Ogni vera bellezza è scomoda.
Jan Fabre. Anversa, 31 dicembre 1991
Avreste mai immaginato di vedere il cervello, quel gelatinoso groviglio di vene e arterie, di circa 1500 grammi, imbellettato e lucidato su un piedistallo? Lo ha fatto Jan Fabre, eclettico artista belga, la cui personale, My Only Nation is Imagination, è stata inaugurata il 26 giugno, presso lo Studio Trisorio, in via Riviera di Chiaia, 215.
Se il corpo è senza dubbio centrale in tutto l’universo artistico di Fabre, questa mostra raccoglie un nucleo di opere che indagano la natura del cervello, definito dall’artista “la parte più sexy del corpo umano“.
Sculture in silicone, che riproducono con estremo realismo vene e arterie, pieghe e curve, sulle quali la fantasia dell’artista, con bizzarre associazioni, posiziona oggetti dalle forti valenze simboliche: un bruco nella mela, simbolo del peccato (Brain of an atheist); una nocciolina, emblema del piacere (The sweet and satisfied brain of the lab-monkey); un paio di forbici, oggetto di superstizioni e credenze religiose, connesso al ricordo materno (Brain with star).
Il cervello, uno strumento tanto affascinante quanto misterioso, diventa nella mente e nelle mani di Jan Fabre, oggetto di culto, di esposizione. Come un marmo di Carrara, si presenta, strano a dirsi, bello da vedere, e quasi invoglia a toccarlo, vista la sua consistenza lucida e colorata.
Oltre a calchi cerebrali, proiettato anche un video, Do we feel with our brain and think with our heart?, film-performance in cui Fabre si confronta con il neuroscienziato Giacomo Rizzolatti, scopritore dei neuroni-specchio, responsabili dell’empatia tra gli individui. E disegni, nei quali l’artista combina carta fotografica e frasi, descrittive, evocative o ironiche.
Non si esaurisce allo Studio Trisorio il sodalizio tra Jan Fabre e Napoli
Il 29 giugno, al Museo Madre, l’inaugurazione della scultura The man measuring the cloud (American version, 18 years old), un inno alla capacità di continuare a sognare, di trascendere il tempo e lo spazio attraverso l’immaginazione, ispirata dall’affermazione che l’ornitologo Robert Stroud pronunciò nel momento della liberazione dalla prigione di Alcatraz, quando dichiarò, appunto, che si sarebbe d’ora in poi dedicato a “misurare le nuvole”.
Infine, sabato e domenica, 1 e 2 luglio, presso il Teatro Politeama di Napoli, nell’ambito del Napoli Teatro Festival, l’artista presenterà l’avant-première della nuova produzione teatrale Belgian Rules/Belgium Rules, un omaggio teso a velerebbe il volto complesso del suo “pazzo paese”.
Jan Fabre è in città, non lasciatevelo scappare!