Mercoledì 20 settembre, presso il cinema Hart (Via Crispi, 33), si sono svolti i festeggiamenti per il venticinquesimo compleanno della scuola di scrittura creativa, LaLineaScritta.
A presentare l’evento, la giornalista Laura Guerra, (allieva in passato della scuola stessa) che, insieme alla fondatrice Antonella Cilento, ha introdotto la serata e i vari videomessaggi di auguri per la scuola, da parte di vari elementi di spicco della cultura nostrana: Bruno Arpaia, Maria Attanasio, Valerio Caprara, Francesco Costa, Ivan Cotroneo e altri ancora. Ospite della serata, inoltre, lo scrittore Giuseppe Montesano.
Abbiamo intercettato alla festa Antonella e le abbiamo posto qualche domanda per i lettori di Eroica.
Intervista ad Antonella Cilento, fondatrice di LaLineaScritta
Per quelli che non sono con noi oggi, per chi ancora non conosce questa interessante realtà: cos’è LaLineaScritta e cosa rappresenta per Napoli ?
LaLineaScritta è una scuola di scrittura, nata con l’idea di insegnare come si costruisce il racconto e il romanzo, ma anche con la volontà e l’idea di avvicine le persone alla lettura, in generale. Il primo passaggio, prima di scrivere, è proprio innamorarsi dei libri. Anche se, negli ultimi vent’anni, ho assistito personalmente ad un fenomeno inverso, in cui s’è dovuto far riavvicinare le persone alla scrittura, per fargli capire quale marea di libri c’era ad attenderli.
Questa è stata la base, base che c’ha poi portato a lavorare nelle scuole, con gli insegnanti, gli alunni e a collaborare con tantissime persone. Il tempo l’ha resa ciò che è, una struttura più organizzata ed allargata, nella quale abbiamo ben tre corsi di narrativa di base, e ha sfornato negli anni alcuni degli scrittori di casa editrici come Rizzoli e Einaudi, e tanti corsi speciali, dove la scrittura si declina e guarda anche al teatro e all’editoria. L’idea è sempre stata quella di integrare e creare uno spazio comune dove formarsi e allargare i propri orizzonti.
E per te, cos’è La Linea Scritta?
Per me, personalmente, è stata l’occasione di avere a che fare con la scrittura ogni giorno, poiché scrivo sin da quando ero una ragazzina e insegnare è una continuazione della scrittura stessa, mentre scrivo risolvo i blocchi che in qualche modo si presenteranno agli altri.
Partecipare ad una scuola di scrittura creativa, per un periodo lungo come un quarto di secolo, permette sicuramente di assistere in prima persona ai mutamenti della cultura stessa. In questi venticinque anni, a parer tuo, quale ramo della scrittura si è evoluto di più?
L’evoluzione più interessante è sicuramente quella per i Serial televisivi, ma parlando sempre di un panorama internazionale, non di certo per quello italiano. Anche se, in realtà, se pur sembra che la funzione della letteratura sia passata in secondo piano, essa ritorna ogni volta che ci ritroviamo a scrivere un piccolo testo, sia esso teatrale o narrativo o un semplice corto, quindi, per quanto meno visibile, essa rimane una colonna portante.
Ogni generazione porta con sé l’apparente preoccupazione di star assistendo, in diretta, alla fine di qualcosa; “il cinema sta morendo” “il teatro sta morendo” “la letteratura sta morendo” eppure la storia ci insegna che noi andiamo via e tutto ciò resta. Si può presagire veramente una fine della cultura?
Non finisce mai. Sai, noi abbiamo tutti bisogno di raccontarci storia, l’umanità ha bisogno di raccontarsi storie per tirare avanti, per superare le proprie paure ed è proprio per questa, per questa necessità, che è impossibile che le storie smettano di essere create. Possono, sì, cambiare i metodi e le forme, ma la sostanza resta quella. Tanto è vero che, quando si insegna a scrivere, ancora oggi, tutti noi usiamo quello che era il modo di Aristotele.
Un compleanno è un momento di festa, ma anche di analisi, un occasione per fare i conti. Come sono stati questi venticinque anni, cos’è andato come previsto e sperato e cosa no?
Tutto è andato oltre, personalmente io ho realizzato quel che volevo fare, ho raggiunto gli obiettivi che volevo e, sostanzialmente, la scuola funziona bene, forma persone, si allarga lo staff e, in qualche modo, il bilancio è positivo. Quello che manca, in qualche modo, è il rapporto con le istituzioni, bisogno economici, cioè la realtà quotidiana e il confronto con ciò che dovrebbe essere cultura, ma non lo è, è potere. Questo chiaramente crea sempre difficoltà, al sud è particolarmente percepite. Ma noi, da indipendenti quali siamo sempre stati, andiamo avanti.
Ieri, porta sempre alla mente il domani. E domani?
E domani sono i prossimi venticinque anni.
Ci stiamo già lavorando, abbiamo tra i prossimi progetti una serata a Magda Szabò, proprio qui al cinema Hart, con la letteratura ungherese che, presto, entrerà a far parte anche del nostro progetto StraneCoppie che, ormai, ha 10 anni di vita.
Ed ancora; una vasta possibilità di cultura offerta al pubblico, incontri con grandi autori, non sono su Napoli e poi tutti i corsi che ci sono, quelli che partono quest’anno e tutto ciò che poi verrà.
Noi ringraziamo Antonella per il suo tempo, vi lasciamo qui il link al sito della scuola, dove poter consultare i corsi e i costi d’iscrizione.