Un’intervista a Marlò

Marlò

Marlò, nome d’arte di Federica di Marcello, si avvicina al mondo della musica da piccola. Classe ’90, vanta già alle spalle numerose esperienze: partecipa alla serata In memoria di Lucio Dalla, nel 2014 arriva finalista in diverse occasioni: alla 25ª edizione di Musicultura, alla 19ª edizione del premio Lunezia, all’Area Sanremo (ottiene lo stesso risultato anche l’anno successivo), nel 2015 è ospite al programma Barone Rosso di Red Ronnie (solo per citarne alcune).

Il 13 maggio scorso pubblica il suo primo cd ufficiale Intro, disco che coinvolge e appassiona, grazie a tre elementi in particolare: la dolcezza della voce di Marlò, la musica a tratti nostalgica, a tratti più ritmica, e un binomio che colpisce sempre: l’amore e il destino.

Ma lasciamo la parola a Marlò

Ciao Marlò, ti sei avvicinata giovanissima al mondo della musica. Ci vuoi spiegare come nasce la tua passione?

Ciao a voi!! La verità è che mi sono avvicinata alla musica per sbaglio. Da piccolina cantavo con la classica spazzola e simili, poi trovai una tastiera di mio zio nascosta in un armadio ed iniziai a strimpellare. Poco dopo iniziai a prendere lezioni di pianoforte: mi dissero che ero troppo piccola per cantare. Due anni dopo, avevo 12 anni, iniziai un corso di canto.

“Se fosse l’ultima notte sulla terra quante cose avrei da dire, quante cose avrei da fare”. Se dovessi scegliere una sola delle tante cose, quale diresti/faresti?

Mmmm domandona, la verità è che ‘scrivo bene e razzolo male’. Ho qualche difficoltà con il Carpe Diem, quindi avrei davvero troppe cose da dire, troppe cose da fare. Dovendo sceglierne una sola, direi che ho una telefonata in sospeso che farei solo se davvero fosse l’ultima notte sulla terra. Ho sempre la sensazione che certe cose, una volta dette, trasformino in modo irreversibile la realtà… quindi, non credo avrei il coraggio di dirle se sapessi di doverle affrontare poi il giorno dopo!! Ci sto lavorando però!

‘Come i fiori a maggio’, dici che è la canzone che ti somiglia di più. Perché?

Come i fiori a maggio è la canzone più inaspettata di INTRO. Non cercavo una canzone, non mi serviva ma è arrivata pochi giorni prima che decidessi le canzoni definitive da inserire nel disco. È stata rapida, un pensiero che si è trasformato subito in canzone. Mi somiglia perché a livello puramente melodico è in un range vocale che mi piace particolarmente; una zona dove la mia voce somiglia molto all’immagine che io ho di me. La percepisco avvolgente. A livello testuale nasce da una riflessione che fece una persona molto importante per me che osservando il mare e lo sconfinato senso di libertà che arriva guardandolo, si chiedeva come si potesse dire “per sempre” a qualcuno e rinunciare , in qualche modo, alla propria libertà. Io soffro molto gli stereotipi ed i legami e mi soffermo spesso su questo tipo di pensiero… che è appunto, quello che mi somiglia di più.

“senza confinare lascio andare per poter ritornare”. Dove vorresti tornare? C’è un collegamento con l’isola serena di cui parli in Deja-vu?

In realtà non c’è un legame. In Come i fiori a maggio, “lasciare andare per poter ritornare..” si riferisce appunto ai legami tra le persone. Io lascio andare. Lascio molta libertà così che l’altra persona si senta libera di andare… e tornare. Senza obblighi, non come se fosse un “patto da onorare” citando Niccolò Fabi. 
In Dejavù invece “l’isola serena” è posto ipotetico. Un luogo X dove sentirsi sereni. È un po’ il concetto di “casa”, un posto da trovare dove potersi rifugiare e sentirsi protetti.

A proposito di Deja-vu… parli di destino, di una vita già vissuta, di incontri non casuali. Insomma sono teorie che hanno sempre affascinato il mondo, immagino dunque che tu creda al destino e alle coincidenze. Pensi che ciò che hai vissuto fino ad ora, compresa l’uscita del tuo cd, faccia parte di un disegno già prestabilito?

Questa domanda è bellissima!! Grazie!! Credo molto nel destino, nel fato e nel fatto che ci sia un disegno per tutti. Mi trovo spesso a chiedermi il perché di certi incontri, il motivo per cui certe cose riescono ed altre no, perché per alcuni è così semplice e per altri no e spesso, ovviamente, non trovo risposta; sono però convinta che ci sia un disegno, un disegno a noi più o meno comprensibile. Credo che le modalità, gli eventi, gli incontri, le perdite ed i dispiaceri, tutto quello che ho vissuto fino a qui abbia fatto sì che questo disco fosse pensato e realizzato in questo modo. Credo che tutto abbia influito su ogni singola scelta che ruota attorno al mio progetto. Anche la persona che sono oggi è frutto di quello che ho vissuto. Fortunatamente!

Progetti futuri?

Da settembre spero di poter portare INTRO in giro per l’Italia. Partiremo da Milano per poi girare un po’! Per il resto è tutto in balia degli eventi, ho tante idee e mi auguro di poterle realizzare tutte. Se è destino, le cose si “incastreranno” nel modo giusto, altrimenti.. sono già felice e grata!

Eroica Fenice ringrazia Marlò per la gentile intervista concessa.

A proposito di Claudia Esposito

Per ora ho una laurea in Filologia Moderna, un inizio di precariato nell'insegnamento e tante passioni: la lettura, la scrittura, le serie tv americane, il fitness, il mare, i gatti.

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