Il rapporto fra Napoli e l’Oriente è un rapporto vivo, pulsante. Riproponiamo la notizia di una mostra che si era tenuta a Napoli qualche tempo fa e che legava proprio la città all’Oriente.
Approdava a Napoli dal lontano Oriente la mostra L’Esercito di Terracotta e il Primo Imperatore della Cina. La mostra, prodotta dalla giovane società di comunicazione LiveTree e curata da Fabio Di Gioia, è stata inaugurata il 24 ottobre 2017 presso la Basilica dello Spirito Santo, in via Toledo 402 a Napoli. L’esposizione comprendeva gli oggetti, i marmi e le statue scoperti nella necropoli dedicata al primo imperatore della Cina Qin Shi Huangdi, la cui storia risale a più di due millenni fa. Egli fu colui che pose le basi per la struttura governativa cinese che a tratti sopravvive ancora ai giorno nostri. L’Esercito di Terracotta e il Primo Imperatore della Cina comprendeva esposizioni che facevano sì che gli astanti potessero instaurare un intimo rapporto con l’idea del mondo ultraterreno così com’era percepito all’epoca quasi mitica a cui appartengono i rarissimi reperti.
LA GENESI DELL’ESERCITO DI TERRACOTTA E L’IDEA DI IMMORTALITÀ
Tutti i reperti, il vasellame, le decorazioni e gli utensili esposti in occasione della esposizione, che rappresenta una Prima italiana, si configurano come una sorta di “bagaglio” che l’imperatore Qin Shi Huangdi portò con sé nel misterioso viatico che lega il mondo dei vivi a quello dei morti. Quasi alla maniera delle usanze egiziane, per cui si accompagnavano al sarcofago dei grandi faraoni oggetti che potessero agevolare il trapasso e glorificarne l’assunzione tra gli dèi, i numerosi manufatti rispecchiano l’idea per cui nel mondo delle ombre l’Imperatore avrebbe continuato una sorta di manifestazione del suo potere regale; di qui gli oggetti di uso quotidiano come il vasellame, o i carri, o le armi, o le armature, tutto riprodotto con precisione. Il viaggio nel mondo degli spiriti diviene così un grande viaggio in cui si manifesta la consapevolezza, o il desiderio, dell’immortalità dell’uomo.
Questa particolarità si esprime, inoltre, nella sapiente scelta del luogo prescelto per ospitare la mostra, ovvero la Basilica dello Santo Santo. Costruita nel XVI secolo, e trasformata nel corso delle epoche e degli stili architettonici fino al Settecento, per cui ad oggi si presenta secondo una architettura e decorazione neoclassica, pur conservando reminiscenze del suo passato manierista e barocco, la Basilica, come ha infatti osservato Susy Stracchino dell’Associazione Medea Art, impegnata nella costituzione dell’esposizione, instaura con la mostra L’Esercito di Terracotta e il Primo Imperatore della Cina un rapporto di silenziosa sacralità.
L’ESERCITO DI TERRACOTTA E IL TURISMO CULTURALE
Il lavoro di allestimento della mostra si inserisce perfettamente nel contesto napoletano, andando a confluire in quella messe di eventi culturali che soprattutto nell’ultimo periodo stanno dando lustro culturale alla capitale partenopea. Una Napoli come crocevia di culture che è in grado di attirare una forma di turismo diversa da quella tradizionale. Come ha osservato nella conferenza Virginia Gangemi, Professore Emerito dell’Università Federico II, la mostra dà la possibilità alla città di Napoli di favorire quello che è il turismo colto, che sa andare oltre le attrazioni convenzionali, complice anche il periodo invernale che vedrà attiva l’esposizione, e che sa apprezzare nel profondo la storia, la cultura e, in questo caso, le intelligenti iniziative di Napoli.