A Palazzo Pennese di Portici si festeggia Ottocento Napoletano

a Palazzo Pennese di Portici

In occasione della sua riapertura, Ottocento Napoletano di Portici festeggia tra storia e buona musica nello splendido Palazzo Pennese

Il 5 aprile è un giorno memorabile per Ottocento Napoletano. Cuore di un progetto nato nel 2011, lo storico Palazzo Pennese di Portici, piccola e accogliente cittadina in provincia di Napoli, è stato rivitalizzato sotto la guida dell’amministratore Stefano Silvestro con un’apertura all’insegna della novità.

Nessuna melodia di apertura migliore che il sottofondo dell’Ave Maria di Franz Schubert, intonata dal canto lirico, con accompagnamento di clavicembalo e del violino del Maestro Antonio Mazza nella storica cappella del Palazzo Pennese. La musica è infatti una delle componenti della storia di Ottocento Napoletano. Nella cappella del Palazzo di Portici, infatti, ha sede l’Orchestra della “Compagnia degli Artisti”.

Quello della cappella, solo uno degli ambienti dell’imponente Palazzo sito in una delle strade principali di Portici. Visitando i suoi interni si resterà sorpresi dagli spazi adibiti all’accoglienza tanto per la ristorazione quanto per il pernottamento. Due sale congresso, rispettivamente di 200 e 70 posti, eventualmente fruibili dalle scolaresche per convegni e proiezioni. Sale di intrattenimento e da pranzo, con eleganti decorazioni floreali e ambienti adibiti a cene spettacolo, come l’imponente sala ovale, esempio di sublimità e compostezza. Senza dimenticare la Terrazza, da sempre luogo di ritrovo dei porticesi, con il suo Lounge Bar ed eventi esclusivi.

Infine, il piano del laboratorio e delle classi. Ottocento Napoletano rifugge nella sua poliedrica natura da ogni categorizzazione. Il progetto ha la sua matrice primaria nel supporto nel sociale, tema di estrema importanza per uno dei principali fondatori, venuto a mancare recentemente: Monsignor Carlo Pinto. A farsi portavoce del suo ideale, una storica colonna portante, l’avvocato Riccardo Russo.

La Fondazione Istituto Pennese nasce da un sogno di resistenza. L’Ottocento Napoletano Accademia è la scuola di enogastronomia che ha preso corpo da questi ideali. L’avvocato Russo nel pieno della commozione parla di un connubio di formazione e bellezza, di un’alternativa al degrado malavitoso, una possibilità che i giovani devono conoscere. Da quest’anno partono così nuovi corsi di pasticceria, gastronomia, pizzeria, panificazione. Il tutto al Palazzo Pennese, fornito degli strumenti adatti a una formazione completa. Imperativo categorico, la trasparenza. Gli ingranaggi di questo sofisticato meccanismo continuano a girare grazie all’iniziativa privata. Obiettivo, cercare di dare alle istituzioni pubbliche un esempio di isola felice e possibile anche su un territorio che conosce bene il male della Camorra.

Il sindaco Vincenzo Cuomo ha tagliato il nastro sulle note della fisarmonica del Maestro Sasà Piedepalumbo. Il primo cittadino definisce l’Istituto Pennese un «ente morale», un luogo di formazione e accoglienza. Da questa sinergia prosegue infatti l’attività dei volontari della Mensa del Buon Samaritano per contrastare la povertà che tocca in maniera ravvicinata Portici e i comuni limitrofi di San Giorgio a Cremano, Ercolano e Torre del Greco. Un’iniziativa che riempie il cuore, nella speranza che ci siano altre strade possibili da tracciare per il futuro.

L’anima della Portici ridente aleggia nella struttura del Palazzo Pennese, allargata e aperta al pubblico in tutti i suoi ambienti. Insieme al corso di formazione per i minori, all’assistenza ai bisognosi e alla divulgazione delle arti culinaria e musicale napoletana, Ottocento Napoletano dona alla città la possibilità di vivere un’esperienza sensoriale dei piatti tipici con prodotti del territorio. Sfilano nella sera inaugurale le specialità della casa: riso venere carnaroli con una brunoise di zucca e ceci; orzo perlato con carciofi e menta; cous cous alle verdure; lasagnetta di melanzane; quiche lorraine alle verdure; fritturina mista napoletana; parmigiana di melanzane; pastiera, babà, panna cotta e una golosa torta di crema e fragoline.

La serata inaugurale al Palazzo Pennese si conclude sulle note del sax, con il suo grido passionale rivolto alla luna, l’augurio più bello per un futuro di bellezza.

Immagine: Gazzetta di Napoli

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