Darren Almond: doppia personale nel cuore di Napoli

Darren Almond: doppia personale nel cuore di Napoli

L’artista inglese Darren Almond torna a Napoli con una doppia mostra personale nel cuore del centro storico della città.

Dal 22 gennaio sarà possibile ammirare gli ultimi lavori di Darren Almond in due mostre in contemporanea: Rags, allestita nel prezioso scrigno di arte barocca che custodisce il noto Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino e Songbirds and Willows, ospitata a pochi passi di distanza, negli ampi spazi del gallerista Alfonso Artiaco, con cui l’artista collabora ormai da vent’anni.

Rags: il concept e il processo creativo secondo Darren Almond

Disposte armoniosamente nella navata della Cappella Sansevero, in dialogo con le splendide sculture barocche, le sei grandi tele di Darren Almond nascono dalle fotografie che l’artista ha avuto modo di scattare nello studio londinese del pittore Lucian Freud, uno dei più grandi maestri internazionali del secolo scorso, scomparso nel 2011.

“Mi sono ritrovato nello studio di Lucian a scrutare le pieghe e le forme degli stracci accumulati con cui aveva ripulito i pennelli per l’ultima volta – ha rivelato l’artista alla presentazione della mostra – dettagli che ho fotografato e ingrandito, producendo degli ampi paesaggi mentali”

“Ma non era sufficiente – continua Almond – sentivo che doveva esserci un risveglio di coscienza, nello stesso modo in cui il velo della scultura di Sanmartino riesce ad attivare narrazioni interiori […] Ho applicato anche io una sorta di sudario, stendendo un velo di pittura e colore sulle tele di stracci”.

Stracci d’autore: i protagonisti della nuova serie di dipinti di Darren Almond

L’artista parte, dunque, proprio da quel cumulo di stracci (rags, in inglese), panni sporchi di colore, costante presenza materiale nell’attività quotidiana di un pittore e al tempo stesso traccia del suo gesto creativo. Trae ispirazione da quelle striature, da quei residui di colore, a volte acceso, a volte attenuato dalla mescolanza tra varie tinte e dalla pittura che, ormai secca, conferisce al tessuto una rigidità e una dimensione plastica. 

Darren Almond comincia così a fotografare da vicino quegli stracci, a lavorare sulle fotografie digitali per poi farle stampare su tele di grandi dimensioni.

Il risultato è un sorprendente gioco di pieghe, di onde che si rincorrono che richiama subito alla mente dell’artista le pieghe e le increspature dei panneggi della Cappella Sansevero, visitata più volte durante i suoi soggiorni a Napoli, e in particolare quello straordinario velo marmoreo che avvolge il corpo di Cristo.

«Quel sudario, confine sottile, a tratti impercettibile, tra l’umano e il divino – afferma Maria Alessandra Masucci, direttrice del Museo Cappella Sansevero – nelle tele di Darren Almond si moltiplica, si sporca, si tinge come le vesti degli angeli che affollano “la Gloria del Paradiso” sulla volta, e si irrigidisce come i panneggi che erompono dalla “Deposizione” dell’altare maggiore».

Le tele della mostra ritraggono stracci stropicciati, sovrapposti uno sull’altro, allungati. Alcuni stracci sono imbrattati di pittura, e alcune pennellate di colore coprono parti della tela, come un tocco finale. Gli stracci assumono forme plastiche, ora dettagliate e realistiche, ora melangiate e sfumate. Questa alternanza di ritmi crea profondità: l’occhio del visitatore è invitato a indagare nel paesaggio materico delle tele, nelle forme e nei tunnel che gli stracci formano. Nelle tele, il realismo bordeggia con l’indefinitezza: dove finisce uno, si rivela l’altra.

È proprio questo effetto ambivalente a rendere le opere così ipnotiche al visitatore che passa.

Il tessuto, un drappo o un velo: la soglia tra due mondi

In numerose tradizioni culturali e religiose, infatti, il drappo o un velo, oltre ad assolvere a una pluralità di funzioni (di protezione, di svelamento, di rivelazione) segnano lo spazio liminale tra i due mondi, tra l’umano e il divino, tra la vita e la morte. 

In linea con queste tradizioni, come si legge nel catalogo della mostra nel testo critico del professor Jennifer Sliwka, Keeper of Western Art – The Ashmolean Museum of Art and Archaeology: 

«Con le sue opere Almond ci spinge a riflettere su quando un pezzo di stoffa possa essere considerato un “velo” e su come un tessuto, pur oscurando la vista, riesca ad aprire la mente; e, ancora, sull’immaginazione e le infinite letture e riletture possibili di un soggetto. Per l’artista, il tessuto funge da porta verso l’inconscio, e l’atto di osservare un velo, o di osare guardarci attraverso, è una forma di meditazione in cui gli osservatori sono invitati a comporre e ricomporre narrazioni».

Darren Almond: La Mostra Rags 

Per visitare la mostra occorre comprare il biglietto standard d’ingresso al Museo. Il Museo è aperto dalle 9:00 alle 19:00, tutti i giorni tranne il martedì. Si ricorda di prenotare in anticipo. Per più informazioni, visitare il sito ufficiale del Museo.

 

Songbirds and Willows di Darren Almond presso la Galleria Alfonso Artiaco

Proseguendo la conoscenza dei lavori dell’artista giungiamo alla sua seconda esposizione, Songbirds and Willows, la sesta personale di Darren Almond presso la galleria Alfonso Artiaco, nella vicina piazzetta Nilo.

Le tele esposte nelle prime due sale dello spazio fanno parte dello stesso ciclo allestito nella Cappella Sansevero. I toni smorzati di terra e polvere si alternano in alcuni punti a improvvise esplosioni di colori, generate sapientemente dall’artista tramite sottili strati di smalto. Qui però, fanno da sfondo le ampie pareti bianche della galleria e, libero dalle influenze barocche, l’occhio si presta a interpretazioni inaspettate. La palette di colori tenui scelti da Almond rende meno nitidi i contorni tra fotografia, stampa e pittura e riflette una tavolozza simile a quella dei Songbirds (uccelli canterini), delle specie di uccelli originarie della Gran Bretagna.

Nelle sale successive la mostra prosegue con i “Willow Works”

Con questa serie di dipinti Darren Almond ci invita a meditare sui ritmi ciclici e mutevoli della vita e sul nostro legame con la natura. Le stagioni si presentano attraverso veli acquosi di pigmento che riempiono le tele, ciascuna caratterizzata dai rami sospesi di un salice (willow, in inglese). Nascosto all’interno, emerge lo zero, emblema concettuale dell’infinito, della concentrazione e dell’interconnessione di tutte le cose.

Nell’ultima sala, sempre della serie “Willows”, Almond raffigura su pannelli dei salici in diverse fasi della crescita e applica sul fondo metalli preziosi come l’oro, il rame e il palladio per sfruttare le qualità dinamiche della luce riflessa. Una luce che rimanda all’alternarsi del giorno e della notte come il passare delle stagioni, creando immagini delicate e mutevoli.

Noi di Eroica Fenice non possiamo che consigliarvi di non perdere questa duplice occasione di vedere da vicino i lavori di Darren Almond, artista di fama internazionale, e la Cappella Sansevero, una meraviglia della nostra arte barocca.

La mostra Songbirds and Willows alla galleria Artiaco sarà visitabile fino all’8 marzo, mentre il progetto espositivo Rags presso la Cappella Sansevero di Napoli sarà visitabile fino al 17 marzo, con ingresso consentito solo previa prenotazione sul sito del museo.

Per ulteriori informazioni clicca qui.

Fonte immagini: in evidenza (Ufficio Stampa – Darren Almond, Rags, Museo Cappella Sansevero, 2025); altre foto all’interno dell’articolo (archivio personale; Courtesy of Museo Cappella Sansevero e Galleria Alfonso Artiaco)

Articolo di Martina Coppola e Paolo Napolini

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