Aldo Masullo, tra i più eminenti filosofi del panorama nazionale, ha tenuto al MANN una conferenza sul rapporto tra filosofia ed attualità in occasione della V edizione di Ricomincio dai libri, la fiera editoriale che si è svolta dal 5 al 7 ottobre 2018.
Aldo Masullo e i rapporti sociali
95 anni, una carriera alle spalle come docente universitario di filosofia morale presso l’Università di Napoli “Federico II”, Aldo Masullo ha conversato con il pubblico accorso all’evento sui temi sempre attuali che riguardano il rapporto tra individuo e società: la comunità, l’empatia, la solitudine.
L’essere umano, secondo il filosofo, nasce dal rapporto madre-figlio, che costituisce l’esempio perfetto di relazione umana. Questo equilibrio si rompe nel momento in cui si affronta il passaggio dalla sfera familiare alla vita sociale, ma tale passaggio avviene in modo drastico e doloroso, facendo sprofondare l’individuo nell’inconveniente della solitudine, uno stato che può essere reso meno insopportabile soltanto attraverso l’empatia, dal greco ἐν «in» e patia, ovvero la capacità di comprendere lo stato d’animo e la situazione emotiva di un’altra persona, in modo immediato, prevalentemente senza ricorso alla comunicazione verbale. Grazie al rapporto di comprensione reciproca gli individui prendono coscienza della pluralità di solitudini e le mettono insieme, ricorrendo ad una forma di solidarietà che trova la sua esemplificazione ne “La ginestra” di Leopardi:
E quell’orror che primo
Contra l’empia natura
Strinse i mortali in social catena
Gli esseri umani conoscono e dichiarano l’infelicità della propria condizione, rappresentata dall’ostilità di una natura “matrigna”, e stabiliscono un’alleanza con gli altri come forma di vicendevole soccorso nei momenti di bisogno. Masullo, come Leopardi, mette a fuoco l’esigenza dell’individuo di abbracciare una dimensione sociale e solidale, con la vana speranza di ricreare la perfezione del legame primigenio con la madre.
Aldo Masullo: il vivente e il vissuto
La molteplicità di viventi umani non implica tuttavia il dialogo, ma porta ad un’incomunicatività di ciò che sente e che prova ciascuno di essi. Da qui la differenza tra vivente e vissuto, tra l’in fieri e il trascorso, chiarita in un’intervista di Antonio Fraudatario pubblicata su Rivista Comprendere:
Nel momento in cui io sto parlando con lei, io sono un vivente, dotato di capacità linguistica, e quindi in grado di comunicare con lei che a sua volta è dotato di capacità linguistica, quindi comunichiamo, diciamo le parole del nostro dizionario comune, ci scambiamo i simboli che ambedue abbiamo imparato, dalla scuola, dalla vita e così di seguito. Ma quello che provo io in questo momento e quello che prova lei in questo momento, questo non ce lo possiamo dire. Quindi noi comunichiamo come viventi ma non comunichiamo come vissuti.
Neanche la poesia, conclude Masullo, può servire a superare la solitudine. La poesia serve a comunicare sensazioni rappresentabili, ma la sensazione in sé è irrappresentabile, in quanto legata alla sfera del vissuto. Filosofia ed attualità rimandano dunque all’incomunicabilità dell’io, alla solitudine e al bisogno di comunicarla a parole, nel recupero di rapporti veri che vadano al di là dei superficiali “contatti” che caratterizzano l’era dei social, dove, come afferma Zygmunt Bauman, le relazioni (partnerships) sono state sostituite dalle reti (networks), da cui si può entrare ed uscire liberamente, navigando in un mondo liquido-moderno.