Storia dei tormentoni estivi: un fenomeno commerciale italiano

storia dei Tormentoni estivi

Storia dei tormentoni estivi: gli aspetti commerciali e culturali di un fenomeno tipico italiano dagli anni Sessanta ad oggi

Ogni estate italiana è contraddistinta dai famosi tormentoni estivi, un termine usato dai media e dal pubblico per riferirsi alle canzoni pubblicate tra maggio e giugno che diventano protagoniste dell’estate, attraverso una “massiccia” (e spesso esagerata) diffusione attraverso le radio.

Anche il 2023 ha i suoi protagonisti: Annalisa, con i brani Mon Amour e Disco Paradise (in collaborazione con Fedez e Articolo 31); il duo Achille Lauro e Rose Villain con  FragoleAngelina Mango con Ci pensiamo domaniRosa Chemical con Bellu GuaglioneMr Rain e Sangiovanni con La fine del mondo; Paola & Chiara con Mare CaosLuigi Strangis e Matteo Romano con Tulipani Blu; i Coma__Cose con Agosto Morsica; la band The Kolors con Italodisco

La storia dei tormentoni estivi: un fenomeno socio-culturale ed economico

Analizzare la storia dei tormentoni estivi e la sua fenomenologia significa comprendere come la società italiana sia cambiata a partire dal secondo dopoguerra. Tra il XIX e il XX secolo la nuova classe dirigente europea, quella borghese (che aveva soppiantato la nobiltà), si distinse dalla precedente scegliendo il mare alla montagna come luogo per le vacanze (la montagna era prediletta dagli aristocratici, in quanto le distese di acqua salata suscitavano il terrore fin dall’Età classica). 

Nella penisola italiana primonovecentesca, le vacanze erano un lusso solo per i borghesi. Il cambiamento radicale avvenne negli anni Sessanta, quando anche gli operai delle maggiori fabbriche del Nord e del Nord-Est (e poi il resto della popolazione) poterono usufruire di un periodo di riposo estivo. La maggior parte scelse di recarsi in vacanza al mare, magari in località turistiche come la Riviera romagnola (luogo d’attrazione anche per molti turisti dell’Europa settentrionale).  “Permettersi una villeggiatura a mare” era reputato il simbolo della nuova condizione di benessere economico. Ed ecco che qui subentra la storia dei tormentoni estivi.

La rivista musicale Rolling Stone indica in un suo articolo quale sia stato il primo tormentone estivo. Si trattò del brano Legato ad un granello di sabbia di Nico Fidenco del 1962. Era stato escluso dal prestigioso Festival della canzone italiana di San Remo, ma divenne famoso grazie alla diffusione attraverso i juke-box degli chalet di ogni spiaggia italiana. Dall’opera di Fidenco iniziò la lunga storia dei tormentoni estivi ascoltati dagli italiani.

Meteore musicali: 15 artisti che ricordiamo per una sola canzone

I casi più celebri di artisti che divennero protagonisti della storia dei tormentoni estivi sono quello di Mina con Tintarella di Luna, di Eduardo Vianello con I Watussi, Pinne, fucili ed occhiali, Abbronzatissima e Guarda come dondolo, di Rocky Roberts con Stasera mi butto e di Lucio Battisti con Acqua azzurra, acqua chiara.  Si continuò anche negli anni Settanta con altri brani divenuti famosi nella cultura pop del Belpaese come Splendido splendente di Donatella Rettore, Finché la barca va di Orietta Berti e Gloria di Umberto Tozzi. 

Il tormentone estivo e la lingua spagnola: da Vamos a la Playa al reggaeton caraibico e alla musica balcanica

Nella storia dei tormentoni estivi, una svolta si è verificata negli anni Ottanta. È proprio da Vamos a la Playa dei Righiera che il tormentone inizia a manifestarsi come lo intendiamo oggi: una canzone “leggera e disimpegnata che segue le mode del momento”. Il duo Righiera aveva presentato al pubblico italiano un brano in spagnolo, una lingua associabile all’esotismo di paesaggi come i Caraibi e il resto dell’America Latina. Le spiagge cubane, haitiane, dominicane o messicane diventarono parte dell’immaginario collettivo come il perfetto luogo di evasione. Proprio da qui partì quel filone di artisti italiani che riproposero musiche dal “sapore latineggiante”. Per esempio, Paola & Chiara con Vamos a Bailar, oppure i recenti casi di Fred De Palma con la cantante spagnola Ana Mena (D’estate non vale e Una Volta ancora, rispettivamente del 2018 e del 2019) e la brasiliana Anitta (Paloma e Un altro ballo, del 2020 e del 2021) ed infine  Elettra Lamborghini (Pem Pem, Mala, Pistolero e Caramello con Rocco Hunt).

Il vero ingresso della musica latin pop nella storia dei tormentoni estivi avvenne solo alla fine degli anni Novanta. Il primo caso fu quello del cantante portoricano Ricky Martin con La Bomba (1998) e Livin’ la Vida Loca (1999), successivamente ci fu la breve parentesi di King Africa con La Bomba (2000) e delle Las Ketchup con Aserejé (2002). Dopo il “caso di Ricky Martin”, altri musicisti iberici e latinoamericani riscontrarono un notevole numero di ascolti, attraverso le radio italiane, durante i mesi di giugno, luglio e agosto: Michael Telò (Ai se eu te pego!), Enrique Iglesias (Noche Y de Dia, Duele el Corazon e Subeme la Radio), Álvaro Soler (El Mismo Sol, Sofia, Yo contigo, tù conmigo  e Loca), Don Omar (Danza Kuduro), Daddy Yankee (Limbo, Despacito con Luís Fonsi e Calma) e  Maluma (El préstamo, Felices los 4 e Corazon). I primi tre sono autori di musica pop latina; invece, gli ultimi di  reggaeton.

Nella storia dei tormentoni estivi, non mancarono i casi di canzoni dell’Europa balcanica che furono ricordate come tormentoni, magari con testi scritti in inglese, spagnolo o nelle lingue madri dei parolieri. Il primo fu quello della band moldava O-Zone con  Dragostea din tei, conosciuto come Numa Numa e tormentone estivo italiano del 2004. Seguirono Mr. Saxobeat di Alexandra Stan (genere musica house, del 2011), Musica dei Fly Project (2012) e Caliente di Inna (un mix tra eurodance e ritmi latini, pubblicato nel 2012). 

“La magia dei tormentoni” secondo Gentile 

Una tappa della storia dei tormentoni estivi è segnata dall’opinione del giornalista Enzo Gentile. In un’intervista rilasciata su Il Giornale, in merito all’uscita del suo libro Onda su Onda (edito da Zolfo Editori), afferma a proposito dei tormentoni:

In molti casi hanno lasciato un segno più indelebile delle edizioni di Sanremo perché l’Ariston ha avuto anche i suoi lunghi momenti bui, mentre ogni anno è sempre stata l’estate a consacrare la canzone regina. C’è qualcosa di magico nel tormentone estivo, che trascende il clima di competizione che ha sempre caratterizzato Sanremo; il Festivalbar è una gara gioiosamente simbolica e il Cantagiro una parata in versione decappottabile di popstar in vacanza.

(fonte: Mimmo di Marzio, i tormentoni estivi? Sono da 60 anni uno specchio dell’Italia da Il Giornale, ultima consultazione 4/06/2023)

La storia dei tormentoni estivi ci permette di constatare come l’Italia sia cambiata dal boom economico agli anni Duemila. La musica leggera italiana di Mina, Vianello, Adriano Celentano ed Edoardo Bennato (che si contrapponeva al cantautorato dagli anni Sessanta a quelli Ottanta, quello dei “giganti” come Fabrizio De Andrè, Lucio Dalla, Eugenio Bennato o Pino Daniele) era stata sostituita (a fine Novecento) dagli emergenti 883 con Max Pezzali,  Jovanotti, il duo Articolo 31 e Paola & Chiara per attrarre i giovani appartenenti ai Millennial. Negli ultimi anni si sono aggiunti “sovrani dell’estate italiana” al panorama socio-culturale come la band salentina Boomdabash, Baby K, Fedez, Elodie, Annalisa, Benji e Fede, Irama o Achille Lauro. 

Fonte immagine di copertina: Pexels

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024 e iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 25 gennaio 2021. Sono cresciuto con i programmi educativi di Piero e Alberto Angela, i quali mi hanno trasmesso l'amore per il sapere, e tra le mie passioni ci sono la letteratura, la storia, il cinema, la filosofia e il teatro assieme alle altre espressioni artistiche.

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