Coltiviamo Gentilezza e la nuova Rete di negozi gentili

Coltiviamo gentilezza

Coltiviamo Gentilezza è un progetto che mira al benessere della società e per farlo segue tutte le vie attualmente disponibili: la sfera concreta e la sfera digitale.

L’educazione alla gentilezza è una fra le pratiche pedagogiche più conosciute: bambini educati e gentili diverranno adulti empatici e felici in grado di rendere felici il prossimo in un circolo virtuosissimo. Un’estetica della cordialità, richiamandoci al senso primigenio del termine: cordiale, con tutto il cuore.

In ogni percorso formativo e cognitivo si è dimostrato, infatti, che l’emozione è necessaria ed ubiquitaria: senza emozione – disposizione di cuore in termini socio-psico-pedagogici – l’apprendimento e la riformulazione di schemi e prassi cognitive non riuscirebbe ad arrivare a vera e giusta maturazione; di cordialità come manifestazioni spontanee e sincere di affetto e di educazione alla gentilezza c’è bisogno.

A tal proposito abbiamo intervistato i curatori di un’iniziativa gentile: la realizzazione di una rete di “negozi gentili”.

Coltiviamo Gentilezza e la realizzazione di una rete di negozi gentili

La costruzione di una rete di negozi gentili è una fra le azioni promosse dall’associazione di promozione sociale Coltiviamo Gentilezza, dall’Associazione Italiana Parchi Culturali (AiParc), dall’associazione Acove e Aicast (entrambe di Vico Equense); come e quando nasce il progetto della Rete di negozi gentili e com’è nata l’azione sociale di “Coltiviamo gentilezza”?

Partiamo dall’inizio. Coltiviamo Gentilezza nasce come movimento dal basso di innovazione sociale, tra il 2017 e il 2018, dopo l’ennesimo episodio di bullismo nelle scuole che finisce nella cronaca e che ci colpisce profondamente. L’attuale presidente dell’Associazione di Promozione Sociale “Coltiviamo Gentilezza”, Viviana Hutter, autrice di libri creativi sulle emozioni e pedagogista, decide di iniziare quindi la stesura di un manuale per insegnare la gentilezza e diffonderla in tutti gli ambiti della società, a partire dalle scuole. Contemporaneamente il progetto si ingrandisce, la nostra vicepresidente Margherita Rizzuto coinvolge aziende e realtà locali, e sui social iniziamo a diffondere ogni giorno contenuti relativi all’educazione alla gentilezza, un tema caro a sempre più persone. Da lì, in pochi mesi, pensiamo a mettere su un vero e proprio Festival della Gentilezza che ha la sua prima edizione nel 2019 e che riesce a coinvolgere migliaia di persone da tutta Italia, con la creazione di centinaia di Angoli della Gentilezza e sempre più proposte attive. Scuole di ogni ordine e grado, aziende, ristoranti, negozi, associazioni, famiglie partecipano con un proprio evento o un atto di gentilezza. Anche nel 2020, la seconda edizione del Festival della Gentilezza, nonostante il lockdown e la pandemia, ha riscosso un grande successo e ha portato nuove idee e stimoli, così come l’evento del Natale Gentile, attraverso cui abbiamo raccolto centinaia di scatole da donare a chi ne aveva bisogno. Insomma, ogni giorno abbiamo la conferma che dobbiamo proseguire il nostro cammino e portare avanti la nostra missione, perché, nonostante i tempi bui, sono tantissime le persone che vogliono cambiare le cose. La Rete di Negozi Gentili nasce invece da uno stimolo di Mena Caccioppoli, nostra ambasciatrice per la penisola sorrentina, già aderente al progetto con la sua attività. Con la sua energia e il suo entusiasmo  ha coinvolto altre realtà di Vico Equense a diffondere gentilezza attraverso il nostro progetto. Abbiamo così pensato ad una Rete di Negozi Gentili, la prima in Italia, un gruppo di realtà che insieme, e quindi con più forza e determinazione, credono nella gentilezza come valore capace di declinare accoglienza, equità, ascolto, rispetto. Speriamo che l’esperienza possa ispirare altri coltivatori a creare questi circolo virtuosi.

Da “La bellezza salverà il mondo a “La gentilezza salverà il mondo” il passo è davvero breve: bellezza e gentilezza sono, in definitiva, lati simili della stessa essenza; come gettate in prassi il seme della “coltura” – e della cultura – di questa necessaria estetica della cordialità?

La gentilezza è ben lontana dall’essere solo un’estetica della cordialità. Essere gentili non vuol dire essere cordiali, almeno non solo. Essere gentili vuol dire accogliere, conoscere, rispettare, è qualcosa che parte da dentro per poi riflettersi sui comportamenti delle persone. È un processo cognitivo, di apprendimento, che riguarda la mente, il corpo, le emozioni. La gentilezza ha bisogno di tutti i sensi per crescere e diffondersi. Per questo continuiamo a dire che bisogna coltivare la gentilezza fin dalla prima infanzia, dando messaggi positivi e stimoli giusti, in modo che i bambini, che saranno un giorno adulti, potranno interiorizzare comportamenti e parole gentili per poi diffonderli negli ambienti in cui si muoveranno e nelle comunità in cui interagiranno.

Un’azione programmatica dell’estetica della gentilezza che ora come foglioline di un albero della coscienza gemma nell’humus umano più profondo e nel consequenziale tessuto urbano e sociale attraverso piccole grandi botteghe gentili: descrivete ai nostri lettori nel dettaglio cosa aspettarsi in questi spazi cordiali?

In collaborazione con le associazioni che hanno sostenuto questo progetto, in particolare AipArc, Aicove e Aicast, abbiamo redatto un decalogo del “negozio gentile”: ogni categoria ha il suo decalogo e anche per quanto riguarda i negozi e le piccole botteghe abbiamo voluto mettere nero su bianco alcuni stimoli positivi da utilizzare come ideale a cui ispirarsi e non tanto come lista di regole da rispettare o semplici divieti. Nei nostri decaloghi infatti non troverete mai frasi al negativo, proprio perché vogliamo offrire sempre incoraggiamenti e consigli basati su una psicologia positiva e non su una pedagogia del divieto. Questo è il nostro modo di educare alla gentilezza: dare la possibilità a tutti di pensare, riflettere e agire.

Coltiviamo gentilezza, una rivoluzione gentile: quali sono gli strumenti, gli arnesi, del buon “agricoltore” nel suo “orto gentile”?

Come già detto prima, la gentilezza ha bisogno di conoscenza, accoglienza e rispetto. Il nostro movimento è basato proprio sull’atto della coltivazione, ma include la semina, la cura, la diffusione. Se siamo gentili e dimostriamo gentilezza verso gli altri, verso l’ambiente che ci circonda, nella comunità in cui viviamo, nell’ambiente in cui lavoriamo, possiamo piano piano cambiare il mondo intorno a noi. Bastano piccoli gesti, una parola detta nel momento giusto, una telefonata, un piccolo dono, una cena pronta, un piccolo atto di gentilezza verso uno sconosciuto, una porta lasciata aperta: ognuno di noi può contribuire a cambiare le cose, a smuovere le coscienze, a offrire bellezza, a coltivare gentilezza. Non c’è bisogno di nulla in particolare, se non un sorriso e una mano tesa. Impariamo dai bambini e assecondiamo la loro inclinazione gentile, loro sono dei grandi maestri.

Ringraziando per la gentilezza accordataci nel rispondere alle nostre domande, ricordiamo i collegamenti ipertestuali alle pagine digitali dell’associazione:

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Fonte immagine in evidenza: Coltiviamo Gentilezza

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A proposito di Roberta Attanasio

Redattrice. Docente di Lettere e Latino. Educatrice professionale socio-pedagogica. Scrittrice. Giornalista pubblicista. Contatti: [email protected] [email protected]

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