, una storia parecchio magica. È un disco parecchio immaturo, Luca De Matteis ed io, dopo che è uscito l’album pensavamo al prossimo disco. Quando fai un disco, una canzone la ascolti mille volte, le conosci davvero bene una per una, ne sei quasi saturo e conosci i limiti: sono brani lunghi, va migliorato. Questo non per una questione di mode, ma di mestiere. Sono immature anche a livello di immagini. Ho la sensazione di voler crescere come mestiere di scrivere, quindi come autore e l’ho capito anche in questo momento che siamo chiusi in casa e non possiamo suonare in giro.

Qual è l’arma vincente di un autore?

Io ho la sensazione che una bella canzone, scritta bene, racchiude un universo. La canzone d’amore più bella è Una lunga storia d’amore di Gino Paoli, un pezzo eterno che non scrivi più nella vita, perché se hai il coraggio di scrivere “ti conosco da sempre ti amo da mai” non stiamo facendo più canzoni, ma qualcosa di più importante. Non sono canzonette, sono eternità. Prego di accorgermi, se scriverò una cosa del genere, di godermi l’illuminazione del momento. Non si spiega.

Immagine in evidenza: Salas

A proposito di Alessandra Nazzaro

Nata e cresciuta a Napoli, classe 1996, sotto il segno dei Gemelli. Cantautrice, in arte Lena A., appassionata di musica, cinema e teatro. Studia Filologia Moderna all'Università Federico II di Napoli.

Vedi tutti gli articoli di Alessandra Nazzaro

Commenta