Museo dell’Attore napoletano, al Teatro San Ferdinando di Napoli è possibile osservare gli oggetti di scena dei grandi artisti del teatro
Napoli è un teatro a cielo aperto !
Parafrasando le parole di Eduardo De Filippo, la guida turistica della Regina Campania Alessandro Ricciardi ha presentato ai visitatori la mostra del Museo dell’Attore napoletano, una serie di teche che raccolgono oggetti di scena e costumi usati dai grandi del teatro partenopeo. La visita guidata è stata organizzata il giorno 25 marzo, una data non casuale: esattamente 78 anni fa andava in scena la tragedia Napoli milionaria! al San Carlo di Napoli.
Il Museo dell’Attore napoletano, un luogo per omaggiare il teatro partenopeo tra XIX e XX secolo
Il Museo dell’Attore napoletano fu inaugurato nel lontano 2008, quando Giulio Baffi (critico teatrale e giornalista) decise di raccogliere gli oggetti di scena appartenuti ai grandi interpreti e alle showgirl che salirono sul palcoscenico dalla fine del XIX secolo fino agli anni Settanta e Ottanta del Novecento. In precedenza, era stato inaugurato un luogo simile, nei pressi di piazza Municipio; ma (dopo diversi allagamenti) si optò per spostare la collezione in un luogo più sicuro e meno umido.
“Questa collezione è un omaggio all’Attore Napoletano. Ed è il frutto dell’affetto di quanti hanno voluto affidarmi o donarmi oggetti, fotografie, materiali di appartenuti ad attori che sono stati e sono protagonisti del leggendario mondo del teatro di questa città, frutto felice di una passione antica, di sacrifico e fantasia, di saggezza e sapere che si tramandano di generazione in generazione. Un grande “corpo” che hanno fatto del teatro napoletano un fenomeno di proporzioni assolutamente uniche, costruendo un eccezionale linguaggio di comunicazione e di emozione. Per questo ho realizzato, in dieci anni di lavoro, questo spazio della memoria, testimonianza di una storia secolare ed esaltante, attraverso oggetti gelosamente conservati. E sono grato a quelle “famiglie” e a quei “partiti” che hanno saputo salvarne i frammenti, consentendomi di metterli insieme in questo unico percorso nel suo genere, nel Teatro San Ferdinando, a cui sono fortemente legato per esperienze di vita, di affetti e di lavoro. [..]”
Queste sono le parole da Baffi, usate per descrivere il suo percorso espositivo, inserite un cartellone all’ingresso del San Ferdinando.
- Il camerino di Eduardo De Filippo ricostruito dall’Ordine degli Ingegneri di Napoli Fonte foto: Salvatore Iaconis
I fratelli De Filippo, Totò e Nino Taranto trovano posto al San Ferdinando tra i loro spettatori
La collezione del piccolo polo museale è un omaggio ai divi e alle dive, che seppero conquistare la simpatia di tantissimi spettatori (sia partenopei che di altre località italiane). Un teatro, in origine, dove predominava il dialetto e apprezzato dalla fasce più popolari che preferivano assistere a scene di vita quotidiane, rispetto agli aristocratici e altoborghesi presi da vicende di eroi mitologici e sovrani storici. Soltanto con i fratelli De Filippo la situazione cambiò, il teatro partenopeo conobbe la fama planetaria grazie all’idee all’avanguardia della nuova coppia di attori. Eduardo era vicino (culturalmente) al romanziere Luigi Pirandello e al Modernismo europeo, invece Peppino a Totò e alla nuova generazione di attori cinematografici italiani.
- Fotografie di Salvatore Iaconis per Eroica Fenice
Lo stesso teatro San Ferdinando (adesso parte del Teatro di Napoli assieme al Mercadante) fu ricostruito in uno dei borghi più popolari di Napoli (dopo il bombardamento angloamericano durante la Seconda guerra mondiale), l’area orientale era nata a fine Ottocento durante il risanamento della città per scongiurare lo scoppio di varie epidemie (causate da case troppo vicine in quartieri strettissimi, un drammatico effetto del malgoverno spagnolo nel XVII secolo). Il San Ferdinando aveva sostituito il San Carlino in qualità di luogo di svago per il pubblico più popolare. Nonostante la possibilità di recarsi in aree più borghesi e rivolgersi a quest’ultimi (come aveva fatto il padre biologico Scarpetta), i De Filippo scelsero questo teatro solo per un motivo: volevano essere parte del popolo napoletano e volevano che le loro opere si rivolgessero a questo tipo di pubblico. Quindi, questo è il luogo perfetto per ricordare i maggiori artisti napoletani più amati dal capoluogo campano.

I protagonisti sono gli oggetti di scena, i costumi, le maschere, le fotografie, i ritagli di giornale e altri cimeli che riguardano Antonio De Curtis (ossia Totò), Eduardo Scarpetta e la sua famiglia, Eduardo, Titina e Peppino De Filippo, Giustina Maria Maggio (ossia Pupella), Nino Taranto e Massimo Troisi.

Foto immagine di copertina: archivio personale