Rimozioni mentali,allucinazioni, detti popolari, citazioni celebri, splatter, esoterismo, vendette, riti occulti, crimini irrisolti, indagini di polizia… Lorenzo Palloni ha saputo mescolare sapientemente tutti questi elementi nella sua Graphic Novel horror, Scary Allan Crow.
Pubblicata per Edizioni Inkiostro e presentata ufficialmente al Lucca Comics & Games 2017, l’opera è accompagnata da una colonna sonora di grandissima fattura realizzata da uno dei più importanti esponenti del turntablism italiano: Dj Aladyn ( Aldino Di Chiano).
Scary Allan Crow, quando un semplice divertimento si tramuta in una spirale di violenza
Inizia con Jakob, Lucio, Malik, Katrina, Magdalena, Amalia e Svafa la nostra storia. Sette universitari, annoiati dalla loro quotidianità, che cercano svago e divertimento in un casolare di campagna abbandonato. Durante questa piccola “escursione” conosceranno una bizzarra pianta che li catapulterà in un’inaudita spirale di violenza che si prolungherà ininterrotta fino al sorprendente e ambiguo finale.
Scary Allan Crow, quando lo scratch incontra il disegno
A dirigere i fili di questa angosciante vicenda l’incredibile colonna sonora, pubblicata lo scorso 31 Ottobre in formato vinile 180 gr in limited edition (Kappa Distribution) realizzata da Dj Aladyn, che ha anche contribuito all’ideazione della graphic novel. Così come Palloni mescola nelle sue tavole tantissimi elementi diversi tra loro, allo stesso modo il disc jokey, da buon maestro del turntablism, manipola e distorce magistralmente suoni per creare atmosfere lugubri e inquietanti. Non a caso il turntablism è- Wikipedia può venire in nostro aiuto- “l’arte di manipolare suoni e creare musica mediante il giradischi e il mixer da Dj”. Quindi, se state pensando a “I Dj non fanno altro che mettere play”, no, non è questo il caso.
Sei tracce, una per ogni capitolo, si susseguono intervallate da alcuni interludi. Poche inquietanti note al piano, introducono il tutto preparando il lettore- e ascoltatore in questo caso- alle atmosfere di pura malvagità nelle quali sarà immerso. C’è poi una breve pausa con una musichetta molto simile a quelle delle giostre- a dirla tutta neanche così rassicurante- che sfuma in una cupa sequenza di bassi. Ed è proprio qui che Aladyn mette in mostra tutta la sua abilità nello scratch. Le pagine scorreranno davanti ai vostri occhi a ritmi frenetici, quasi da togliere il fiato; altre volte lenti, sommessi, ma pronti ad esplodere in cruenti colpi di scena. Aladyn sarà il demiurgo di questa esperienza audio-visiva, accompagnato non solo dalla matita di Lorenzo Pallone ma anche dalla chitarra di Marco Trentacoste e dal pianoforte di Roberto Pace. Quel pianoforte dal quale, anche nell’ultima traccia, risuoneranno minacciose le stesse note che avevano introdotto l’album. Come se la vicenda di orrenda malvagità, capitata ai sette protagonisti, trovasse in questa sua “circolarità” una coerente conclusione o,forse, l’inizio di una nuova spirale di violenza destinata continuamente a ripetersi.