Mostra Collisions: uno scontro-incontro tra arte e scienza

Mostra Collisions: uno Scontro-Incontro tra Arte e Scienza

Nel pomeriggio del 10 Maggio 2024 si è svolta l’inaugurazione della mostra d’arte contemporanea Collisions che durerà fino al 30 Giugno presso il Museo di Fisica del Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche dell’Università Federico II di Napoli, a cura di Alessandra Troncone. Il progetto, prodotto da Artišokai e finanziato dal Lithuanian Council for Culture con il matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, ha visto la partecipazione inaugurale, tra gli altri, anche di Piergiulio Cappelletti, direttore del Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche; Rosanna Del Monte, direttrice tecnica del Museo di Fisica; Laura Gabrielaitytė-Kazulėnienė, addetta culturale dell’Ambasciata della Lituania a Roma.

Mostra Collisions: il dialogo tra arte e scienza alla base dello sviluppo umano

Con la parola collisione in fisica si intende sia l’urto fortuito di due corpi in movimento, che ogni fenomeno di interazione in cui vi è uno scambio di energia tra gli interagenti. La collisione della mostra Collisions invece interessa due mondi apparentemente opposti tra di loro: quelli dell’arte e della scienza, ed indaga i prodotti di questo scontro-incontro su cui sempre più spesso si interroga la coscienza contemporanea. Se lo scienziato cerca risposte, l’artista crea nuovi prodotti sulla base delle percezioni scaturite dalle domande utilizzando, sempre più spesso, le conoscenze e le metodologie d’avanguardia sviluppate dai loro più razionali colleghi. Questi sforzi creativi, a loro volta, potranno fornire terreno fertile agli scienziati per allargare i loro orizzonti di ricerca.

Lo sviluppo avviene attraverso l’interazione tra queste due discipline, e su queste premesse la mostra Collisions si propone come una piattaforma di dialogo attraverso le opere di tre artiste lituane: Marta Frėjutė, Ona Juciūtė e Simona Žemaitytė che hanno avuto l’occasione di approfondire la loro conoscenza del patrimonio artistico e monumentale partenopeo al fine di sintetizzare contributi innovativi da integrare alle esposizioni del Museo di Fisica.

Fil rouge della loro produzione è stata la ricerca del perfetto equilibrio tra funzionalità ed estetica, lasciandosi ispirare dai numerosi oggetti pragmatici, ma di rara eleganza per forme e materiali, presenti nella Collezione Reale del Museo di Fisica realizzati dalle maestranze del tempo (come la precisissima Bilancia Elettrostatica di Bonaventura Bandieri per il Gabinetto di Fisica dei Borbone, e l’antica Lente di Evangelista Torricelli definita «mirabile» dal medesimo), ormai obsolete ma affascinanti tracce dell’evoluzione scientifica.

Marta Frėjutė: uno sguardo imperfetto verso la realtà

L’opera Untitled di Marta Frėjutė, dottoranda di ricerca presso la Vilnius Academy of Arts dopo una laurea in architettura e un master in scultura contemporanea, ribalta il punto di osservazione nel reparto di ottica del museo. Appena varcata la soglia della sala è impossibile non notare la curiosa installazione che ricorda due occhi antropomorfi nei pressi dei più disparati attrezzi che fanno uso di lenti: ci si chiede quale sia esattamente la loro funzione; se ci siano particolari celati al primo sguardo.

Ma l’opera non si conforma a questi interrogativi e trae in inganno lo spettatore. Quegli occhi sono, a detta dell’artista: «Semplici strumenti, tra gli altri misteriosi strumenti del museo». Lo scopo è meramente estetico per ribaltare quel punto di vista pragmatico privilegiato della scienza: Frėjutė attraverso le sue opere vuole sondare l’intreccio tra finzione e memoria nella mutevole situazione storica, ed analizzarne i riflessi nella vita quotidiana. Mette in discussione gerarchie, fanatismo tecnologico e grandi racconti, a favore di un punto di vista più «umano».

Gli occhi che ha realizzato per la mostra Collisions, combinando strati di materiali diversi (quali legno e vetro a specchio) e completando l’opera con tecniche di colorazione tipiche delle vetrate, regalano al loro spettatore un riflesso di se stesso nella pupilla antropomorfa attraverso un sistema che contemporaneamente assorbe e rilascia luce: ciò lo porta a riflettere sul suo ruolo di decodificatore della realtà. Mentre la perfetta rotondità degli involucri lignei sembra suggerire perfezione formale; l’eterocromia oculare, la grandezza differente dei bulbi e lo sguardo che non converge verso il centro sfavoriscono una visione unitaria (e quindi dogmatica) della realtà, ed invece restituiscono un’idea più «naturale» ed aperta alle singole interpretazioni degli astanti.

Ona Juciūtė: inafferrabili tracce tra presente e passato

Nella sala della Collezione Reale si camuffano le opere di Ona Juciūtė, rinomata artista, scenografa ed insegnante di scultura presso la Vilnius Academy of Arts.

Replacement and Infiltration è una finissima collezione (selezionata dalla medesima Juciūtė) di fossili estremamente peculiari che ultimamente hanno acquisito notorietà per un presunto valore apotropaico, a detta di chi crede nella spiritualità dei cristalli: sembrano infatti semplici tronchetti di legno, ma in realtà lo sono stati soltanto migliaia di anni prima… mentre adesso il loro materiale di partenza è inafferrabile poiché, a seguito di complicati processi chimici strutturali quasi impossibili da replicare in laboratorio, hanno assunto tutte le caratteristiche molecolari dei minerali, lasciando pristino solo il fuorviante aspetto ligneo esterno. L’installazione è accompagnata da quelli che sono scherzosamente definiti come «fossili del nostro tempo»: calchi amorfi in resina acrilica che richiamano delle prosaiche gomme da masticare.

A Great Variety of Habits invece è un’istallazione composta da frammenti di tessuti sbiancati naturalmente dal sole negli anni, e difatti nella mostra Collisions sono stati posizionati vicino alla lente ustoria e ad un’antica meridiana: insistono sul significato di traccia, pur essendo oggetti della quotidianità, a cui si aggiunge una componente energetica, il sole (che spesso dimentichiamo essere onnipresente nella storia dell’umanità), i cui effetti sono qui indelebilmente impressi sulle molecole tessili.

Simona Žemaitytė: una scansione audiovisiva innovativa dei Campi Flegrei

Simona Žemaitytė, acclamata artista e regista lituana attualmente insegnante presso il dipartimento di scultura della Vilnius Academy of Arts, attraverso le installazioni audiovisive Zona Rosa e Close – too close proiettate con dei display per gli astanti della mostra Collisions, ha optato per un approccio diverso alla realtà che si potrebbe definire una presa diretta sulla quotidianità. Attraverso tre filtri fotografici diversi e ad un ben studiato apparato sonoro a cura di Miša Skalskis, la ricercatrice ha tentato di ricostruire lo sguardo comune degli abitanti dei Campi Flegrei che vivono con l’intimo pericolo del risveglio del vulcano omonimo, e che vengono continuamente scossi dal fenomeno del bradisismo. Lo studio geologico mette a fuoco la potenza della natura, che spesso e volentieri prevale sui superbi mezzi scientifici, e ciò che rimane da questo scontro è soltanto la caparbietà di una popolazione superstiziosa che insiste a fidarsi del suo gigante quiescente.

Posizionato vicino al sismografo, Zona Rosa è un video realizzato attraverso una termocamera che riporta su di esso, oltre alle temperature rilevate, anche delle frasi commentate dopo la ricezione delle scosse, tra chi si spaventa e chi cerca di ironizzare sull’accaduto. Close – too close è invece un’istallazione che si serve di due monitor nella sala dedicata alla botanica per offrire un close-up sui più minimi particolari bucolici attraverso inquadrature che adoperano filtri microscopici e caleidoscopici, allo scopo di ispezionare la vita che si è sviluppata in prossimità del vulcano. Il risultato d’insieme è una serie di appunti visivi che arricchiscono la nostra percezione del territorio, in una prospettiva simultaneamente affascinante e precaria che cerca di esorcizzare il terrore attraverso la scomposizione formale di questi fenomeni naturali.

Fonte immagine in evidenza: archivio personale – foto che ritrae Alessandra Troncone, Rosanna Del Monte, Marta Frėjutė, Ona Juciūtė, Simona Žemaitytė e Laura Gabrielaitytė-Kazulėnienė all’inaugurazione della Mostra Collisions

A proposito di Eleonora Sarnataro

Studiosa di inglese e Giapponese, i suoi migliori amici da sempre sono carta e penna, per mettere nero su bianco emozioni, resoconti e pareri riguardo i più disparati stimoli culturali.

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