Echi di modernità alla Baccaro Art Gallery | Recensione

Echi di modernità

La Baccaro Art Gallery di Pagani ospita la mostra Echi di modernità. Visioni e contrasti nell’arte del ’900 (dal 28 dicembre 2024 al 28 febbraio 2025), un’esposizione che intende tracciare un filo conduttore tra le opere d’arte contemporanea del primo Novecento e quelle della seconda metà del XX secolo. Echi di Modernità ha pertanto lo scopo di indagare l’evoluzione del concetto di arte contemporanea offrendo la possibilità di scorgere una visione individuale e al contempo di insieme delle opere esposte, realizzate dagli artisti più significativi dell’immediato passato.

Echi di Modernità: un’espressione omogenea e contrastante dell’arte del Novecento

Franco Baccaro, direttore della galleria paganese, da sempre sostiene con le sue mostre, individuali e collettive, dibattiti culturali sulle forme dell’arte moderna e contemporanea; basti pensare solo ad alcuni degli artisti (pittori e scultori) ospitati, come Ennio Calabria, Pablo Picasso, Mario Schifano, Gennaro Vallifuoco, Mimì Striano, Vito Boggeri. La Baccaro Art Gallery promuove da sempre un dialogo tra le arti allo scopo di contestualizzare, ad ampio respiro, l’evoluzione dell’arte e con la mostra Echi di modernità si aggiunge un importante tassello a tale idea portata avanti dal progetto della galleria. 

Venendo nello specifico alla mostra Echi di Modernità, essa è da intendersi come un percorso espositivo attraverso cui è possibile riuscire a cogliere il dialogo instaurato tra avanguardia e tradizione novecentesche. Ospitando opere di artisti quali Pablo Picasso, Paul Klee, Joan Mirò e Fernand Léger, tra gli stranieri, e Mario Sironi, Massimo Campigli, Emilio Vedova e Gino Severini, tra gli italiani, Echi di modernità riflette su quello che può definirsi uno dei momenti di transizione dell’arte novecentesca: il dialogo tra le opere mette in luce prospettive artistiche che tendono a evolversi dalle poetiche di tradizione attraverso personali interpretazioni, approdando a concezioni artistiche che traspaiono nelle opere più strettamente appartenenti ai giorni nostri; in altre parole, se il XX secolo costituisce, sotto numerosi aspetti, un secolo di transizione (dal moderno al contemporaneo al post-contemporaneo), Echi di modernità indaga tale transizione secondo la sensibilità artistica, evidenziando i singoli momenti che hanno scandito tale transizione grazie al confronto tra le opere degli artisti che la Baccaro Art Gallery espone in tale occasione. Si parte perciò dal Futurismo, rappresentato da Severini, e si giunge al movimento artistico Novecento, profuso di tradizione e innovazione e proposto attraverso le opere di Sironi e Campigli. Attraverso le opere di Mafai e Arp si scorge il passaggio dall’impressionismo al surrealismo, rappresentato dal carattere visionario di Ernst, e si giunge ad un concetto di arte moderna attraverso l’opera di Klee, che condensa numerose esperienze artistiche. L’incontro-scontro avviene tra Léger e Mirò, che dialogano attraverso figurazioni tendenzialmente geometriche e fantasticherie oniriche. Punto cardinale resta l’opera di Picasso che distrugge lo spazio reale per riappropriarsi di quello ideale e più umano, influenzando anche la pittura del secondo Novecento nella ricerca di figurazioni astratte (Vedova), nuove forme di spazialità (Hartung) o recuperi di culture arcaiche interpretate secondo nuove sensibilità (Lam).

Attraverso Echi di Modernità, insomma, la Baccaro Art Gallery offre la possibilità di riflettere sul modo in cui l’arte, nel corso del ‘secolo breve’, si è trasformata, la possibilità di capire le motivazioni profonde di tali trasformazioni, possibilità di individuare i nodi delle preoccupazioni che l’umano esprime attraverso l’universale e immediato linguaggio dell’arte.

Riferimenti della mostra

La mostra Echi di modernità. Visioni e contrasti nell’arte del ’900 è aperta al pubblico dal 28 dicembre 2024 al 28 febbraio 2025 presso la Baccaro Art Gallery (via Carmine 66, Pagani, SA). L’esposizione raccoglie opere di Emilio Vedova, Mario Sironi, Fernand Léger, Hans Hartung, Paul Klee, Giuseppe Migneco, Massimo Campigli, Luigi Grippa, Filippo De Pisis, Pablo Picasso, Wifredo Lam, Max Ernst, Hans Arp, Joan Mirò, Antonietta Raphaël Mafai, Franco Gentilini, Gino Severini. Testo critico del Prof. Rino Tacchella.

 

Fonte immagine: Baccaro Art Gallery

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A proposito di Salvatore Di Marzo

Salvatore Di Marzo, laureato con lode alla Federico II di Napoli, è docente di Lettere presso la scuola secondaria. Ha collaborato con la rivista on-line Grado zero (2015-2016) ed è stato redattore presso Teatro.it (2016-2018). Coautore, insieme con Roberta Attanasio, di due sillogi poetiche ("Euritmie", 2015; "I mirti ai lauri sparsi", 2017), alcune poesie sono pubblicate su siti e riviste, tradotte in bielorusso, ucraino e russo. Ha pubblicato saggi e recensioni letterarie presso riviste accademiche e alcuni interventi in cataloghi di mostre. Per Eroica Fenice scrive di arte, di musica, di eventi e riflessioni di vario genere.

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