Sono le prime ore del mattino e all’esterno dell’Alcatraz di Via Valtellina è già possibile notare giovani accampati in fila, molti dalla sera precedente, disposti a tutto per poter vedere i propri artisti preferiti il più da vicino possibile. Ci sono persone provenienti da ogni parte d’Italia – diversi ci fanno sapere di venire addirittura dall’estero – che ricoprono ogni fascia d’età, tutti uniti dalla passione per la stessa musica. Ma chi è, vi starete chiedendo, a mobilitare così tante persone e con così tanto entusiasmo? Si tratta dei The Rose, i quali tornano a Milano per la quarta volta, dopo l’enorme successo del loro HEAL TOGETHER TOUR dello scorso anno e dei due concerti precedenti nel 2018 e nel 2019.
Per chi non avesse mai sentito il loro nome, i The Rose sono un gruppo indie rock formatosi in Corea del Sud nel 2017 e composto da quattro membri: Woosung, vocalist principale e chitarrista; Dojoon, vocalist, tastierista e chitarrista; Hajoon, batterista e sub-vocalist; Jaehyeong, sub-vocalist e bassista. Dopo un periodo di pausa durato poco più di due anni dovuto a una causa giudiziaria contro la loro prima agenzia e l’obbligo di eseguire il servizio militare, i The Rose sono tornati ufficialmente con il loro primo full album HEAL il 7 ottobre 2022 e da quel momento non si sono più fermati: tour mondiale, festival musicali in giro per il mondo, il lavoro per un nuovo album. Ed ecco che i The Rose tornano a Milano per la gioia dei loro fan più affezionati, i Black Roses.
Sono da pochi minuti passate le 20.30 quando inizia il concerto, e i The Rose fanno la loro comparsa sul palco dell’Alcatraz di Milano circondati dal fumo e da giochi di luci colorate. Immediatamente l’emozione predominante tutta intorno è la felicità: degli artisti, che non smettono di sorridere mentre si esibiscono e ascoltano i propri fan cantare parola per parola le loro canzoni; dei Black Roses, i cui volti fanno trasparire la gioia di trovarsi lì in quel momento. Un concerto di quasi due ore, con una scaletta di 23 pezzi che ripercorrono la loro intera carriera: dalla loro canzone di esordio, Sorry, che alla sua uscita fu definita come una delle migliori canzoni coreane del 2017 da Billboard, a alcuni dei loro più grandi successi – She’s in the Rain, RED, Beauty and the Beast, I.L.Y –, insieme a tracce provenienti dai loro due album più recenti, HEAL e DUAL, quest’ultimo uscito il 22 settembre 2023. Un mix di sfumature e generi differenti, con gli artisti che si destreggiano tra pezzi pop melodici e tracce con sonorità rock pure, senza però mai perdere il loro colore e la loro autenticità. Un concerto in cui il gruppo sudcoreano riesce a dare prova del loro estremo talento musicale e di una presenza scenica accecante, accentuata dalla disinvoltura con cui gli artisti si spostano da un lato all’altro del palco, cercando di coinvolgere anche i fan più lontani.
La cosa più bella che si nota durante il concerto dei The Rose a Milano (e che più emoziona) è come tutti, dal primo all’ultimo, cantino parola per parola ogni canzone, sorprendendo visibilmente anche gli stessi artisti, nonostante il coreano non sia la lingua più facile da imparare. Questa è la prova del potere universale della musica che, nonostante la diversità linguistica, è in grado di unire e creare un legame emotivo indissolubile. Una serata in cui non sono mancate, inoltre, le interazioni con il pubblico da parte dei membri dei The Rose, i quali si sono divertiti a pronunciare parole in italiano e a leggere i diversi cartelloni preparati per l’occasione. Più di una volta hanno ringraziato i loro Black Roses per il supporto costante nel corso degli anni, anche nei momenti in cui sono stati costretti a fermarsi per poi ripartire, concludendo il concerto con un momento estremamente dolce in cui si sono fermati a lanciare rose rosse verso il pubblico.
Il concerto dei The Rose a Milano si conclude intorno alle 22.15 e il gruppo sudcoreano si conferma una gemma del panorama musicale internazionale, rappresentante di qualcosa di diverso rispetto a ciò che viene tradizionalmente concepito come k-pop, ma dotato di una propria cifra stilistica inconfondibile. Nonostante sia inevitabile che alla fine di un concerto la prima emozione, insieme all’estrema gioia, sia la malinconia per la fine di una serata speciale attesa per mesi e finita in un battito di ciglia, all’Alcatraz è già percepibile l’impazienza per il prossimo tour.
Fonte immagine: Archivio personale